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 Caro Carlo, 
            su questo editoriale del 7/3 sta
            raccogliendo un consenso unanime e a me, parafrasando Totò, viene
            da chiedermi, sta avvedere che adesso il cretino sono io.
           
            Io credo che ci si debba battere per
            l'eliminazione di questi privilegi "territoriali" e non
            per la loro estensione con logica di campanile.
           
            A maggior ragione oggi che si affacciano
            all'Europa paesi come la Polonia ai quali l'Europa ha recentemente
            chiesto di far piazza pulita delle "zone franche".
           
            Il punto è quello di favorire la
            massima possibile produzione di ricchezza con il più razionale
            possibile uso dei capitali d'investimento, francamente in una logica
            globalizzata (senti senti) che senso ha se tale ricchezza viene
            prodotta a Cagliari, a Cracovia o a Cork?
           
            Saluti
           
             Rossetto
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 Egregio Professor Pelanda, innanzitutto una breve presentazione: sono un ex-funzionario UE ( oggi in pensione), veneziano ma che vota a Pantelleria avendola scoperta da ragazzo e capito quanto gli fosse congeniale . Da questa premessa capirà come mai il suo articolo abbia potuto suscitare un tale interesse da osare scriverle. Io sono da sempre fortemente impegnato alla preservazione delle caratteristiche e specificità delle Isole, in particolare di quelle minori del Mediterraneo. Purtroppo si è costretti a realizzare gli sforzi più impegnativi per contrare i falsi disegni di "progresso sociale" portati avanti proprio dalle Autorità isolane. Le Autorità regionali, nazionali e comunitarie non sono purtroppo migliori ! 
            Il problema è uno solo : nei
            territori insulari  sono di applicazione le stesse leggi in
            vigore nella terra ferma.
           
            Non si vuole capire che un'Isola
            si puo' gestire solo con leggi o norme specifiche che
            tengano conto delle specificità isolane, che sono uniche .
            E come unicum debbono essere studiate.
           
            Giustamente nel suo articolo lei
            ricorda che l'UE si basa anche sul principio " di compensare le
            aree penalizzate per essere geograficamente periferiche in relazione
            al centro europeo" ed auspica che il nostro governo negozi con
            Bruxelles una " competitività fiscale per le Isole" .
           
            La Commissione, malgrado che nel
            suo Secondo Rapporto sulla Coesione economica e sociale del
            31 gennaio 2001 riconosca "l'esistenza di vincoli
            specifici connessi ad alcuni territori dell'Unione, in particolare
            le Isole", essa  nei fatti, per la valutazione
            delle loro difficoltà socio-economiche, tiene conto soltanto dei
            criteri legati al PIL pro capite o al tasso di disoccupazione . Si
            svuota cosi ogni tentativo di soluzione dei problemi
            strutturali di queste regioni.
           
            E' necessario pertanto che
            l'interpretazione corretta dell'art. 158 del Trattato di Amsterdam
            sia che l'insularità è una fonte di svantaggi strutturali
            permanenti ed in quanto tale costituisce un elemento specifico da
            prendere in considerazione, accanto agli altri.
             
              Da qui l'esigenza di sollecitare la Commissione europea di
              concretizzare questo riconoscimento  elaborando delle
              politiche suscettibili di contenere e limitare le incidenze
              socio-economiche di questi vincoli naturali. 
             
              L'Intergruppo Isole del
              Parlamento Europeo nella sua Dichiarazione di Cagliari ( 23 e
              24 Febbraio 2001) chiede alla Commissione :
             
              "- di creare uno
              strumento finanziario particolare per questi territori nella
              futura politica dei Fondi Strutturali
             
              - di adottare misure
              specifiche nel quadro degli aiuti di stato e della fiscalità
             
              - di inserire nel quadro del Libro
              Bianco della " Gouvernance"  dei dispositivi
              suscettibili di permettere un approccio   coordinato
              degli strumenti e delle politiche comunitarie per le regioni
              insulari 
             
              - di interessare in
              queste azioni non soltanto i nuovi Stati membri e le loro Regioni
              ma anche le Regioni appartenenti ai Quindici
             
              - di analizzare la specifica
              situazione insulare in rapporto alla liberalizzazione del mercato
              dell'energia
             
              - di insistere sulla necessità
              di dare priorità allo sviluppo dell'energia rinnovabile nelle
              Isole tramite degli incentivi finanziari o fiscali " .
             
              L'Intergruppo non si rivolge
              solo alla Commissione, ma sollecita anche le Autorità locali
              delle Regioni Insulari affinchè" ottimizzino la gestione
              dell'energia e approvino politiche che prendano in considerazione
              l'efficienza energetica e sensibilizzino gli utenti delle regioni
              insulari, nonchè i turisti, ad uso razionale
              dell'energia..." .
             
              Auguriamoci che tutto cio'
              avvenga. Anche e soprattutto con il suo autorevole aiuto.
             
              Non posso non ricordare che le
              prime proposte per l'adozione di misure specifiche destinate alle
              regioni insulari furono presentate al Consiglio europeo di Rodi
              del Dicembre 1988 : ma è solo nove anni dopo , con
              l'adozione del Trattato di Amsterdam, che l'UE ha aperto la via a
              nuove decisioni e misure politiche a favore delle Isole !
             
              Nella speranza di non averla
              importunata oltremisura , la prego di accettare i miei più
              cordiali saluti.
             
              Con stima    
              Gianfranco Rossetto  7, Avenue du Vénézuela   
              B- 1000 BRUXELLEX    Tel/fax +32 2 660 22 80
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