Gentile direttore,
Le mando copia della lettera cho mandato al Giornale di Vicenza in
risposta al suo articolo (Immigrazione, una risorsa su cui investire),
lettera che è stata pubblicata oggi.
Il dottor Perlanda sull' Arena di Verona e il presidente della
Repubblica
hanno ribadito che gli immigrati saranno una risorsa se gestiti bene.
Sicuramente in parte ciò è vero, ma bisogna anche cercare di
capire quali
cambiamenti porterà l' arrivo ogni anno di centinaia di migliaia di
immigrati in Italia.
Anche in Francia a partire dagli anni 60 furono richiamati dall' estero
migliaia di immigrati da varie parti del mondo per lavorare nelle
industrie
locali. Ad alcuni decenni di distanza avendo gli immigrati di fede
musulmana
un numero di figli di molto superiore ai francesi autoctoni (da 3 a 4
volte
tanto) e agli altri immigrati questi oggi rappresentano la grande
maggioranza della popolazione di origine straniera ed almeno il 10%
della
popolazione Francese con una proporzione molto superiore nelle classi di
età
più giovanili (in Francia non vi sono dati ufficiali sulla popolazione
divisa secondo il credo religioso).
Il fatto preoccupante è che, come riporta Le Figaro il 17 giugno,
l' Islam
diventa sempre più politicizzato e secondo lo stesso gerente
della moschea
di Parigi, un moderato vicino al governo, l' Islam radicale avanza di
moschea in moschea dopo aver vinto le elezioni per il primo concilio
nazionale dei Musulmani Francesi. Egli non esclude affatto che gli
islamici
più radicali
intendano creare partito islamico quando il numero dei musulmani
con
diritto di voto sarà più alto. Il presidente del gruppo dei fratelli
Musulmani, Thami Breze, vincitrice di questi elezioni afferma
candidamente
che il Corano è la
loro costituzione.
Certamente la cosa più sbagliata sarebbe da parte nostra
generalizzare
(ogni islamico è un estremista), ma non si può neanche chiudere gli
occhi di
fronte ai pericoli rappresentati dalla popolarità dell' Islam
radicale fra
i giovani musulmani che vivono in occidente (almeno per quanto riguarda
la Francia).
Sono le stesse donne di origine magrebina appartenenti all'
organizzazione
"Ni putes, ni soumises" (Nè puttane, nè sottomesse
-organizzazione sorta per
combattere la violenza contro le donne nelle banlieues di periferia) a
denunciare sul Figaro sempre il 17 giugno come gli islamisti usino
i loro
programmi di aiuto alle famiglie musulmane finanziati dai paesi arabi più
radicali per promuovere le loro idee nelle periferie abitate
prevalentemente
dai Francesi di fede musulmana. Il risultato è che oggigiorno molte
giovani
musulmane trovano innaturale passeggiare indossando una gonna, flirtare
apertamente e quelle che non portano il velo si sentono obbligate a
giustificarsi. I movimenti fondamentalisti sono così
riusciti a inculcare
complessi di colpa alle giovani musulmane se non seguono comportamenti
islamici. È anche capitato che donne musulmane vestite all'
occidentale
vengano prese di mira nei quartieri ad alta presenza islamica. Si
assiste
quindi non ad una maggiore integrazione, ma all' affermazione nei
giovani
musulmani della propria identità islamica proprio il fine che i
movimenti
islamici di stampo radicale si prefiggono. Con la pressione del gruppo i
fondamentalisti tentano di imporre le loro regole all'insieme dei
musulmani francesi e chi si
oppone apertamente rischia di ricevere minacce di morte.
Come spiega nello stesso articolo del Figaro l' islamologo Malek
Chebel i
responsabili di questi movimenti non attaccano in modo frontale lo stato
francese, ma imponendo delle norme morali di derivazione islamica
portano
i giovani musulmani ad una serie di rivendicazioni che di fatto mettono
a
rischio la laicità dello stato francese. È chiaro
che le loro richieste
aumenteranno man mano che il numero dei musulmani crescerà. Ciò che
succede
in Francia è secondo me molto più affine alla situazione Italiana fra
un po'
di anni rispetto alla situazione americana in quanto negli Stati Uniti
l'
emigrazione musulmana è stata molto contenuta essendo l'emigrazione per
lo
più ispanica.
Mi stupisco del poco risalto che viene dato in Italia ai tentativi
dell'
Islam fondamentalista di cambiare la Francia nonostante questo aspetto
sia
molto dibattuto su giornali come Le Figaro. Ora mi chiedo se già l'
Italia
non è in grado di far rispettare gli orari di legge alle macellerie
islamiche che stanno aperte quanto vogliono e nessuno ha il coraggio di
dire
che celare la propria identità è un reato a quelle donne completamente
velate che ogni tanto si vedono in giro come saprà l' Italia far fronte
alle
richieste di una minoranza estremamente agguerrita in continua crescita
numerica.
Gli immigrati saranno quindi sicuramente una risorsa per le imprese, ma
siamo sicuri che la situazione sarà gestibile in futuro quando il loro
numero (soprattutto il numero degli immigrati di fede musulmana) sarà
molto
maggiore di quello odierno e l' Islam di stampo più radicale grazie ai
cospicui
finanziamenti di cui gode tenterà di imporre le proprie idee ai
musulmani
che vivono in Italia. Bisogna anche considerare che mentre lo stato
francese
è uno stato forte la stessa cosa non si può dire dell' Italia più
incline ai
compromessi per il quieto vivere.
Cordialmente,
Paolo Zanoni, Francia.
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