Si chiama Rula Jebrael, bella, furba, intelligente.
Sul sito http://www.telegiornaliste.com/jebreal.htm un
breve curriculum riporta testualmente quanto segue:
Nata
il 24/04/1973 ad Haifa in Palestina. Giornalista presso La7.
Scrive per il Messaggero.
Dunque "la bella palestinese"
dice di essere nata a Haifa in Palestina e, cosa strabiliante, in
Italia le credono.
E' la giornalista piu' gettonata in assoluto, parla bene l'italiano,
e' schierata...a sinistra, e' mora, occhi ardenti,
esotica, fortemente critica nei riguardi di Israele,
ammiratrice di Arafat, eloquio fluente e aggressivo che fa
molta presa sul pubblico italiano abituato da sempre a
bere ogni panzana palestinese su Israele.
Immancabile ospite di tavole
rotonde, ormai e' una pseudodiva, in ogni suo discorso cita
Arafat e la sua bonta', Sharon e la sua crudelta', il tutto condito
con un po' di triste destino dei poveri palestinesi,
attribuito, neanche a dirlo, a Israele e a Sharon.
E' comprensibile che un italiano medio non
sappia che Haifa sia in Israele ma risulta strano e anche un po'
comico che dei giornalisti ignorino la collocazione geografica di
un'importante citta' israeliana!
A questo punto mi sento in obbligo di
svelare un segreto ai giornalisti italiani, sperando di essere creduta
sulla parola:
Signore e signori Haifa e' in Israele!
Signore e signori, Rula Jebrael e' israeliana,
araba finche' volete ma israeliana.
La "bella palestinese" e' un araba di
cittadinanza israeliana, ha presumibilmente il passaporto
israeliano, e' nata in un ospedale israeliano, ha
studiato in una scuola israeliana, in un'universita' di
Gerusalemme Capitale di Israele.
Ha potuto, ...se religiosa, pregare
in una moschea o in una chiesa nel libero Stato di Israele che
l'ha fatta vivere in democrazia, che l'ha esonerata
dal servizio militare consentendole cosi' di iniziare gli
studi postliceali a 18 anni anziche' a 21 come i ragazzi
israeliani ebrei, drusi e beduini.
Rula e' parte di quel milione e
300 mila arabi israeliani, gli unici del Medio Oriente costretti
a vivere, ahiloro, in una democrazia e che, spesso, su
questa democrazia sputano fingendo di essere vittime della
perversione sionista!
Gli studenti arabi di Israele appena mettono piede in Europa,
soprattutto in Italia, diventano all'improvviso palestinesi. Rinnegano
il paese in cui sono nati , dimenticano la democrazia di cui
hanno goduto e si trasformano in povere vittime in tutto e per tutto
uguali ai palestinesi che vivono sotto il regime feroce e
terrorizzante di Arafat.
Certo, gli conviene farlo, come "poveri palestinesi" hanno
tutte le porte aperte, come israeliani sarebbero guardati con
sospetto, se non con odio e sarebbero ritenuti traditori sionisti
dagli altri arabi.
Giocano alla perfezione il loro nuovo status di vittime e ne raccolgono
i frutti.
La nostra "bella palestinese", grazie
a questo doppio gioco, sta facendo una carriera brillante
sponsorizzata da personaggi dorati come la bella, ricca e araba Afef,
moglie del proprietario de La7.
Rula Jebrael e' anche, e non guasta anzi
giova caspita se giova, militante di un sedicente movimento
palestinese per la democrazia e la pace
il che significa che la bella giornalista
non solo sputa nel piatto israeliano in cui ha lautamente
mangiato ma che, dopo averlo svuotato per benino e a suo piacere, lo
sta riempiendo allegramente di veleno.
Al caso di Rula Jebrael vorrei
contrapporre un' altra storia che spiega come il giornalismo italiano
sia spesso, come dire, ..... disinformato. ...? ....
Tempo fa a Porta a Porta venne presentata una
povera ragazza bruciata viva dalla famiglia e sfigurata al punto da
essere costretta a presentarsi con una maschera bianca sul
viso.
Questa poveretta era originaria di un villaggio
arabo in territorio "palestinese".
Ebbene, per tutta la durata della trasmissione
, non sono mai state pronunciate una sola volta le parole PALESTINA o
palestinese e la povera ragazza e' diventata piu' o meno
inconsapevolmente di nazionalita' "cisgiordana",
proveniente da un villaggio di un non ben definito Paese chiamato
"Cisgiordania".
Pur di non dover informare gli italiani che
nei territori i palestinesi bruciano vive le ragazze che
macchiano l'onore della famiglia, i mitici giornalisti italiani
hanno inventato una nazionalita' nuova , quella cisgiordana, e un
nuova nazione , la Cisgiordania , appunto.
Deborah Fait
|
L'indignazione e' immensa e giustificata. Nessuno pensava di vedere le immagini delle torture degli americani a danno di prigionieri iracheni. Umiliare chicchessia e' azione di una bassezza senza pari che niente al mondo puo' scusare.
Il mondo intero condanna l'America e L'America ha chiesto
scusa per quella ragazzotta con i capelli a caschetto che porta un
iracheno al guinzaglio e che insieme al fidanzato di turno se la
ride puntando il dito indice a mo' di pistola verso le parti intime
dei prigionieri.
Nessuna scusa a tanto abominio, giustamente, nessuna
attenuante. l'America democratica, la nostra America e' attonita e
vergognosa di fronte al mondo intero che l'accusa di barbarie.
Giusto, l'America o meglio alcuni dei suoi soldati hanno
sbagliato e si sono comportati in modo disonorevole e barbaro,
peccato pero' che, fra coloro che si scandalizzano, ci siano
anche alcuni serpenti striscianti ai quali dei prigionieri
iracheni non gliene potrebbe fregar di meno se non per
avere la possibilita' di trascinare Bush e gli Stati Uniti
nel fango e di schizzare soddisfatti il loro veleno
antiamericano.
A loro eterna vergogna provo a ricordare altre torture per
cui non hanno sprecato nemmeno una parola e sto parlando delle
troture dei palestinesi ad altri palestinesi.
Ci sono centinaia di fotografie, decine di video a
testimonianza di quello che accade da anni nei territori.
Abbiamo visto cadaveri carbonizzati di dissidenti
palestinesi appesi ai pali della luce di fronte a ragazzini che
ridevano sguaiati e isterici.
Abbiamo visto altri cadaveri appesi e squartati, a Ramallah,
per ordine del capo, il boss, il raiss, e la folla accanirsi
contro e toglierne le budella e il fegato e il cuore, infine
calpestarli fino a ridurli poltiglia.
Abbiamo visto bambini allevati nella religione della morte e
del martirio e altri portati in campeggi per imparare a sgozzare gli
ebrei.
Abbiamo sentito belle bambine di otto anni dire con aria
sognante di voler morire ammazzando tanti bambini ebrei.
Abbiamo visto due riservisti israliani che avevano sbagliato
strada essere catturati, squartati da VIVI e sbudellati, abbiamo
visto un ragazzo arabo affacciarsi alla finestra con le mani rosse
dopo aver strappato a coltellate il cuore di questi due ragazzi e
averlo usato per giocare a palla e poi abbiamo visto che li
buttavano dalla finestra dove, in strada, centinaia di folli
assetati di sangue li avrebbero ridotti a una massa di carni
sanguinolente senza piu' nessun aspetto umano.
Abbiamo saputo che il corpo di Kobi e Yossi, tredicenni,
hanno dovuto essere riscostruiti prima del funerale perche' i
palestinesi che li avevano linciati avevano tagliato tutto , dalla
testa alle dita dei piedi e avevano sparpagliato i pezzi in una
grotta.
Nessuno ha protestato, mai nessuno si e' scandalizzato, anzi
, veramente qualcuno ha detto qualcosa: Dalema ha detto che Israele
e' uno stato terrorista. Agnoletto ha detto che l'Europa dovrebbe
bombardare Tel Aviv, Morgantini ha detto ....meglio soprassedere,
per buon gusto, su quello che dice Morgantini.
I pacifisti hanno detto "siamo tutti kamikaze".
E chi taceva dove era?
Dove era l'ONU?
Dove era Amnesty International?
Dove era la Croce Rossa?
Dove era L'Europa?
Dove eravate tutti voi sepolcri imbiancati?
Dove erano le vostre dita puntate oggi contro l'America?
Avevate le dita occupate, c'era chi contava i soldi, c'era
chi scriveva cartelli contro Israele, c'era chi bruciava le bandiere
di Israele e Stati Uniti e c'era chi aiutava i palestinesi urlando
tutto il suo odio contro gli ebrei.
C'era anche chi l'11 settembre alzava le dita in segno di
vittoria: abominio che pochi hanno condannato.
Pertanto oggi la vostra indignazione e' piu'
vergognosa, piu' scandalosa e oscena delle azioni di quei
soldati americani che hanno disonorato la loro bandiera e la
loro divisa.
Loro verranno puniti, a voi non vi punira' mai nessuno.
Deborah Fait
|
Abbiamo passato una settimana infame.
Svegliarsi alla mattina e vedere sulla prima pagina dei
giornali le fotografie di giovani , belli, sani, nostri, i nostri
soldati ammazzati. Accendere la radio, col batticuore, per
le prime notizie della giornata, sentire il racconto di
quello che e' successo la sera prima, ascoltare i nomi ...sara'
qualcuno che conosco.....? Ogni israeliano incomincia cosi' la
sua giornata e la conclude cosi'.
Le notizie, i morti, i feriti, i funerali. Il dolore!
Poi e' la volta della televisione, le bare con la bandiera di
Israele, le mamme, i papa', i fratelli, gli amici, i compagni della
stessa base, disperati, lacrime, lacrime, singhiozzi, abbracci.
I padri che recitano il kaddish davanti alle bare dei figli,
e' contro natura, padri distrutti, la voce che trema, la voce che non
riesce a uscire.
Perche' sempre tanto dolore?
Poi altre immagini, terribili, i nemici che ridono, i
bambini palestinesi che guardano, sghignazzando con
soddisfazione, le foto delle teste mozzate, dei brandelli di
corpi violati e trascinati per tutta Gaza poi nascosti nelle
ambulanze della Mezzalunarossa.
Anche le ambulanze sono terroriste da quelle parti.
Con tutto questo orrore nel cuore, sulla pelle e nella carne, sabato
sera a Tel Aviv, in Piazza Rabin,c'e' stata una grande manifestazione,
250.000 persone, non della sinistra o della destra.
No, erano ebrei, erano israeliani che volevano dare il loro
appoggio a Sharon e al suo piano di separazione.
Israele sa stringersi nel dolore, Israele,
fratelli, famiglia, popolo, uniti come solo gli ebrei sanno esserlo.
Il mondo ce lo ha sempre invidiato e forse, anche per questo, siamo
stati odiati.
Guardando le immagini della manifestazione, immagini che
conosco a memoria per esserci stata tante volte, pensavo alle
manifestazioni italiane, alla violenza, alla guerriglia per le strade,
all'odio tra partiti, alle bandiere bruciate sempre e comunque anche
se la manifestazione e' per i pensionati.
Pensavo alle vetrine rotte, ai cassonetti dati alle fiamme.
Niente di tutto questo in Israele. Qui la politica
e' una cosa seria, non lascia posto alla delinquenza, qui si va alle
manifestazioni con i bambini sulle spalle dei papa', con le
carrozzelle, ci vanno i vecchietti tranquilli e sicuri, nessuna
paura, si canta , si canta l'amore per Israele, si canta la
voglia di pace, nessuna espressione di odio per i nostri assassini,
nessuno slogan urlato contro gli arabi.
Unica bandiera quella di Israele.
Che gioia, che orgoglio essere cosi'.
La gente non capisce, o non vuole capire, la grandezza
di questo popolo che riesce ad essere privo di odio e di
violenza dopo tutto quello che ha passato.
I canti di pace volano nell'aria, in Kikar Rabin,
e su in alto nel cielo si scontrano, via etere, con
le urla di odio del nemico che manifestava nello stesso
momento...con altro stile..
Pensavo, ma perche' li amano tanto laggiu' in Europa.
Non sanno?Non vogliono sapere.
Vedono? non vogliono vedere.
Ricordano? Non vogliono ricordare.
E allora ricordiamo, noi che abbiamo un cuore ricordiamo, noi
che siamo i cultori della memoria ricordiamo, noi che rispettiamo la
vita ricordiamo :
Trent'anni fa. Ma'alot, cittadina Galilea a nord di
Israele.
Tre terroristi palestinesi entrano in una scuola e prendono in ostaggio gli scolari e gli insegnanti. Vogliono l'immediata liberazione dei prigionieri palestinesi.
I bambini sono terrorizzati, gli insegnanti non possono far nulla
per loro se non stargli vicino e morire di paura .
I terroristi rifiutano ogni trattativa e incominciano il
massacro.
Corrono dietro ai bambini che, scappando, si nascondono sotto
i banchi nella ingenua speranza di non esser visti, urlano
di terrore, urlano, piangono. Mamma , papa', aiutami!
I terroristi li tirano fuori da sotto i banchi e li scannano,
gli sparano in testa a bruciapelo, senza pieta'. Quando mai hanno
avuto pieta'?
Maledetti, quando mai hanno pieta'?
Quanti bambini urlanti ci hanno scannato negli anni?
Uccidono, dunque, 21 bambini e due insegnanti prima di
essere uccisi dai soldati israeliani.
Il “Fronte Democratico di Liberazione della Palestina”,
gruppo marxista-leninista, che, come tutte le altre organizzazioni
palestinesi, continua ancora oggi a macchiarsi di crimini
ammazzando ebrei, rivendica il massacro di Ma'alot.
Nazisti, nient'altro che nazisti.
Assassini, nient'altro che assassini.
Eppure il mondo li ama, il mondo li difende, li
giustifica sempre, il mondo ha cuore solo due cose : l'odio
contro l'America e l'odio contro Israele.
Ventun bambini assassinati come bestie a Ma'alot? Non erano i
primi e non sarebbero stati gli ultimi.
"Terrorizzate il nemico" ha urlato ieri Arafat.
Noi pero' non siamo terrorizzati, vecchio demone, quelli come
te, nei secoli bui, ci hanno abituati a non esserlo ed e' per questo
che siamo sopravissuti a tutti i tuoi predecessori e sopravviveremo
anche a te!
Nessun terrore, solo tanto disprezzo per te e per le tue
bande di assassini, Mr. Arafat!
Andiamo avanti a ricordare. Dobbiamo perche' se non lo
facciamo noi chi lo fa?
Due anni fa Daniel Pearl fu decapitato perche' ebreo e
americano.
Due giorni fa Nick Berg e' stato decapitato perche' americano
e ebreo.
La reazione alla decapitazione di Daniel , costretto a dire
"Sono ebreo, i miei genitori sono ebrei" e' stata quasi
nulla.
I media ne hanno appena accennato come se nel duemila fosse
naturale decapitare la gente, gli ebrei, ancora gli ebrei.
La decapitazione di Nick ha fatto un po' piu' scalpore,
superato pero' dall'indignazione per prigionieri iracheni nudi e
tenuti al guinzaglio. Non solo, stanno gia' cercando il punto debole
del povero ragazzo, avra' avuto anche lui un tallone d'achille, No?
Cercano come matti per poter dire "beh, in fondo se lo e'
meritato". Ahhh che soddisfazione! e poi, via, il caso e' chiuso.
I poveri iracheni non potevano fare altro che decapitarlo...poteva
starsene a casa, che diamine!
E' possibile indignarsi di piu' per i maltrattamenti, seppure
ignobili, inferti a prigionieri che non sono ladri di polli che per lo
scannamento di un essere umano al grido di Allah hu Akbar?
Tagliavano e urlavano Allah hu akbar, tiravano quella povera
testa e urlavano Allah hu Akbar. Si e' sentito solo il grido disperato
di Nick , subito trasformato in rantolo e piangendo per il
raccapriccio uno pensa e spera che non abbia sentito troppo male, che
sia svenuto subito o quasi.
Si, e' possibile indignarsi di piu' per i maltrattamenti che
per questo orrore.
E' quello che sta accadendo.
I 21 bambini di Ma'alot, assassinati il 15 maggio 1973, li
ricordiamo soltanto noi.
I nostri 13 soldati i cui corpi sono stati violati e sparsi
nella sabbia e nella sporcizia li piangiamo soltanto noi.
Il mondo occidentale ha altri problemi, e' occupato a trovare
giustificazioni per gli assassini.
Deborah Fait
|
Da quando e' iniziata l'Operazione Arcobaleno a Rafah, hanno ripreso forza i messaggi e-mail di maledizioni a me in quanto israeliana e attraverso la mia persona, a Israele, a Tsahal, naturalmente a Sharon. Decine ogni giorno. Gente che si cela dietro un nick name, che sputa veleno, che mi innonda di odio e di insulti, che si dice dispiaciuta di non poter ricominciare la Shoa' per ammazzare anche questi 5 milioni di ebrei che tanto rompono le scatole al mondo.
I media danno in pasto alle loro
vittime designate , i lettori e gli utenti delle televisioni, le
notizie piu' terrificanti sulla cattiveria di Israele che vuole
fermare il traffico di armi al confine con l'Egitto, compito che
in realta' spetterebbe all'Autorita' palestinese, anche se nessuno
se lo ricorda.
Cosa e' successo per scatenare
ancora una volta tutto questo odio?
Semplice e tragico, sono morti dei
palestinesi durante un attacco israeliano.
I palestinesi attaccano e Israele
risponde, e' la legge di guerra.
La rabbia europea pero'
esplode in tutta la sua forza solo nel momento in cui Tsahal
interviene per fermare gli omicidi, i bombardamenti contro gli
insediamenti, il traffico di armi pesanti.
Cosa ci si aspetta quando
c'e' una battaglia in corso? Perbacco, ci si aspetta che i
genitori mettano in salvo i loro bambini chiudendoli in casa. Invece
no!
Sono tutti per le strade chiamati
dal tamtam del martirio, morire per Allah, la cosa piu' bella e santa,
glielo insegnano ogni giorno a scuola.
Succede allora che i
miliziani organizzino una grandissima manifestazione armata e che i
ragazzini palestinesi, a frotte, vi partecipino, appositamente
invitati a farlo, saltellando tra i mitra e i fucili dei
miliziani che sparano contro i soldati.
Una cannonata di avvertimento,
un'altra cannonata di avvertimento e infine una cannonata sbagliata
che colpisce la gente.
Succede che vi siano dei morti,
pare che il campo fosse minato per far saltare i tanks israeliani,
l'esercito si scusa, le prime notizie di fonte palestinese tentano di costruire
una seconda Jenin aumentando il numero delle vittime.
Per fortuna il tentativo non
riesce perche' Israele questa volta aveva fatto entrare i giornalisti,
le ambulanze, tutte le televisioni del mondo e la fantasia delle
fonti palestinesi non ha potuto trasformare in 800 gli 8 morti
rimasti sul selciato al termine degli scontri.
Naturalmente piomba la condanna
dell'ONU. Subito! Non eravamo ancora sicuri di quanto fosse accaduto
che tie', arriva la condanna.
Me li immagino al Palazzo di
Vetro, tutti la', pronti a scattare per precipitarsi a votare una
condanna contro Israele:
Israele ha attaccato? Si
Ci sono morti palestinesi? Si
Corriiiiiii, presto, al voto di
condanna, chi arriva ultimo paga pegno!
Un giorno dovremo fare la conta
per sapere esattamente quante condanne ONU si e' gia' beccato Israele,
credo sia roba da Guiness dei primati.
In piena Operazione Arcobaleno, lo
dico sempre che in questo paese non ci si annoia mai, arriva la condanna
a Marwan Barghouti, terrorista e ex-segretario di Al Fatah,
responsabile di decine di attacchi a Israele. Il Tribunale, che
si basa su prove certe, lo condanna per 5 omicidi che probabilmente
saranno 5 ergastoli.
Naturalmente la condanna non piace agli
osservatori europei che volevano l'assoluzione del terrorista.
Sono tutti la' a dimostrare i signori pacifisti. Israele ha l'ardire
di condannare Barghouti, un caporaletto di Arafat, uno che vuole lo
smantellamento di Israele ma per i pacifisti un uomo di pace.
Per i pacifisti Israele non
doveva processarlo, non doveva nemmeno arrestarlo naturalmente.
Israele non doveva e basta!
La conclusione e' che qualsiasi
cosa Israele faccia e' sbagliata, qualsiasi cosa Israele non faccia e'
sbagliata.
Se reagisce sbaglia, se offre e'
troppo poco, se tende una mano gliela mordono, se incomincia una
parvenza di dialogo c'e' subito un attentato pero' quello
che tutti ricordano e' la reazione ad esso.
Israele, come ti muovi, ti
fulmino!
Il mio amico Inghev lo esprime
molto chiaramente:
"Israele deve....Israele non
deve....Israele dovrebbe....Israele non dovrebbe....Israele la
smetta.....Israele incominci.....Israele restituisca...Israele si
ritiri.....Israele abbandoni.....Israele smantelli......Israele
rimborsi.....Israele rispetti.....Israele abbatta.....Israele
mantenga.....Israele dialoghi......Israele aggredisce....Israele
distrugge....Israele uccide....Israele deruba....."
....Israele....Israele......Israele....muori
!
Israele assassino, Israele
terrorista!
Israele devi cessare di esistere e
staremmo tutti in pace insieme ai nostri amici arabi.
L'Eurabia di cui parla Oriana
Fallaci e' gia' una realta', Israele da fastidio colla sua mania di
voler debellare il terrorismo. Quale terrorismo? Fantasie! Calunnie!
Se non ci fosse Israele non ci sarebbe il terrorismo. Semplice!
L'Eurabia di oggi fatica a capire
che, se avesse accolto gli appelli di Israele venti o trent'anni fa
e si fosse schierata con questa unica democrazia mediorientale,
oggi esisterebbe ancora l'Europa con la sua cultura e la sua
dignita'.
Non assisteremmo a decapitazioni varie, non
morirebbero tanti bambini e probabilmente, senza Arafat, esisterebbe
anche uno stato palestinese. Forse esisterebbe la pace.
Se l'Europa faceva l'Europa e non
diventava Eurabia.
Nel libro "la morte in
faccia" di Jacques Derogy - Noel Gurgand, che racconta la guerra
del Kippur, gli autori hanno scritto questa dedica:
"a quel bambino
israeliano che un giorno ci diceva -Se non saro' ucciso in guerra,
faro' il violinista".
Quel bambino aveva capito tutto.
Deborah Fait
Israele
|