02/03/2004
Egregio Professore,
                             mi ha fatto piacere leggere il suo articolo dello scorso 28-02 " il deficit comunista" perchè ha fornito una spiegazione tecnica ad una mia sensazione molto epidermica: con l'attuale governo abbiamo galleggiato in un mare in tempesta,nella precedenta legislatura abbiamo galleggiato in un mare calmo e con un vento propizio, ma grazie alla bugia organizzata la cosa non non viene percepita. Non sono ottimista per il futuro a parte gli esiti della guerra planetaria la rielezione di bush  e la tenuta di berlusconi l'ostacolo più grande è che ci sono ormai due generazioni educate all'accatonismo sociale ed alla teologia del lamento ,a dire il vero non solo in italia,  questo è difficile da smontare; tutto deve essere dovuto,garantito addirittura le soluzioni devono arrivare ancora prima degl'ipotetici problemi. i soccorsi devono arrivare prima delle tragedie, la neve deve cadere già spalata. è difficile rimettere in moto una nazione così inerte in buona parte. in chi ha avuto un'educazione di tipo ottocentesco anche se era di sinistra esisteva il senso del dovere, di responsabilità individuale , il rispetto di ogni gerarchia anche in famiglia.
E' questo che manca siamo stati cresciuti con il vietato vietare,con l'efficientismo burocratico è quindi giusto che continuiamo a sguazzare nel debito pubblico fino al giorno in cui ci sommergerà .sarà la grande alluvione a rimetterci sul cammino interrrotto dal '68 in poi non berlusconi. 
cordiali saluti.
Paolo B.