23/07/2002

LE POINT INTERNATIONAL (ediz.ital.)                       n°13 del 18 nov 2002

                              UNA TENTAZIONE DI SPECULAZIONE

Un mezzo giornalista, con piglio da docente, un tempo protetto dal povero Montanelli, è di recente assurto ai fastigi dei fondi del Corriere nonostante un gergo pieno d’apostrofi che il Windows 98 definirebbe “italiano(svizzero)”. Il suo successo è soprattutto basato sul trucco di prendersela familiarmente con i grandi della terra. Nell’ultimo suo pezzo dà del clarinettista a Greenspan perché risponderebbe a domande con domande;  dice che, contornato da uno sfondo rosa carico, Bush non rassicura perché  rimpicciolisce  la bocca ed allarga la fronte non proprio da pensatore; non convince neppure Prodi, le cui “convoluzioni” mascellari dovevano essere più esagerate del solito, perché si è rallegrato che l’euro avesse superato il dollaro. Scherzi a parte, il sullodato ha  rilevato anche una cosa che offre il destro a riflessioni. Le previsioni per gli USA danno gli utili dei prossimi bilanci  in rialzo, poichè la svalutazione del dollaro  giova da subito ai profitti delle multinazionali, prima ancora che crescano le esportazioni USA. 

            Effettivamente, i bilanci trimestrali di imprese con sede e quotazione in america non potranno non registrare un sensibile incremento negli assets afferenti a partecipazioni all’estero, come effetto della rivalutazione dei cambi in dollari dell’euro, dello yen ed altre valute forti, soprattutto in giugno.  Senonchè all’estero si sono verificate cadute dei corsi di borsa superiori a quelle delle borse americane. Ne consegue che gli utili dei bilanci delle società americane con partecipazioni all’estero registrate tra le loro attività risulteranno cospicui solo per le società non quotate di proprietà americana  che la casa madre potrà far certificare senza perdite in valuta.  Ecco alcuni esempi riferiti al secondo trimestre  2002. Tra fine marzo e fine giugno scorsi l’euro in dollari si è apprezzato del 14.3% e lo yen in dollari  dell11,7%. Contemporaneamente, l’indice Dow Jones di Wall Street ha subito un calo dell’11,2%, l’ Eurostoxx del 16,5% ed il Nikkei del 6,3% soltanto. E’ chiaro che se gli assets di azioni europee quotate sono variati come l’indice Eurostoxx, l’effetto sui bilanci trimestrali USA sarà di perdita dell’1,9% e quello delle azioni giapponesi di guadagno del 5,1%. Poca roba, quindi! Ciò vale, ovviamente, anche per i fondi comuni sui quali, però, c’è ben poco da speculare, perché le quotazioni giornaliere già tengono conto di cambi e corsi, mentre le multinazionali si aggiornano con sensibili ritardi. Così gli assets per azioni non quotate che fossero certificate come invariate nel secondo trimestre 2002, potrebbero rivalutarsi quanto il cambio dell’euro (14,3% ) e dello yen (11,7%) ossia in misura rilevante. Questa prospettiva sollecita una ricerca sui portafogli esteri delle azioni americane per acquistare quelle che registreranno i maggiori guadagni. Una guida, per non perderci nel mare magnum delle azioni USA, potrebbero essere .le società che hanno registrato, nelle quotazioni in dollari,  le maggiori perdite di cambio nel trimestre di rivalutazione del dollaro più recente, ossia dal 30 giugno al 29 settembre 2000, quando il corso di 100 euro  è disceso da 95,5 dollari a 88,30.   Buon lavoro di ricerca ai lettori curiosi!

                                                                                      Livio Magnani