27/07/2001

Caro Carlo,

 anch'io, buon ultimo, vorrei aggiungere una riflessione sui famigerati fatti di Genova.
 A me francamente pare che l'accostamento tra i Blacks e i seguaci di Agnoletto sia culturalmente penalizzante per i primi.
Nell'epoca di dissoluzione in cui stiamo vivendo credo che il mio interesse e la mia attenzione vadano riservati ai contenuti del "singolo" più che alla volontà delle masse; cioè alla coerenza dei comportamenti del singolo più che alle finalità politiche perseguite.
Agnoletto, omino da sempre funzionale ad ogni movimento che si muoveva alla sinistra del PCI, è stato catapultato da precise direttive politiche alla testa di un movimento del quale non ha la benchè minima cultura di base, e i risultati si sono visti, ha portato a Genova una massa informe di borghesi globalizzati, che hanno creato le premesse del disastro, salvo poi ritirare la mano al primo volar del sasso.
Ma che diritto hanno questi figli della borghesia di scendere in piazza? Ma contro chi o cosa protestano? Ma quali scelte di vita sono pronti a compiere per un ideale più alto? Zero, zero assoluto.
Sono solo il mefitico esalare delle rovine del mondo moderno, antiglobalizzatori globalizzati, massificati come la maionese in un hamburger di Mc Donald's, privi di un qualsiasi sentire superiore, insomma gente che a me non interessa proprio e che nulla ha da insegnare al mondo.
I blacks sono altra cosa, perlomeno la loro coerenza è totale, estrema d'accordo, ma totale, a me i Blacks interessano, meritano che almeno si legga quello che scrivono, quello che vogliono, quello in cui credono. I Blacks sono l'unico contenuto culturale concreto che la piazzata di Genova ci ha mostrato, si può essere con o contro, ma almeno ci si confronta.
Agnoletto è orina nel mare.
 Loris Cereda