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06/09/2000
Caro Professore

Rispondo e commento, tramite il sito, alla lettera del Sig.Celli. Il quadro é desolante, e siamo a Bologna.

Cordiali saluti
Moreno Lupi 

 

Caro Celli

Solo oggi ho potuto leggere la sua missiva, dedicata ai Verdi, pubblicata sul sito del Prof. Pelanda.

Mi punge vaghezza di aprire, tramite il sito, il corso ad alcune mie considerazioni, che il suo appassionato scritto suscita.

 La situazione che Lei tratteggia, quella di Bologna, con tutto quell’intreccio di beghe, ripicche, sotterfugi, nominalismi, colpi bassi, invidie, dispetti e infantilismi, mi induce un sorriso, e il pensiero vola a quegli opportunisti, che, gabellando piombo per oro, parlano, straparlano, starnazzano sulla “centralità della politica”, sulla politica che “deve riprendere il suo ruolo”, sulla necessità di ottenere consensi per “programmi politici”, “sulla nobiltà della politica vera”, e via cantando. Bologna è lo specchio di come la politica, in Italia, sia quella del “contro”, mai, purtroppo, quella del “per”.

 Per fare la politica del “per” bisogna riconoscere all’avversario pari dignità. La sinistra italiana non lo sa fare.

 Per i DS, piaccia o no, l’unico vero programma politico è quello del possesso pieno, assoluto del potere.

 Cito Gramsci “ogni atto politico è utile o dannoso, virtuoso o scellerato, solo in quanto ha come punto di riferimento il Partito, e serve ad incrementare il suo potere o a contrastarlo”.

 Come dire: “Il fine giustifica i mezzi”, come dire “l’ArciCaccia” porta voti, come dire “ senza di noi sono nessuno”, come dire “noi legittimiamo, extra ecclesiam nulla salus”.

 Tutte queste cose le sanno benissimo i militanti, gli eletti, gli incaricati, ma “non cale”, appartenere alla maggioranza porta vantaggi e privilegi, due ministeri due, bel colpo! Le sanno anche i Sig.ri Celli.

 Possibile che il “prototipo” d’elettore Verde, come Lei lo descrive, non lo sappia?

 Va bene essere “animali” particolari, ma se sono: benestanti, residenti in quartieri non degradati, informati, buoni lettori di libri e riviste specialistiche, e, aggiungo io, in possesso di una cultura medio-alta, ebbene, tutte queste caratteristiche non possono generare, assolutamente, soggetti che “non s’interessano di politica”.

Perché, vede, Sig. Celli, il credere, il solo pensare, o peggio presumere che la difesa delle loro aspirazioni possa essere affidata alla sinistra italiana, sottolineo, italiana, come oggi si presenta e dare il voto a quei Verdi, che, nota giustamente Lei, Verdi non sono, é un atto pienamente politico.

E’ un atto politico insensato, è una speranza mal riposta, è un’illusione, è un’utopia.

Sono buoni lettori, di cattive letture. La favola della buona sinistra rispettosa dell’ambiente, ecologista, che pone l’uomo dopo la natura è una colossale mistificazione.

Ha visitato mai i paesi dell’Est, dove per 50 anni il potere del Partito, laggiù lo Stato non esisteva, è stato unico ed assoluto? Io sì. L’ecologia assassinata, misfatti ambientali enormi, Volga, Danubio, e, ciliegina sulla torta, nessun sentore di cultura ambientalista.

 E allora? Perché votare Verde?

L’unica spiegazione risiede nell’atteggiamento del “contro”. Votare “contro” dà la sensazione di essere forte, di punire, di contare, di poter prendersi delle rivincite, perciò contro l’America, contro l’Occidente, contro la Destra, contro il mercato, contro il progresso, che la propaganda, non merita il rango di “cultura”, di più parti ha identificato col demonio. Ricorda la lotta furibonda, senza esclusione di colpi, che il cattolicesimo fece contro “la modernità”?

Mentre il progresso, nella sua accezione complessiva, pratica e ideale, conduce alla libertà.

Il comunismo è incompatibile con la libertà. Parole di Walter Veltroni. Quando dice la verità viene snobbato o minuscolizzato.

 Tornando al dibattito promosso dal Prof. Pelanda, “Il progresso alleato con la giusta ecologia” dovrebbe esserle chiaro che l’abolizione o lo stravolgimento strumentale del progresso, non porta ad una giusta ecologia, e che la sola cultura che, faticosamente, con plurime difficoltà, con alti e bassi, con aspri contrasti interni da comporre, possa gettare le basi per una giusta ecologia, è quella liberale o, più precisamente, quella neoliberale.

 Allora il Nuovo Verde, uomo tranquillo, pacato e benestante, che non avrà antipatia per la Destra, che vuole più verde nel quartiere, e pretende che gli alberi non siano divelti per far posto al cemento, che chiede correttezza e sincerità, deve, in primis, non votare a sinistra perché, da quella parte, gli esempi sono forniti anche da Lei, non potrà trovare la realizzazione delle sue aspirazioni.

Cordiali saluti

Moreno Lupi hihlup@tin.it

 

 

 

 

 

 

 

 

A Bologna, ma in tutta l’Italia centrale, io sono Toscano, i DS non possono, assolutamente, permettersi di perdere altro terreno. Sentono che il blocco di potere, Università, partito, sindacati, volontariato, cattolici sinistri, municipalizzate, Cooperative, Sanità, operai, e tutti i beneficiati con i soldi dello Stato,