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 EUROPA. SVIZZERA E RICICLAGGIO E’
          probabile che domenica prossima un referendum popolare non autorizzerà
          il Consiglio Federale a dare inizio ai negoziati per la partecipazione
          della Svizzera all’Unione Europea. Le ragioni sono molte, ma
          l’ultima causa di irritazione degli elveti è stato un rapporto di
          parlamentari socialisti francesi che in ben 300 pagine ha accusato la
          Svizzera di aver fatto troppo poco contro il riciclaggio del danaro
          sporco. Secondo Berna l’inchiesta dei parlamentari è una
          inframettenza indebita che ha  danneggiato
          presso la pubblica opinione  la
          piazza finanziaria. L’iniziativa socialista francese –
          surrettiziamente mirata  a
          scovare gli evasori fiscali di quel paese che vanta la più elevata
          tassazione in Europa - ha allarmato soprattutto coloro che più ci
          tenevano all’adesione, ossia  le
          banche ed altri internediari finanziari. L’imminenza del referendum
          ha reso l’iniziativa particolarmente inopportuna, così come
          inopportuna è stata giudicata in Svizzera la vendetta italiana che ha
          incluso la Svizzera tra i paradisi fiscali suscettibii di doppia
          tassazione per i ritardi nelle rogatorie 
          e talvolta i rifiuti svizzeri di levare il segreto bancario
          quando si trattava d’inchieste con malcelate finalità politiche e
          non di reati penali secondil il diritto svizzero. Bisogna
          riconoscere che il riciclaggio di danaro più o meno sporco, oggi
          internazionalmente annoverato tra 
          grandi crimini, si sta sviluppando ed accelerando per il
          sorgere di sistemi di clearing facilitati dalla diffusione del web. Si
          devono peraltro riconoscere  i
          successi di organizzazioni come l’OCSE che sta ottenendo l’impegno
          di molti piccoli profit sanctuaries (è di pochi giorni fa
          l’adesione delle Isole Seychelles) di modificare entro 5 anni le
          loro legislazioni protettive dei capitali stranieri.. Tuttavia, la
          battaglia internazionale contro il riciclaggio di danaro sporco
          rischia di deludere il mondo,  perché 
          il vero intento non è di colpire i grandi mali dell’umanità
          (commercio di armi e di droga), ma essenzialmente di impedire le fughe
          di capitali dai paesi ad elevata tassazione. La battaglia contro il
          riciclaggio è in realtà un aspetto della guerra anticapitalistica. 
          Non per nulla essa annovera tra i più strenui combattenti gli
          esponenti della sinistra europea. Tutti costoro vogliono accrescere la
          tassazione dei capitali per detassare il lavoro dipendente e
          finanziare lo Stato sociale dato che solo dalla politica assistenziale
          essi traggono voti e quindi potere.            
          Livio Magnani  |