07/03/2002

Qualche giorno fa, è stato celebrato sull’Avanti il bi-centenario della nascita di Victor Hugo, un grande laico, un grande scrittore difensore dei diritti civili con e nei suoi libri.

Sia permesso a chi firma Jean Valjean, il galeotto del Bagno penale di Tolone, l’eroe perseguitato ne I Miserabili, di scrivere di giustizia e di democrazia, nel solco di idee fertili e valide da due secoli.

Lenin il nonno di questi supplenti italici del totalitarismo comunista soleva ripetere: il comunismo è Soviet+ nazionalizzazione elettrica, e dal suo punto di vista del potere assoluto appena conquistato, aveva ragione. Noi laici dalle diverse radici possiamo, a nostra volta, sostenere che la democrazia è: democrazia + diritti civili (e sociali)+ libertà individuale e libero mercato, come il liberalismo democratico e il socialismo riformista, sia pure con diversi accenti e angolazioni si sforzano di proporre agli elettori. Le famiglie laiche si sono battute per far avanzare la conoscenza e mettere anche con il comportamento politico e sociale limiti sia al potere democratico sia ai regimi che i diritti proprio non li conoscono, ai regimi di qualunque colore, corporativi o meno. In questa chiave di lettura voglio provare a sostenere e dire che dobbiamo essere grati alle forme scomposte di “ribellismo anarcoide ed oppositivo” nazionale. Anche le panzane più grosse e gli slogan più comici o lontani dalla realtà, hanno due vantaggi: permettono di legittimare la maggioranza e di trovare lo stimolo per, superando le panzane, di far progredire sia la conoscenza generale sia il sistema normativo sia i comportamenti sociali dei cittadini, cittadini che sono i veri detentori del potere nelle democrazie liberali.

Sempre utilizzando questa chiave di lettura mi permetto di sostenere che fare rapidamente le inchieste su Tangentopoli, sul finanziamento sovversivo di rubli al PCI da parte del KGB e della Stasi, sulla Gladio Rossa, sul finanziamento aum aum alla Serbia dell’ottimo Milosevic, otterrebbe tre vantaggi generali, cioè il vantaggio di tutti, utilizzando lo schema ripartitivo di cui sopra e contro le leggende metropolitane di pochi interessati:

1-Il rispetto, l’onore e il ristabilimento dei diritti civili e politici dei defunti, dei non sopravvissuti ad accuse non provate, il diritto e diffusione del ristabilimento della verità dei perseguitati con astiosi processi per anni e anni, e di coloro che hanno subito la tortura dell’ingiusta detenzione pur di farli parlare, quasi sempre a comando dai Pm interessati all’inquisizione e quindi nominare i mostri sacri pur di essere liberati, della Prima Repubblica.

2-La libertà piena dei cittadini di formarsi un’opinione libera da egemonie e propria per scelta sui misfatti del comunismo nostrano e sovietico (come a suo tempo sul fascismo) e di trarre proprie conclusioni sul sistema di negazione della realtà a fini di potere e di mistificazione scientifica della storia recente.

3-Ristabilimento pieno delle libertà individuali e costituzionali per il futuro della nostra Italia. La libertà di sentire il campanello di notte e pensare che sia un figlio che ha dimenticato le chiavi e non una cattura, spesso su ordini di magistrati armati di soli sospetti, sentire lo stesso campanello ai primi chiarori dell’alba e pensare che sia il lattaio o il giornalaio amico che lascia l’Avanti o l’Opinione davanti alla porta. Il diritto di non avere più inquisizioni politiche o per ideologie , né arresti notturni di persone incensurate, accuse senza la minima prova, sospetti scritti solo su carta per avere dal Gip il beneplacito all’arresto illegittimo, e poi processi equi e rapidi perché le prove si sono già cercate ( e trovate) prima di privare qualcuno della libertà personale.

Dobbiamo guardare avanti e pensare che le porcherie segnalate da un noto esponente di MD e del pool e poi colpite con lo staffile russo (knut o gatto a nove code) dal PM dr Nordio, ieri 3 marzo 2002, siano dietro le nostre spalle, sia per noi che per i nostri figli e nipoti. Mai più un massacro di un ceto politico democratico su liste pre- compilate, di persone da indagare comunque, mai più l’85% di innocenti per prenderne solo 15%, mai più 500 arrestati su 750 innocenti perché omonimi o per non aver commesso il fatto (ricordiamoci la gogna e l’arresto di Enzo Tortora), mai più favoritismi indegni come quelli che hanno permesso l’arrivo di capitali per la sovversione sovietica o le “sgridatine” a coloro che hanno messo a soqquadro, distrutto Genova e cercato di uccidere carabinieri dedicati al mantenimento dell’ordine pubblico.

Se, come spero le inchieste parlamentari porteranno per reazione a seguito della formazione e scoperta di realtà occultate finalmente ad una nuova giustizia, ben vengano. Il progresso di un popolo deriva anche dal saper rifiutare per il futuro (il tempo è una risorsa anelastica e non rinnovabile: una volta passato non si recupera più) comportamenti indecenti sanzionati dalla Convenzione dei diritti umani, legge nazionale e quindi applicabile subito sul suolo natio senza andare a Strasburgo.

Le tragedie del passato prossimo, l’assassinio delle prima repubblica per golpe devono essere la premessa di un nuovo diritto penale rinnovato nelle leggi e nelle mentalità, fuori dallo schema del potere e riportato a quello che è nella Costituzione: un ordine e un servizio non alla corporazione ma ai cittadini. Questa è l’unica via per rovistare nelle macerie create per scientifico interesse dai poteri forti, da parte della magistratura, da parte di opportunisti furbastri: trarne un vantaggio certo e generale per tutti, anche se futuro. Lasciando perdere le stramberie, elitarie e settoriali della gauche au caviar di importazione ed origine controllata o gli istrionismi italioti della sinistra massimalista, giacobina e professorale, comunque alle vongole.

Di contro la vera sinistra, quella dell’uscita di sicurezza alla Ignazio Silone, alla Saragat, alla Presidente Craxi, non massimalista o comunista, avrebbe il vantaggio di ri-trovare e ri-fare propria, la moralità della cosa pubblica: “salus rei pubblicae, suprema lex esto”. La moralità, una delle diverse caratterizzazioni degli uomini, non sopra le parti come le religioni o stati etici fascisti o come la religione terrena comunista, ma come caratterizzazione del benessere collettivo. E la giustizia fa parte di tale benessere collettivo ed è anche per questo motivo sottratta agli interessi delle parti. Possiamo concludere che una giustizia ingiusta e violenta nel decennio trascorso ha leso l’interesse collettivo e ha violato la moralità dell’interesse generale ponendosi al servizio di una parte politica, contro il dettato costituzionale.

Si darebbe prova in politica della teoria premiata con un Nobel a John F. Nash sull’equilibrio generale e del benessere collettivo, che l’equilibrio è qualcosa di interno al sistema e non di esterno o superiore o basandosi sulle influenze dominanti e su calcoli di molteplici soluzioni. Basta eliminare dai calcoli politici le soluzioni e le equazioni reazionarie e dittatoriali o la pressione delle influenze dominanti (alcune di esse non hanno titolo altro che per appropriazione indebita) per avere una soluzione equa; il ragionamento è contenuto nella Teoria dei Giochi del prof Nash e …. funziona.

Per chiudere il discorso odierno, il rimprovero più feroce che il PM dott. Nordio abbia mai scritto negli ultimi anni ed al quale molto umilmente, mi associo, colpisce presunzioni, arroganze, errori ed abusi, tutti comportamenti ed atti che mettono anche sotto accusa ingiusta quella parte della magistratura che ne è esente. Uno splendido risultato, far fare di ogni erba un “fascio”, pur di difendere il proprio passato comportamentale. Ricordiamo tra le nostre comuni radici laiche le battaglie e i libri di Victor Hugo ed anche il “J’accuse” di Emile Zola, a difesa del Capitano Dreyfus.

Jean Valjean