LE
POINT INTERNATIONAL (ediz.ital.)
n°13
del 18 nov 2002
UNA TENTAZIONE DI SPECULAZIONE Un
mezzo giornalista, con piglio da docente, un tempo protetto dal povero
Montanelli, è di recente assurto ai fastigi dei fondi del Corriere
nonostante un gergo pieno d’apostrofi che il Windows 98 definirebbe
“italiano(svizzero)”. Il suo successo è soprattutto basato sul
trucco di prendersela familiarmente con i grandi della terra.
Nell’ultimo suo pezzo dà del clarinettista a Greenspan perché
risponderebbe a domande con domande;
dice che, contornato da uno sfondo rosa carico, Bush non
rassicura perché rimpicciolisce
la bocca ed allarga la fronte non proprio da pensatore; non
convince neppure Prodi, le cui “convoluzioni” mascellari dovevano
essere più esagerate del solito, perché si è rallegrato che
l’euro avesse superato il dollaro. Scherzi a parte, il sullodato ha
rilevato anche una cosa che offre il destro a riflessioni. Le
previsioni per gli USA danno gli utili dei prossimi bilanci
in rialzo, poichè la svalutazione del dollaro
giova da subito ai profitti delle multinazionali, prima ancora
che crescano le esportazioni USA.
Effettivamente, i bilanci trimestrali di imprese con sede e
quotazione in america non potranno non registrare un sensibile
incremento negli assets afferenti a partecipazioni all’estero, come
effetto della rivalutazione dei cambi in dollari dell’euro, dello
yen ed altre valute forti, soprattutto in giugno.
Senonchè all’estero si sono verificate cadute dei corsi di
borsa superiori a quelle delle borse americane. Ne consegue che gli
utili dei bilanci delle società americane con partecipazioni
all’estero registrate tra le loro attività risulteranno cospicui
solo per le società non quotate di proprietà americana
che la casa madre potrà far certificare senza perdite in
valuta. Ecco alcuni
esempi riferiti al secondo trimestre
2002. Tra fine marzo e fine giugno scorsi l’euro in dollari
si è apprezzato del 14.3% e lo yen in dollari
dell11,7%. Contemporaneamente, l’indice Dow Jones di Wall
Street ha subito un calo dell’11,2%, l’ Eurostoxx del 16,5% ed il
Nikkei del 6,3% soltanto. E’ chiaro che se gli assets di azioni
europee quotate sono variati come l’indice Eurostoxx, l’effetto
sui bilanci trimestrali USA sarà di perdita dell’1,9% e quello
delle azioni giapponesi di guadagno del 5,1%. Poca roba, quindi! Ciò
vale, ovviamente, anche per i fondi comuni sui quali, però, c’è
ben poco da speculare, perché le quotazioni giornaliere già tengono
conto di cambi e corsi, mentre le multinazionali si aggiornano con
sensibili ritardi. Così gli assets per azioni non quotate che fossero
certificate come invariate nel secondo trimestre 2002, potrebbero
rivalutarsi quanto il cambio dell’euro (14,3% ) e dello yen (11,7%)
ossia in misura rilevante. Questa prospettiva sollecita una ricerca
sui portafogli esteri delle azioni americane per acquistare quelle che
registreranno i maggiori guadagni. Una guida, per non perderci nel
mare magnum delle azioni USA, potrebbero essere .le società che hanno
registrato, nelle quotazioni in dollari,
le maggiori perdite di cambio nel trimestre di rivalutazione
del dollaro più recente, ossia dal 30 giugno al 29 settembre 2000,
quando il corso di 100 euro è
disceso da 95,5 dollari a 88,30.
Buon lavoro di ricerca ai lettori curiosi!
Livio Magnani
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