29/03/2001

Caro Carlo,

 non vorrei utilizzare il suo spazio a fini privati, nè, tantomeno, sostituirmi alla penna di Montanelli, tuttavia la lettera del Signor Pinciroli mi solletica troppo.
 Ed allora mi rivolgo a lei gentile Signor Pinciroli.
Mi perdoni, ma lei da attivista di un partito che ha dominato l'Italia per quasi cinquant'anni si sentiva isolato, circondato, assediato?
Ma ha idea di quante persone in Italia grazie alla militanza nella D.C. si sono imboscate in ogni posto dove fosse possibile vivere senza lavorare?
Se Lei si sentiva accerchiato come pensa che si sentissero quelli che per cinquant'anni hanno cercato di scalzare la D.C. dal potere?
Ed è poi sicuro che i suoi amici della destra D.C. siano stati triturati? Lo sa chi è il Presidente della Regione Lombardia?
E cosa mi dice del Debito Pubblico e della situazione finanziaria in cui la D.C. ha ridotto l'Italia del 1992?
Del numero dei pubblici dipendenti, dei ferrovieri, dei postelegrafonici?
Guardi, caro Pinciroli, Lei è libero di difendere la sua storia ed il suo passato come crede, ma il puzzo della D.C. c'era allora e continua ad esserci adesso, soprattutto tra le file di Forza Italia.
Se Montanelli si turava il naso allora ed adesso non lo vuole più fare sono fatti suoi, certo è che, sondaggi alla mano, mi sembra ingeneroso dargli di quello che vuole stare con il potere.
Che l'alternativa sia Rutelli è una cosa assai grama, ma ancor più gramo è che l'Italia del centro destra non sia riuscita ad esprimere niente di meglio di Berlusconi e della sua corte di ex-democristiani.
 Con simpatia
 Loris Cereda