Caro Carlo P., faccio seguito a una mia mail precedente per divertirmi a inviare un mio piccolo gratuito commento. Perdoni la perdita di tempo. Sindrome Zelig Il babbo glielo diceva di impegnarsi, di essere bravo, che lui poteva riuscire. Questo moloch fagocitatore, questo golem di terra umida che si muove inarrestabile lasciando terra arsa dal sale alle sue spalle, assetato di successo e disposto a sacrificare al mito della propria personalita’ le ombre superficiali degli scrupoli e della coscienza, ha nella propria forza il germe della sua debolezza. La forte autostima e’ la propria forza: e l’autostima ha bisogno di respirare un ossigeno continuo: e’ l’ossigeno della altrui stima e pubblica ammirazione, il vigore del sostegno popolare, la forza della statistica, la necessita’ dell’amore della famiglia, della sua gente, il favore e la riconoscenza del suo popolo, la sudditanza piu’ prona del suo harem. L’Uomo diventa allora il presidente operaio, imprenditore, statista e, perche’ no, anche avvocato, maestro, astronauta e cosi via, in un gioco che sfuma dai cartelloni di propaganda elettorale alla satira piu’estesa ed azzeccata, poiche’ convincente. E cosi in passato non ha esitato ad allontanare il ct nazionale tranciandolo con superficiali e ingiusti commenti tecnici, cosi come in tempi recenti non ha esitato a sostituire il suo ministro piu’ efficiente, sostituendolo con la sicurezza di avere le doti di fare meglio. E’, in altre parole, la sindrome di Zelig. E cosi quando prepara le elezioni e parla in confindustria dice che il loro programma si identifica con il suo. E confindustria oggi non riesce a capire i programmi del governo e non riesce a impostare le previste strategie industriali. E quando parla con Arafat si trasforma in sostenitore della causa palestinese, ed e’tanto convincente che questi ogni tanto lancia appelli all’Europa, aspettando che il suo “amico” si faccia propugnatore di un fronte di sostegno, come a suo tempo promesso. E speriamo che questo non sia per lui esiziale. Che svaniscono al primo sole del giorno dopo. Si e’ incontrato con Putin e chissa’ quali garanzie di copertura alle repressioni anti cecene avra’ promesso, e staremo implicitamente sostenendo. Cosi’ come il giorno dopo si reca in Europa a sostenere e confermare l’europeismo proprio e di tutto il governo, chiedendo comprensione verso le spontanee interperanze semiologiche di Bossi. Primo sostenitore dell’inderogabile abolizione dell’articolo 18 e della contrattazione pubblica, ma pronto a defalcarne la discussione quando la piazza gli manifesta per questo un deficit di simpatia. Salvo poi oggi deciderne nuovamente l’eliminazione: si sara’ rivisto con Amato identificandosi nuovamente con lo spirito della massima liberta (e minima responsabilita’) alle aziende o si sara’ incontrato con Cofferati e, in uno spunto di immedesimazione, abbia deciso di fare la mossa che finalmente riunira’ il fronte sindacale su posizioni di opposizione al governo? Cos’e’ che lo ha irritato di piu’ negli ultimi tempi? La manifestazione del 1o marzo a Roma, perche’? Non perche’ espressione di dissenso politico, ma in quanto manifestazione di non amore verso di lui, enorme insensibilita’ di persone che gli soffiavano il monopolio sul tricolore e sventolavano la bandiera nazionale e cantavano Fratelli d’Italia mostrando totale mancanza di riconoscenza e di amore per il nuovo Salvatore. Non e’ un ideale o un’ideologia a muovere i programmi, ma la forza di convincimento della forma e dei comportamenti esteriori considerati vincenti, la forza d’urto della pubblicita’ e degli slogan, il meccanismo premiante del profitto. Chi cerca la sostanza trova la forma, diceva DeFilippo, chi cerca la forma trova il nulla. La concretezza dei nostri argomenti e la profondita’ delle nostre convinzioni inarideranno la crosta degli entusiasmi superficiali, sfalderanno i fogli di carta da lavagna su cui hanno gettato a mano i loro piani industriali, distruggeranno la credibilita’ degli oscillanti conti economici dalla memoria corta, faranno svanire le allegoriche persecuzioni giustizialiste per il ritorno della legalita’, sfarineranno le pianificazioni finanziarie per le opere civili conniventi, smaschereranno il loro apparente liberismo da libera volpe in libero pollaio, per affermare il vero e sano liberismo di regole e tutele certe, uguali per i liberi stati e le persone tutte. Sinceramente, Luigi G.
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