Caro Prof. Pelanda,
finalmente ho trovato il suo indirizzo su "Il
Giornale" e provvedo
perciò ad inviarle la seguente segnalazione, che ho già
provato ad
inviare a "tutti", inclusi parlamentari italiani e
europei, ma "non
glie ne può fregare di meno"! Solo l'on. Raffaele
Costa ha mostrato
un certo interesse, ma la cosa sembra essere finita lì.
MI auguro che almeno Lei non resti indifferente, e segnali
apertamente la folle anomalia in qualcuno dei Suoi articoli.
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Nell'Unione Europea, ed in particolare in Italia, non lo sa
quasi
nessuno, ma le frontiere, nell'Europa del tanto rinomato euro,
non
sono realmente abolite.
È vero che si può viaggiare dall'estremo nord della Finlandia
a
Gibilterra portandosi dietro tutto quel che si vuole e senza
oneri
doganali, ma non si possono spedire merci da Milano a Ispra (VA)
senza FARE DOGANA!
Non ci credete?
Il Centro Comune di Ricerca - CCR (ex Euratom) della Commissione
Europea, un'organizzazione che più europea e comunitaria non si
può,
richiede tuttora che le merci ad esso dirette transitino per la
Dogana di Ispra, ed i documenti accompagnatorii siano da questa
vistati. Ciò in base alla legge 1 agosto 1960, n. 906, in
particolare l'allegato F, art. 5, 6 e 7 (G.U. n. 212 del
31-8-1960),
confermata dal Protocollo sui Privilegi e le Immunità della
Comunità
Europee, ratificato con legge 3 maggio 1966 n. 437.
Se continuate a essere scettici (non e' facile crederci!),
andate a
controllare di persona presso gli interessati (Ispra non
è così
lontana), e sappiatemi dire.
Come prova posso trasmettere, se vorrete gentilmente fornirmi un
numero di fax col nome del destinatario, il testo completo delle
istruzioni ai fornitori italiani del CCR, dal quale risulta
chiaramente quanto sopra esposto, e una bolla doganale di merce
spedita dalla mia società al CCR.
Si tratta chiaramente di materia di grande interesse per i
responsabili delle politiche comunitarie, in quanto ad
occhio mi
sembra una gravissima anomalia nel panorama europeo ed una
violazione di tutti i trattati UE. Un'inchiesta giornalistica
(volta
a segnalare ed a capire "cui prodest" questo regime)
ci starebbe
bene, anche se probabilmente non produrrebbe alcun effetto.
Chi ha interesse a mantenere la situazione invariata? Tutti: i
doganieri che se ne stanno tranquillamente a vigilare su un
confine
mai esistito e che non deve dare molto lavoro; lo spedizioniere
che
provvede allo sdoganamento; e poi i fornitori, che lo sanno, e
maggiorano le fatture per tenere conto dei costi aggiuntivi. O
forse
ci sono interessi occulti ben maggiori: avere un mezzo per non
pagare l'IVA può far gola a molti...
Il CCR (si tratta di super-statali!) paga le maggiori spese coi
soldi dei contribuenti europei e tutti sono contenti.
Solo il ministero delle finanze italiano (oltre ai contribuenti
europei) avrebbe da guadagnare qualcosa, eliminando la Dogana di
Ispra, ma è troppo occupato ad escogitare nuove tasse o a
mascherare
quelle vecchie per trovare il tempo di pensare ai risparmi!
Grazie per l'attenzione e buon lavoro!
Con stima e fiducia,
Giuseppe Pranzo-Zaccaria
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