| 
 Anch'io
        come molti altri cattolici, Mercoledi 5 Marzo, ho digiunato, ma a solo
        motivo del rispetto della tradizione. Mi
        chiedo solo che logica possa avere digiunare per la pace, se per pace
        intendiamo il mantenimento dello stato attuale della popolazione
        irachena. Sarebbe un’offesa all’autentico significato della pace. E'
        ovvio che tutti aneliano alla pace, ma è molto facile invocarla ed
        auspicarla, quando non siamo noi europei ad essere privati della nostra
        libertà. Chissà se avrà aderito al digiuno anche il popolo iracheno
        oppresso da vent'anni di feroce dittatura. Qualcuno si è forse chiesto
        perchè i media televisivi sempre avidi di nuove ed inedite immagini non
        hanno mostrato una sola marcia pacifista sfilare per le strade di Bagdad
        a sostegno di Saddam? Semplice: non c'è mai stata alcuna marcia. Questo
        dovrebbe essere sufficiente per riflettere. Ma invece nulla, ci
        ostiniamo a non prendere atto; discutiamo beatamente e comodamente tra
        noi della pace al sicuro delle nostre comode casette (arrivando talvolta
        a sovvertire la realtà ,magari attribuendo a Bush le responsabilità di
        un possibile conflitto), escludendo dal dibattito le vere vittime della
        violenza. In queste sterili ed accademiche disquisizioni ignoriamo di
        fatto le legittime aspirazioni di libertà del popolo iracheno. Ma
        vogliamo uscire fuori da questo pazzesco incubo collettivo, da questa
        cinica ubriacatura  ideologica 
        pacifista che ha narcotizzato le nostre coscienza sino al punto
        di girarci dall'altra parte per non vedere, al di la di ogni chiara
        evidenza, che un popolo sta penosamente soffrendo in silenzio? E noi
        europei che facciamo per ridare la libertà al popolo iracheno? Ci
        riempiamo la bocca di slogan e sventoliamo allegramente bandierine. Ma
        vogliamo o non vogliamo capire che l'unico a ringraziarci di tanta
        inerzia ad intervenire è proprio il dittatore Saddam? E pensare che dei
        pacifisti europei si sono offerti come scudi umani! Si può arrivare a
        tanto? Se avessero fatto altrettanto quando gli alleati americani si
        accingevano a distruggere la Germania...oggi, li capirei, ma visto che
        non è andata cosi, mi indigno delle loro azioni! Altro che solidarietà
        al popolo iracheno...perpetuazione di una dittatura. Pensiamo forse che
        Saddam si sarebbe degnato di iniziare a distruggere i suoi armamenti
        (solo quelli trovati naturalmente) se non fosse stato per una costante
        minaccia militare? Solo degli ingenui o delle persone in malafede
        possono pensare questo. Senza le pressioni internazionali e, piaccia o
        non piaccia, sotto la minaccia delle armi, ci sarebbero ancora adesso
        milioni di persone sottoposte a regimi illiberali e totalitari. Non
        lasciamoci più sfottere da Saddam e se, come diciamo(sinora a parole),
        aneliamo veramente alla pace e alla libertà dei popoli non perdiamo
        altro tempo. A volte, avvilito dall'ascoltare le ragioni del pensiero
        pacifista e constatandone la pretestuosità e faziosità, sono indotto a
        pensare che"certo"pacifismo rappresenti solo una misera foglia
        di fico messa per pudore sulla nostra cinica indifferenza, mimetizzata
        dietro una cortina fumogena di tante bandiere colorate.   Gianni.Toffali@inwind.it   
        Dossobuono    Verona 
 | 
| 
 Negli
        ultimi mesi la sinistra italiana a corto d'idee, fiutando dove tira il
        nuovo vento, ha rottamato gli infruttuosi girotondi e in cambio si è
        appuntata, ben visibile al petto, la griffe più prestigiosa del momento
        contrassegnata dal logo PACE. Quale migliore opportunità per la
        sinistra, offerta dai guerrafondai yankee per impossessarsi del valore
        della pace ed autoproclamarsi sacerdotessa profetica sull'altare di
        essa? La nuova veste profetica è apparsa talmente credibile, da evocare
        nell'immaginario collettivo l'impari lotta tra il Davide-Saddam-povero e
        il Golia-Bush-ricco. In forza di questa visione utopistico-romantica,
        parte dell'opinione pubblica si è spinta sino al punto di appoggiare e
        giustificare i pseudopacifisti dalle più abominevoli azioni vandaliche
        dimostrative.  Persino la
        magistratura commossa da cotanto  intento
        filantropico, ha chiuso un occhio a qualsiasi provvedimento restrittivo
        o disciplinare: boicottaggi, blocchi stradali, navali, aereoportuali e
        ferroviari, scandalosamente senza alcun strascico giudiziario. Immunità
        assoluta! Chissà se godrebbero degli stessi privilegi se a perpetrare
        le medesime azioni fossero formazioni di destra. Ad un'oculata analisi
        del fenomeno pacifista si scopre che la mobilitazione delle masse non è
        stata fomentata in questo momento storico, perchè la situazione
        internazionale sia necessariamente più grave rispetto ad altri
        conflitti presenti o del passato, basti pensare all'assenza dei
        pacifisti in altrettanti drammatici conflitti sociali:Timor Est, Cecenia,
        Sudan, Congo… ma semplicemente perchè oggi più di ieri, la sinistra
        ha scoperto che la sentimentale e bella parolona Pace, impastata ad
        un'altrettanto serpeggiante e sotterraneo sentimento anti-imperialista
        presente in Europa, può fare breccia anche nel cuore e nella mente di
        chi non mastica politica, quindi facilmente gestibile e manipolabile.
        Per onestà intellettuale, tanto di cappello...bisogna dare atto che la
        nuova strategia della sinistra italiana ha superato le operazione di
        marketing più spregiudicate e avanzate dell'era mediatica. La nuova
        dottrina della persuasione occulta è riuscita persino ad abbindolare
        molti cattolici. Chissà se questi ultimi avranno 
        letto la Nota Dottrinale (da poco emanata proprio per fare ordine
        nel magmatico e confusionario universo cattolico) al punto in cui si
        mette in guardia "che all'interno di alcune Associazioni e
        organizzazioni di ispirazione cattolica , siano emersi orientamenti a
        sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche
        fondamentali, hanno espresso posizioni contrarie all'insegnamento morale
        e sociale della Chiesa". Il riferimento è chiaro ed alieno da
        equivoci.! I cattolici analfabeti o volutamente ignoranti sono avvisati.
        Manifestare per la pace è legittimo, farsi strumentalizzare, è sciocca
        ed irresponsabile dabbenaggine. E la sinistra grazie a tanti
        pesciolini...esulta e ringrazia.     gianni.toffali@inwind.it  
        Dossobuono    Verona 
 | 
| 
 Nell'Italia
          del gratta e vinci, non sempre grattando si vince, anzi, il più delle
          volte raschiando la superficie dorata ci destiamo dall'effimero sogno. Medesima
          metafora mi sovviene pensando ai "presunti" ideali del
          pensiero pacifista di sinistra, (non cattolico che attinge dalla vera
          pace offerta solo da Cristo) che, gratta gratta, raschiati i
          superficiali colori della pace, ben altre sorprese troveremo...e non
          sempre pacifiche. Ecco
          ove affondano le radici del pensiero pacifista, o detto tale. Ernesto
          Guevara detto il Che, "ieri" armatissimo guerrigliero,
          "oggi" amatissimo pacifista (reincarnato miracolosamente per
          le grandi occasioni: antiamericanismo, antisionismo,
          anticapitalismo...), nel suo testamento elogiava l'odio "che
          rende l'uomo un'efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per
          uccidere". Karl
          Marx, padre del comunismo, scriveva che "la violenza è
          l'ostetricia che trae la nuova società dal grembo della
          vecchia". Karl
          Marx e Fiedrich Engels nel manifesto del Partito comunista scrivevano
          che"il comunismo abolisce tutte le verità come il diritto, la
          morale, la religione, la libertà". Il
          medesimo Karl Marx nel 1856 sul New York Tribune in un articolo
          intitolato "Il prestito russo" scriveva: "Sappiamo che
          dietro ogni tiranno c'è un ebreo (...). L'utilità delle guerre
          promosse dai capitalisti cesserebbero, se non fosse per gli ebrei che
          rubano i tesori dell'umanità (...)gli usurai contemporanei che stanno
          dietro i tiranni e le tirannie(...) per la maggioranza sono ebrei. Il
          fatto che gli ebrei siano diventati tanto forti da mettere in pericolo
          la vita del mondo, ci induce svelare la loro organizzazione, i loro
          scopi, affinchè il loro lezzo possa risvegliare i lavoratori del
          mondo a combatterli e ad eliminare un simile cancro". Lenin,
          primo segretario del partito comunista sovietico sosteneva che
          "nella nostra lotta per il potere non dobbiamo arrestarci davanti
          a nessun principio morale. Dobbiamo essere pronti a compiere qualsiasi
          illegalità , inganno, menzogna...e se per la causa del comunismo
          dovessimo eliminare i nove decimi della popolazione non dobbiamo
          fermarci davanti a ciò". Lo
          stesso Gandhi (icona assoluta del pacifismo) aveva sempre predicato la
          non violenza e la resistenza passiva, però si era detto disposto ad
          imbracciare un fucile nel caso un suo famigliare fosse stato anche
          solo sfiorato da un pericolo reale. Forse
          quest'ultimo "argomento" è il solo in grado di scoperchiare
          l'ipocrita facciata del pacifismo. Non
          credo affatto esista sulla faccia della terra un solo pacifista che in
          caso di minaccia di morte di un proprio famigliare reagisca "irenicamente"
          sventolando in faccia al nemico una bandierina della pace. E' molto più
          verosimile che se disponesse di un "piccolo"ordigno nucleare
          non esiterebbe a "smaterializzare" l'ormai già atomizzato
          avversario. Troppo
          bello, troppo comodo, troppo facile...gridare pace sulla pelle e sulle
          ingiustizie di chi non si vede o di chi per loro(pacifisti) non
          rappresenta nulla, se non un’astratta identità. Ma
          in una società dove è più importante apparire che essere, dove
          sbraitare in piazza serve a farci vedere bravi, belli, buoni e
          soprattutto ad accaparrare consensi, i pacifisti dovrebbero mettersi
          una mano sulla coscienza e vergognarsi di speculare sul valore della
          pace, per fortuna, infinitamente più grande dei loro meschini
          interessi di bottega. Gianni
          Toffali   Dossobuono 
          Verona gianni.toffali@inwind.it 
 |