07/03/2003

Anch'io come molti altri cattolici, Mercoledi 5 Marzo, ho digiunato, ma a solo motivo del rispetto della tradizione.

Mi chiedo solo che logica possa avere digiunare per la pace, se per pace intendiamo il mantenimento dello stato attuale della popolazione irachena. Sarebbe un’offesa all’autentico significato della pace. E' ovvio che tutti aneliano alla pace, ma è molto facile invocarla ed auspicarla, quando non siamo noi europei ad essere privati della nostra libertà. Chissà se avrà aderito al digiuno anche il popolo iracheno oppresso da vent'anni di feroce dittatura. Qualcuno si è forse chiesto perchè i media televisivi sempre avidi di nuove ed inedite immagini non hanno mostrato una sola marcia pacifista sfilare per le strade di Bagdad a sostegno di Saddam? Semplice: non c'è mai stata alcuna marcia. Questo dovrebbe essere sufficiente per riflettere. Ma invece nulla, ci ostiniamo a non prendere atto; discutiamo beatamente e comodamente tra noi della pace al sicuro delle nostre comode casette (arrivando talvolta a sovvertire la realtà ,magari attribuendo a Bush le responsabilità di un possibile conflitto), escludendo dal dibattito le vere vittime della violenza. In queste sterili ed accademiche disquisizioni ignoriamo di fatto le legittime aspirazioni di libertà del popolo iracheno. Ma vogliamo uscire fuori da questo pazzesco incubo collettivo, da questa cinica ubriacatura  ideologica  pacifista che ha narcotizzato le nostre coscienza sino al punto di girarci dall'altra parte per non vedere, al di la di ogni chiara evidenza, che un popolo sta penosamente soffrendo in silenzio? E noi europei che facciamo per ridare la libertà al popolo iracheno? Ci riempiamo la bocca di slogan e sventoliamo allegramente bandierine. Ma vogliamo o non vogliamo capire che l'unico a ringraziarci di tanta inerzia ad intervenire è proprio il dittatore Saddam? E pensare che dei pacifisti europei si sono offerti come scudi umani! Si può arrivare a tanto? Se avessero fatto altrettanto quando gli alleati americani si accingevano a distruggere la Germania...oggi, li capirei, ma visto che non è andata cosi, mi indigno delle loro azioni! Altro che solidarietà al popolo iracheno...perpetuazione di una dittatura. Pensiamo forse che Saddam si sarebbe degnato di iniziare a distruggere i suoi armamenti (solo quelli trovati naturalmente) se non fosse stato per una costante minaccia militare? Solo degli ingenui o delle persone in malafede possono pensare questo. Senza le pressioni internazionali e, piaccia o non piaccia, sotto la minaccia delle armi, ci sarebbero ancora adesso milioni di persone sottoposte a regimi illiberali e totalitari. Non lasciamoci più sfottere da Saddam e se, come diciamo(sinora a parole), aneliamo veramente alla pace e alla libertà dei popoli non perdiamo altro tempo. A volte, avvilito dall'ascoltare le ragioni del pensiero pacifista e constatandone la pretestuosità e faziosità, sono indotto a pensare che"certo"pacifismo rappresenti solo una misera foglia di fico messa per pudore sulla nostra cinica indifferenza, mimetizzata dietro una cortina fumogena di tante bandiere colorate.

 

Gianni.Toffali@inwind.it    Dossobuono    Verona

 

08/03/2003

Negli ultimi mesi la sinistra italiana a corto d'idee, fiutando dove tira il nuovo vento, ha rottamato gli infruttuosi girotondi e in cambio si è appuntata, ben visibile al petto, la griffe più prestigiosa del momento contrassegnata dal logo PACE. Quale migliore opportunità per la sinistra, offerta dai guerrafondai yankee per impossessarsi del valore della pace ed autoproclamarsi sacerdotessa profetica sull'altare di essa? La nuova veste profetica è apparsa talmente credibile, da evocare nell'immaginario collettivo l'impari lotta tra il Davide-Saddam-povero e il Golia-Bush-ricco. In forza di questa visione utopistico-romantica, parte dell'opinione pubblica si è spinta sino al punto di appoggiare e giustificare i pseudopacifisti dalle più abominevoli azioni vandaliche dimostrative.  Persino la magistratura commossa da cotanto  intento filantropico, ha chiuso un occhio a qualsiasi provvedimento restrittivo o disciplinare: boicottaggi, blocchi stradali, navali, aereoportuali e ferroviari, scandalosamente senza alcun strascico giudiziario. Immunità assoluta! Chissà se godrebbero degli stessi privilegi se a perpetrare le medesime azioni fossero formazioni di destra. Ad un'oculata analisi del fenomeno pacifista si scopre che la mobilitazione delle masse non è stata fomentata in questo momento storico, perchè la situazione internazionale sia necessariamente più grave rispetto ad altri conflitti presenti o del passato, basti pensare all'assenza dei pacifisti in altrettanti drammatici conflitti sociali:Timor Est, Cecenia, Sudan, Congo… ma semplicemente perchè oggi più di ieri, la sinistra ha scoperto che la sentimentale e bella parolona Pace, impastata ad un'altrettanto serpeggiante e sotterraneo sentimento anti-imperialista presente in Europa, può fare breccia anche nel cuore e nella mente di chi non mastica politica, quindi facilmente gestibile e manipolabile. Per onestà intellettuale, tanto di cappello...bisogna dare atto che la nuova strategia della sinistra italiana ha superato le operazione di marketing più spregiudicate e avanzate dell'era mediatica. La nuova dottrina della persuasione occulta è riuscita persino ad abbindolare molti cattolici. Chissà se questi ultimi avranno  letto la Nota Dottrinale (da poco emanata proprio per fare ordine nel magmatico e confusionario universo cattolico) al punto in cui si mette in guardia "che all'interno di alcune Associazioni e organizzazioni di ispirazione cattolica , siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche fondamentali, hanno espresso posizioni contrarie all'insegnamento morale e sociale della Chiesa". Il riferimento è chiaro ed alieno da equivoci.! I cattolici analfabeti o volutamente ignoranti sono avvisati. Manifestare per la pace è legittimo, farsi strumentalizzare, è sciocca ed irresponsabile dabbenaggine. E la sinistra grazie a tanti pesciolini...esulta e ringrazia.

 

 

gianni.toffali@inwind.it   Dossobuono    Verona

 

22/03/2003

Nell'Italia del gratta e vinci, non sempre grattando si vince, anzi, il più delle volte raschiando la superficie dorata ci destiamo dall'effimero sogno.

Medesima metafora mi sovviene pensando ai "presunti" ideali del pensiero pacifista di sinistra, (non cattolico che attinge dalla vera pace offerta solo da Cristo) che, gratta gratta, raschiati i superficiali colori della pace, ben altre sorprese troveremo...e non sempre pacifiche.

Ecco ove affondano le radici del pensiero pacifista, o detto tale.

Ernesto Guevara detto il Che, "ieri" armatissimo guerrigliero, "oggi" amatissimo pacifista (reincarnato miracolosamente per le grandi occasioni: antiamericanismo, antisionismo, anticapitalismo...), nel suo testamento elogiava l'odio "che rende l'uomo un'efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere".

Karl Marx, padre del comunismo, scriveva che "la violenza è l'ostetricia che trae la nuova società dal grembo della vecchia".

Karl Marx e Fiedrich Engels nel manifesto del Partito comunista scrivevano che"il comunismo abolisce tutte le verità come il diritto, la morale, la religione, la libertà".

Il medesimo Karl Marx nel 1856 sul New York Tribune in un articolo intitolato "Il prestito russo" scriveva: "Sappiamo che dietro ogni tiranno c'è un ebreo (...). L'utilità delle guerre promosse dai capitalisti cesserebbero, se non fosse per gli ebrei che rubano i tesori dell'umanità (...)gli usurai contemporanei che stanno dietro i tiranni e le tirannie(...) per la maggioranza sono ebrei. Il fatto che gli ebrei siano diventati tanto forti da mettere in pericolo la vita del mondo, ci induce svelare la loro organizzazione, i loro scopi, affinchè il loro lezzo possa risvegliare i lavoratori del mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro".

Lenin, primo segretario del partito comunista sovietico sosteneva che "nella nostra lotta per il potere non dobbiamo arrestarci davanti a nessun principio morale. Dobbiamo essere pronti a compiere qualsiasi illegalità , inganno, menzogna...e se per la causa del comunismo dovessimo eliminare i nove decimi della popolazione non dobbiamo fermarci davanti a ciò".

Lo stesso Gandhi (icona assoluta del pacifismo) aveva sempre predicato la non violenza e la resistenza passiva, però si era detto disposto ad imbracciare un fucile nel caso un suo famigliare fosse stato anche solo sfiorato da un pericolo reale.

Forse quest'ultimo "argomento" è il solo in grado di scoperchiare l'ipocrita facciata del pacifismo.

Non credo affatto esista sulla faccia della terra un solo pacifista che in caso di minaccia di morte di un proprio famigliare reagisca "irenicamente" sventolando in faccia al nemico una bandierina della pace. E' molto più verosimile che se disponesse di un "piccolo"ordigno nucleare non esiterebbe a "smaterializzare" l'ormai già atomizzato avversario.

Troppo bello, troppo comodo, troppo facile...gridare pace sulla pelle e sulle ingiustizie di chi non si vede o di chi per loro(pacifisti) non rappresenta nulla, se non un’astratta identità.

Ma in una società dove è più importante apparire che essere, dove sbraitare in piazza serve a farci vedere bravi, belli, buoni e soprattutto ad accaparrare consensi, i pacifisti dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e vergognarsi di speculare sul valore della pace, per fortuna, infinitamente più grande dei loro meschini interessi di bottega.

 

Gianni Toffali   Dossobuono  Verona

gianni.toffali@inwind.it