04/03/2003

Caro Pelanda,
 sono un italiano 33enne residente in Argentina, per motivi di lavoro. Sto
 vivendo in un Paese dai sentimenti profondamente antiamericani, per di più
 lavorando in un ufficio (pubblico) assolutamente schierato a sinistra.
?Naturalmente?,
 mi verrebbe da dire. Sono ?fascista? perché appoggio il governo
Berlusconi.
 Sono ?fascista? perché mi permetto di utilizzare la bandiera a stelle e
 strisce come sfondo del mio pc (ho provato a spiegare che fascismo e
America non sono mai andati molto d?accordo, ma inutilmente). Sono fascista perché
 il pacifismo, questo pacifismo vomitevolmente schierato a senso unico, mi
 fa schifo. Sono ?fascista? perché credo che l?offensiva contro Saddam sia
 una sacrosanta legittima difesa, nel nostro interesse ma anche in quello
 degli iracheni stessi (delle cui sorti i manifestanti con bandiere
multicolore se ne infischiano beatamente).  E probabilmente sarei ?fascista? se
sapessero che sto scrivendo a Lei, che si è permesso di difendere la nostra cultura,
 anzi, Cultura, da attacchi infami e infamanti. Sa cosa le dico? Che non
 me ne frega assolutamente niente. Sono orgoglioso di pensare come la
penso.
 Contro il conformismo asfissiante della sinistra, che sa solo schierarsi
 ?contro? e mai ?per?.  Urla, sbraita, si dimena. Vede le pagliuzze negli
 occhi altri facendo finta di non vedere le travi nelle proprie pupille.
 Che tristezza, caro Pelanda. Scusi il mio piccolo sfogo: lo faccio perché
 il suo sito internet è per me un contatto molto importante per sentitre
 una voce che non sia ?la solita?. Fra l?altro non capisco per quale motivo
 ?Il Giornale? non abbia un sito internet: possibile che il re della
comunicazione non ci abbia mai pensato? Cosa sta aspettando? Che lo zittiscano anche
nella rete? Ma lo sa che in Argentina Berlusconi e Mussolini sono praticamente
 la stessa cosa? Lo sa che mi sento dire, quotidianamente, ?noi stiamo male
 ma voi avete Berlusconi?? Salvo poi fare ore di coda per ottenere il
passaporto italiano.
 Grazie per l?attenzione.
 Un saluto affettuoso,
 Alessandro P. - Buenos Aires