28/06/2002
Egregio professore
 
nel complimentarmi per il suo articolo "Di bene in meglio" di oggi vorrei far notare che se il cittadino normale (e anche quello speciale tipo Sgarbi) non sembra apprezzare la politica del governo sul patrimonio immobiliare pubblico e si fa suggestionare da ridicole contestazioni dell'opposizione, a mio avviso,  è anche conseguenza della mancanza in Italia di una corretta gestione dei patrimoni immobiliari privati.
 
Ad eccezione delle grandi società proprietarie di immobili, che logicamente prestano la dovuta attenzione alla valorizzazione del patrimonio grazie alle loro strutture interne, il cittadino normale per i suoi normali problemi di gestione immobiliare non sa bene a chi rivolgersi perchè in Italia non esiste una categoria professionale al servizio dei privati proprietari di immobili per aiutarli in una corretta gestione del loro patrimonio.
 
La gestione dei normali patrimoni immobiliari privati attualmente è di fatto, ma non di diritto, in mano ai geometri/architetti ed ai ragionieri/commercialisti perchè in pratica nel settore vige la più completa anarchia e mancanza di rispetto delle poche e confuse norme esistenti (come potrà constatre dall'allegato); le categorie che in pratica gestiscono gli immobili dei normali cittadini, se hanno delle abilità amministrative per il patrimonio immobiliare le usano soprattutto per il proprio e non a favore dei loro clienti in quanto la loro attività professionale è orientata soprattutto verso la fase edilizia o verso le questioni societario/fiscali, non certo verso la gestione ordinaria del patrimonio immobiliare di terzi.
 
L'attività di gestione ordinaria dei patrimoni immobiliari nel resto del mondo è esercitata dalle agenzie immobiliari, ma in Italia come le avevo già scritto, chi si denomina agenzia immobiliare è di fatto una immobiliare (gestore di immobili propri) ed il professionista che si occupa maggiormente della gestione del patrimonio immobiliare dei privati è in definitiva il notaio il quale, con l'attuale sua preparazione solo giuridica, non è certo in grado di intervenire anche nel merito della gestione dei patrimoni dei suoi clienti ed infatti non si vedono notai che si occupano di locazioni (guadagnano già abbastanza con le compravendite) ed il settore è lasciato in mano a chiunque se ne voglia occupare (dai geometri, agli avvocati, ai commercilaisti più o meno regolari).
 
Approfittando ancora della sua cortesia le invio in allegato dei quesiti sui mediatori immobiliari pubblici e sulle borse immobiliari che avevo spedito ai ministeri competenti (?) ormai due ani fa ed in merito ai quali non ho mai ricevuto alcuna risposta; le sarei grato se potesse mettermi in contatto con qualche deputato che volesse interessarsi del problema, magari interrogando il governo in proposito, per avere finalmente almeno una risposta.
 
Temo però che i problemi sollevati dai quesiti tocchino troppe situazioni di "potere" e per questo i burocrati, dopo aver risposto (erroneamente) le prime volte le successive si sono ben guardati anche solo dallo sfiorare l'argomento, come può constatare dall'indice del dossier sui miei difficili rapporti con gli enti preposti a vigilare sul mercato immobiliare.
 
A proposito di riforme impossibili da attuare in Italia nel settore della gestione dei patrimoni immobiliari le segnalo che da ben 65 anni si attende di sapere dove depositare i regolamenti ed i nomi degli amministratori dei condomini, ma fin'ora nessuno ha ancora trovato il tempo di modificare l'art. 71 delle disposizioni transitorie del codice civile, come nessuno ha trovato il tempo di istituire il ruolo degli amministratori giudiziari previsto dall'art. 27 della legge sul fallimento del 1942, ma superato da un decreto del 1946 che ha affibiato il compito di gestire i patrimoni (in genere soprattutto immobiliari) degli imprenditori in difficoltà agli iscritti a vari albi, senza pretendere più una specializzazione.
 
Tenuto conto di questi fatti a mio avviso è evidente che il governo non può cambiare il sistema se non riformando le componenti dello stesso e pertanto se si vuole una riforma della giustizia civile si dovrà intervenire sulle professioni ad essa collegate (avvocati, periti, notai) e non solo sui codici di procedura, se si vuole una riforma del fisco sugli immobili che si fondi su criteri di gestione del patrimonio si dovrà intervenire sulle professioni collegate (geometri, architetti, notai, periti) e non solo sulle aliquote.
 
Nel ringraziarla in ogni caso della sua cortesia invio i migliori saluti
 
Suo Gianni Frescura