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        Caro Professore
         Rispondo e commento, tramite il sito, alla lettera del Sig.Celli. Il quadro é desolante, e siamo a Bologna. 
        Cordiali saluti
       
        Moreno Lupi 
         Caro Celli Solo oggi ho potuto leggere la sua missiva, dedicata ai
      Verdi, pubblicata sul sito del Prof. Pelanda. Mi punge vaghezza di aprire, tramite il sito, il corso ad
      alcune mie considerazioni, che il suo appassionato scritto suscita.   La situazione che Lei tratteggia, quella di
      Bologna, con tutto quell’intreccio di beghe, ripicche, sotterfugi,
      nominalismi, colpi bassi, invidie, dispetti e infantilismi, mi induce un
      sorriso, e il pensiero vola a quegli opportunisti, che, gabellando piombo
      per oro, parlano, straparlano, starnazzano sulla “centralità della
      politica”, sulla politica che “deve riprendere il suo ruolo”, sulla
      necessità di ottenere consensi per “programmi politici”, “sulla
      nobiltà della politica vera”, e via cantando. Bologna è lo specchio di
      come la politica, in Italia, sia quella del “contro”, mai, purtroppo,
      quella del “per”.   Per fare la politica del “per” bisogna
      riconoscere all’avversario pari dignità. La sinistra italiana non lo sa
      fare.  Per i DS, piaccia o no, l’unico vero
      programma politico è quello del possesso pieno, assoluto del potere.  Cito Gramsci “ogni atto politico è utile o
      dannoso, virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di
      riferimento il Partito, e serve ad incrementare il suo potere o a
      contrastarlo”.  Come dire: “Il fine giustifica i mezzi”,
      come dire “l’ArciCaccia” porta voti, come dire “ senza di noi sono
      nessuno”, come dire “noi legittimiamo, extra ecclesiam nulla salus”.
        Tutte queste cose le sanno benissimo i
      militanti, gli eletti, gli incaricati, ma “non cale”, appartenere alla
      maggioranza porta vantaggi e privilegi, due ministeri due, bel colpo! Le
      sanno anche i Sig.ri Celli.  Possibile che il “prototipo” d’elettore
      Verde, come Lei lo descrive, non lo sappia?  Va bene essere “animali” particolari, ma
      se sono: benestanti, residenti in quartieri non degradati, informati,
      buoni lettori di libri e riviste specialistiche, e, aggiungo io, in
      possesso di una cultura medio-alta, ebbene, tutte queste caratteristiche
      non possono generare, assolutamente, soggetti che “non s’interessano
      di politica”.  Perché, vede, Sig. Celli, il credere, il solo pensare, o
      peggio presumere che la difesa delle loro aspirazioni possa essere
      affidata alla sinistra italiana, sottolineo, italiana, come oggi si
      presenta e dare il voto a quei Verdi, che, nota giustamente Lei, Verdi non
      sono, é un atto pienamente politico.  E’ un atto politico insensato, è una speranza mal
      riposta, è un’illusione, è un’utopia.  Sono buoni lettori, di cattive letture. La favola della
      buona sinistra rispettosa dell’ambiente, ecologista, che pone l’uomo
      dopo la natura è una colossale mistificazione.  Ha visitato mai i paesi dell’Est, dove per 50 anni il
      potere del Partito, laggiù lo Stato non esisteva, è stato unico ed
      assoluto? Io sì. L’ecologia assassinata, misfatti ambientali enormi,
      Volga, Danubio, e, ciliegina sulla torta, nessun sentore di cultura
      ambientalista.   E allora? Perché votare Verde?  L’unica spiegazione risiede nell’atteggiamento del
      “contro”. Votare “contro” dà la sensazione di essere forte, di
      punire, di contare, di poter prendersi delle rivincite, perciò contro
      l’America, contro l’Occidente, contro la Destra, contro il mercato,
      contro il progresso, che la propaganda, non merita il rango di
      “cultura”, di più parti ha identificato col demonio. Ricorda la lotta
      furibonda, senza esclusione di colpi, che il cattolicesimo fece contro
      “la modernità”? Mentre il progresso, nella sua accezione complessiva,
      pratica e ideale, conduce alla libertà. Il comunismo è incompatibile con la libertà. Parole di
      Walter Veltroni. Quando dice la verità viene snobbato o minuscolizzato.  Tornando al dibattito promosso dal Prof. Pelanda, “Il progresso alleato con la giusta ecologia” dovrebbe
      esserle chiaro che l’abolizione o lo stravolgimento strumentale del
      progresso, non porta ad una giusta ecologia, e che la sola cultura che,
      faticosamente, con plurime difficoltà, con alti e bassi, con aspri
      contrasti interni da comporre, possa gettare le basi per una giusta
      ecologia, è quella liberale o, più precisamente, quella neoliberale.  Allora il Nuovo Verde, uomo tranquillo,
      pacato e benestante, che non avrà antipatia per la Destra, che vuole più
      verde nel quartiere, e pretende che gli alberi non siano divelti per far
      posto al cemento, che chiede correttezza e sincerità, deve, in primis,
      non votare a sinistra perché, da quella parte, gli esempi sono forniti
      anche da Lei, non potrà trovare la realizzazione delle sue aspirazioni.  Cordiali saluti Moreno Lupi hihlup@tin.it                 A Bologna, ma in tutta l’Italia centrale, io sono Toscano,
      i DS non possono, assolutamente, permettersi di perdere altro terreno.
      Sentono che il blocco di potere, Università, partito, sindacati,
      volontariato, cattolici sinistri, municipalizzate, Cooperative, Sanità,
      operai, e tutti i beneficiati con i soldi dello Stato,    
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