07/03/2004

Caro professor Pelanda

come ormai avrà ben capito dai miei numerosi interventi non sono un elettore del centro sinistra e, nonostante non possa ritenermi entusiasta al cento per cento di questo centro destra troppo litigioso, mi auguro che Berlusconi continui a governare a lungo.  Però quel che è giusto è giusto e allora voglio spezzare una lancia a favore dello schieramento avversario. Mi ha fatto piacere, sere fa, vedere alcuni esponenti della sinistra esprimersi pubblicamente, nel corso del programma “Otto e Mezzo” eccezionalmente provocati da Giuliano Ferrara, contro il passaggio dell’ex ministro Paolo Cirino Pomicino nello schieramento ulivista.

Premetto che non ho mai avuto un’opinione negativa di Pomicino: al di là delle sue vicende giudiziarie, mi sono entusiasmato a leggere i suoi interventi pubblicati su “Il Giornale” con lo pseudonimo di Geronimo e, ogni volta che è apparso in televisione, ho ammirato il suo coraggio e la sua abilità nel reggere il confronto con i suoi avversari politici sempre pronti a rinfacciargli il suo coinvolgimento in Tangentopoli. Però, i trasformisti non li digerisco proprio e allora non ho potuto far altro che applaudire il sindaco di Ercolano che ha pubblicamente dichiarato di non voler avere nulla a che fare con Pomicino né adesso, né tanto meno nel futuro. Ho apprezzato Gianfranco Nappi segretario regionale dei Ds campani quando ha detto che Mastella è libero di accogliere l’ex ministro nel suo partito aggiungendo però che una candidatura di Pomicino con l’Ulivo è improponibile.

Geronimo ha controbattuto colpo su colpo alle critiche dei nuovi alleati con l’abilità e l’intelligenza prima accennata, ma purtroppo stavolta non ha potuto godere della mia ammirazione. La sua giustificazione circa il passaggio al centro sinistra non sta in piedi: sostenere che Berlusconi non è stato in grado di diventare un vero politico restando un semplice imprenditore è una vera e propria assurdità considerando anche il prestigio ottenuto dal premier in Europa e nel mondo grazie proprio alle sue doti di leader politico.

 La verità è che Pomicino si aspettava dalla tanto decantata verifica di governo un posto da ministro in quota Udc e, non avendolo ottenuto, ha preferito abbandonare il partito del “debole” Follini incapace di ribellarsi al Cavaliere, cercando nuovi sponsor in Mastella e Martinazzoli per aspirare ad un ministero in un futuro governo dell’Ulivo. Ma a sinistra non lo hanno affatto accolto come il figliol prodigo e nel napoletano rischia di beccarsi delle autentiche “pomidorate”. Per una volta, probabilmente l’ultima, complimenti ai compagni diessini.                                                                                   

                                                                                    Americo Mascarucci - Viterbo