Egregio Professore,
le accludo l'ultimo articolo
pubblicato su L'OPINIONE di Aprile 2001.
Con immutata stima.
Gianfranco Rossetto
( pubblicato su L’OPINIONE di Marzo 2001) Caro
Direttore,
il lungo calvario ( politico, burocratico e amministrativo)
delle Isole Minori , non è ancora finito . In un mio
precedente articolo ( “ l’ultima spiaggia delle Isole europee”
– OPINIONE del...) mi dichiaravo fiducioso : speravo nel Consiglio
europeo di Nizza (7-9 dicembre 2000) e nel conseguente Rapporto sulla
Coesione della Commisione ( 31 dicembre 2000 ) per veder
riconosciuto ai cittadini delle Regioni insulari , non di avere più
degli altri , ma di essere cittadini come gli altri. Sono stato
purtroppo eccessivamente ottimista. Infatti , ancora non ci siamo ! Ma, bisogna
riconoscerlo, un gran passo avanti è stato fatto : “ E’ ufficiale
! siamo svantaggiati” . Infatti è questo il titolo che hai sparato
in prima pagina de l’OPINIONE del 29 Dicembre 2000. Ma se il
criterio di situazione svantaggiata
è stato riconosciuto, perchè mai non si puo’ ancora dire di
essere soddisfatti e
sereni per il futuro ? Per due motivi
: -
si tratta di
dichiarazioni programmatiche
e -
i criteri
territoriali, geografici e sociali - essenziali per le Regioni
insulari - non sono stati esplicitamente aggiunti
agli attuali criteri di eleggibilità (legati essenzialmente al
PIL) per i finanziamenti comunitari. E non ci
tranquillizzano nemmeno le dichiarazioni del Commissario Barnier :
questi infatti ,come responsabile delle Politiche regionali,
rispondendo il 24 Ottobre 2000 alle fondate preoccupazioni dell’On
Segni , Segretario generale dell’Intergruppo Isole del Parlamento
europeo, ebbe a dichiarare : “ ... ho preso la decisione di avviare
uno studio sulla situazione socioeconomica delle Isole, al fine di
tracciare una sorta di bilancio e una diagnosi, il più possibile
precisi, su tali regioni insulari e non manchero’ di presentare io
stesso i risultati di detto studio che, spero, possano essere
disponibili nel secondo semestre del 2001.... e che mi consentirà di
preparare gli orientamenti per la futura politica regionale per il
periodo 2006-2013” . Gli studi e le
Commissioni parlamentari mi ricordano...le calende greche ! Per fortuna,
con grande tempismo, l’Intergruppo Isole del PEUR e l’Intergruppo
Isole del Comitato delle Regioni hanno indetto a Cagliari ( 23-24
Febbraio 2001) una Conferenza “ Le Isole dell’Unione Europea dopo
Nizza” alla quale hanno partecipato le Regioni
Sicilia , Sardegna, Corsica, Baleari, Canarie e
Creta. Questa
Conferenza ha adottato la cosiddetta “ Dichiarazione di Cagliari”
i cui punti salienti , indirizzati alla Commissione europea,
sono: -
invito a
prendere in considerazione non solo i criteri legati al PIL ,
ma anche quelli territoriali, geografici e sociali -
esigenza
di concretizzare il riconoscimento dell’esistenza di vincoli
specifici che influenzano negativamente le Isole, con l’elaborazione
di politiche suscettibili di limitare le incidenze socio-economiche di
tali vincoli
naturali -
invito
a creare uno strumento finanziario specifico alle Isole nella futura
politica dei Fondi Strutturali -
necessità di
adottare, nel Regime degli Aiuti di stato e della Fiscalità, delle
misure specifiche alle Regioni Insulari -
invito ad
inserire ,
nel quadro del Libro Bianco sulla “ Gouvernance” ,
dei dispositivi suscettibili di permettere un approccio coordinato
degli strumenti e delle politiche comunitarie per le Regioni Insulari -
richiamo affinchè la
futura politica di Coesione sia applicabile non solo ai nuovi Stati
membri e alle loro Regioni, ma anche alle Regioni , appartenenti ai
Quindici , che soffrono di handicaps geografici e naturali -
invito ad analizzare
la specifica situazione delle Isole in rapporto alla liberalizzazione
del mercato dell’energia dando una priorità allo sviluppo
dell’energia rinnovabile nelle Isole tramite degli incentivi
finanziari e fiscali -
necessità di
promuovere una politica ed una legislazione a favore delle energie
rinnovabili per le Isole che non sono collegate alle Reti Transeuropee
dell’energia , affichè possano essere selezionate come
azioni-pilota e beneficiare quindi di un sostegno finanziario adeguato -
necessità di
promuovere le infrastrutture di trasporto ed
energetiche legate al Continente e di prevedere misure
specfiche per i futuri
programmi TEN nei quali le Regioni insulari non sono ancora
sufficientemente presenti -
invito a creare delle
“Autostrade del Mare “ nel Mediterraneo e ad orientare
maggiormente le Reti transeuropee verso dei corridoi marittimi
plurimodali in grado di
permettere alle Isole di integrarsi con le grandi direttrici di
Trasporto internazionale -
invito a realizzare
un Libro Bianco sulla Politica integrata in favore di tutte le Regioni
insulari dell’UE -
necessità
di costituire un “ Gruppo insulare interservizi” presso il
Segretariato generale della Commissione europea Gli altri
punti sono indirizzati : -
alla Commissione
per le Isole della CRPM ( Conferenza delle Regioni periferiche e
marittime dell’UE) affinchè approfondisca durante la prossima
riunione di Porto Vecchio nel Giugno 2001 l’insieme di questi
orientamenti nel quadro del suo Studio “ Dimensione insulare e
ultraperiferica in Europa” -
-
al Comitato delle
Regioni affinchè elabori un piano di azione sul problema
dell’insularità secondo il Trattato di Amsterdam -
-
a tutte le Regioni
insulari affinchè costituiscano un Gruppo di Lavoro,
comprendente politici e tecnici di tutte le Isole dell’UE,
incaricato di
coordinare tutte le iniziative di interesse comune. Come
si puo’ notare , molto ma
molto resta ancora da fare ! Bisogna
comunque dire che alcune Regioni insulari si sono già mosse : la
Corsica, per esempio, nel Luglio 2000
aveva presentato alla Commissione europea un “ Pro memoria
per un riconoscimento delle specificità insulari della Corsica
nell’Unione europea”. Il
Commissario Barnier ha recentemente presentato alle autorità francesi
le linee principali della risposta che la Commissione , entro un paio
di mesi, ufficialmente darà alle richieste di deroghe della Corsica. Alcune
deroghe , sull’IVA di alcuni prodotti e beni , sembrano che
potranno essere accolte mentre per altre, relative all’Agricoltura e
all’Itticoltura, non sembra che ci siano speranze. Non
ho notizie di iniziative analoghe da parte delle nostre Isole nè da
parte dell’Ufficio Isole Minori insediato presso il Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali.
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