23/07/2001
Sono le ore 20.00 del 21 luglio 2001 e una giornata da dimenticare sta per finire qui a Genova.
Siamo sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo perche' il tanto sbandierato Vertice dei G8 si sta tenendo nelle meravigliose e luccicanti sale del Palazzo Ducale. Quegli otto personaggi chiusi li dentro, in un limbo del tutto artificiale, non sanno cio' che e' capitato e che ancora sta succedendo nel resto della citta'.
Perdonate questa mia mail che vi giunge non richiesta ma ritengo che, alla fine della seconda giornata di scontri, sia mio dovere di cittadina genovese denunciare cio' che e' capitato nella mia citta' anche prima di questi due giorni di fuoco. So che voi che abitate in altri luoghi sapete solo in piccola parte gli accadimenti di questi giorni ma penso che sia giusto essere piu' esaurienti al fine di farvi capire il grave torto che ci e' stato fatto.
 
Torniamo indietro di un paio di settimane, all'inizio di tutto quanto. Si decise che Genova dovesse essere militarizzata per assicurare il tranquillo svolgimento del Vertice. L'arrivo dei primi rinforzi di Carabinieri e Polizia non ha sconvolto nessuno; era si', una visione insolita per noi ma non ci disturbava. Giorno dopo giorno il numero di uomini in divisa e' andato aumentando e alle normali forze dell'ordine si sono aggiunti il Battaglione San Marco, la Folgore, la Marina, l'Aviazione e un certo numero di cecchini. Ci fu data l'assicurazione che i militari non sarebbero venuti in contatto con i manifestanti ma che sarebbero stati impegnati a difesa di punti sensibili quali il porto e l'aeroporto. A questo scopo e' stata perfino dislocata una batteria di missili terra-aria all'aeroporto, sotto sorveglianza di 400 militari dell'Aeronautica. Faccio notre che a Genova l'Aeronautica e' normalmente presente con pochissime unita'.
In un balletto di comunicati che hanno causato solo una grande confusione, veniva prima smentita e poi confermata la chiusura delle principali vie di comunicazione della citta': strade, autostrade, stazioni, aeroporto. Nessuno era piu' in grado di capire veramente cosa sarebbe rimasto operativo e cosa no durante i giorni del G8 e quelli subito precedenti.
A partire da martedi' 17 la citta' ha cominciato ad assumere un aspetto sempre piu' inquietante: ogni via che sbuca su Via XX Settembre (l'arteria principale della citta') era sorvegliata da un autoblindo quando dei Carabinieri e quando della Polizia, le normali pattuglie lungo le strade si erano smisuratamente ingradite fino a comprendere 10/11 elementi quando, in condizioni normali, bastavano pattuglie di due elementi. I negozi iniziavano a prendere misure di sicurezza, provvedendo ad installare robuste coperture di acciaio o legno a protezione delle vetrine e delle insegne per cui, sempre piu' negozi andavano chiudendo.
Poi, nei giorni a seguire, sono spuntate le gabbie: il simbolo della vergogna.
Genova era stata suddivisa da chi si doveva occupare della sicurezza del Vertice in tre zone: zona libera, zona gialla e zona rossa. La zona rossa, quella comprendente i palazzi del Vertice, doveva essere inclusa dentro ad una grande gabbia di acciaio fatta di tanti elementi a grata di 5 metri di altezza. Queste grate dovevano passare attraverso strade, piazze, vicoli tagliando radicalmente in due la citta' e avrebbero cessato di esistere alle ore 22 di domenica 22 luglio. Essendo una zona di massima sicurezza, solo chi e' in possesso di un pass puo' accedervi ma cio' ha comportato che famiglie intere siano separate, che anziane vecchine non possano andare a ritirare la loro pensioncina perche' la posta si trova magari in zona rossa e loro in zona gialla, che non si possa fare la spesa perche i negozi si trovano in zona non accessibile e cosi' via. Nel perimetro della zona rossa sono stati previsti dei varchi che sono risultati troppo pochi per il traffico e i bisogni dei cittadini che vi vivono all'interno. Le gabbie sono state innalzate tra mercoledi' e giovedi' scorso e venerdi' scorso i varchi sono stati saldati cosicche gli abitanti del Centro Storico incluso nella famigerata zona rossa sono virtualmente prigionieri. E' possibile uscire dalla zona tramite piccole porticine di mezzo metro di larghezza ma solo previo aver mostrato i documenti attraverso una piccola feritoia all'agente di turno. E' stato anche tragicamente provato che in caso di emergenza, i soccorsi non fanno in tempo ad arrivare dal momento che un anziano signore caduto da un balcone all'interno della zona "fortificata" e' deceduto in quanto i soccorsi non hanno fatto in tempo ad arrivare. Era stato trasportato malamente al di fuori delle grate a spalla in quanto neanche la barella poteva passare dal metro e mezzo della porta. All'interno della zona rossa giace il Centro Storico, una zona non certo delle migliori, priva di ospedali e con gran parte dei negozi chiusi a causa del G8.
I continui controlli, l'avvicinarsi del G8 hanno reso l'atmosfera di Genova irrespirabile, pesante, paranoica. La sera prima dell'inizio del Vertice pareva di vivere in una citta' spettrale... nessuno in giro, la zona rossa totalmente spopolata, la vita ferma.
 
Mentre i genovesi erano sottoposti a continue perquisizioni, controlli di documenti, forzati ad allungare i loro consueti giri di chilometri perche' non erano autorizzati a camminare nelle loro piazze e nelle loro vie, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, veniva a Genova spesse volte per supervisionare gli ultimi ritocchi ai preparativi del vertice. Non gli e' piaciuto il modo in cui un monumento era stato pulito e l'ha fatto ripulire.  Non gli sono piaciuti i silos della citta' e li ha fatti coprire con dei teli. Stessa sorte per alcuni palazzi di architettura moderna, ricoperti da teli raffiguranti facciate di palazzi piu' gradevoli. Ha ritenuto che un solo colore di fiori per le aiuole fosse una grave mancanza e ne ha preteso tre. Ha voluto piante di limoni per le sale del G8 ma dal momento che le povere pianticelle non avevano limoni ai loro rami, li ha fatti aggiungere appendendoli coi fili. Ha protestato cercando di far vietare alle massaie del Centro Storico di stendere i loro panni perche' da Palazzo Ducale era una vista disdicevole e cosi' via. Evidentemente tutto cio' era molto piu' importante che la sicurezza dei genovesi.
 
Veniamo a queste due tragiche giornate, oggi e ieri. Era prevedibile che in mezzo a migliaia di manifestanti pacifici potessero nascondersi dei guerrafondai e si sapeva che poche centinaia di loro avrebbero potuto mettere in ginocchio la citta'. Nonostante questo, la zona intorno al G8 era blindata, assolutamente impenetrabile (almeno nei piani di chi la zona rossa l'aveva ideata cosi') mentre il resto della citta' risultava sguarnito.
Ieri, intorno alle 12.30, gli anarchici insurrezionalisti, i cosiddetti squatter, hanno abbandonato il corteo dei pacifisti per seminare distruzione. Hanno attaccato tutto cio' che hanno incontrato lungo la loro strada, bruciato automobili, distrutto, bruciato e saccheggiato negozi, sporcato muri, divelto pali, demolito stazioni di servizio per procurarsi benzina per le loro bombe molotov. Hanno annichilito tutto quanto sul loro percorso e il loro percorso ha interessato i quartieri di Quarto, Albaro, San Fruttuoso, Marassi, Foce, Staglieno, Castelletto. Potete immaginare anche voi che non conoscete Genova che si tratta di una fetta molto grande della citta'. Il conteggio delle auto in fiamme, dei negozi cancellati, degli arredi urbani demoliti e' infinito. La Polizia che ha fatto? Niente, li guardava mentre distruggevano la citta' e non muoveva un dito per fermarli. In compenso ha manganellato gruppi di contestatori pacifici mentre un'orda di assatanati metteva a ferro e fuoco la citta' impunemente.
Ho visto coi miei stessi occhi assalire il carcere a colpi di molotov, ho sentito andare in frantumi le finestre e ho visto alcune camionette dei Carabinieri ferme a 400 metri, immobili. Nessuno ha fermato quegli invasati e una volta capito che col carcere non si otteneva niente, hanno proseguito la loro strada di distruzione risalendo le vie fino a lambire la mia, distruggendo ogni cosa.
Intanto, la zona intorno al G8 straripava di forze dell'ordine ferme, intente al massimo a manganellare i contestatori pacifici. La zona rossa, nel frattempo, la zona piu' sicura del pianeta, era stata violata da quattro persone che pacificamente avevano sbullonato la grata e si erano introdotte all'interno dell'area di massima sicurezza.
 
Oggi, stesso discorso. Pensavamo che la lezione di ieri fosse stata di una qualche utilita' ma invece nulla. Anche oggi questi barbari sono stati lasciati liberi di distruggere la citta' senza essere minimamente ostacolati. Si sono perfino presi l'ardire di assaltare una stazione di Carabinieri e la Questura. Poi, come a risolvere in parte l'arcano, e' arrivato un comunicato del Sindacato di Polizia che denuncia come a Genova siano stati mandati rinforzi composti al 50% da ragazzi alla loro prima esperienza sul campo invece degli uomini di provata esperienza, come era stato assicurato. Cio' ci ha reso chiaro come mai che non avessero la forza di attaccare delle bestie inferocite. Di bugie, sapete, ne sono state raccontate tanto. Ci era stato assicurato che la stazione ferroviaria di Genova Brignole sarebbe rimasta aperta per favorire il deflusso dei contestatori ed invece e' stata chiusa e riaperta oggi in fretta per permettere ai contestatori pacifici di scappare letteralmente da Genova invasa e in fiamme. Ci era stato promesso che i militari non sarebbero stati impiegati per respingere i manifestanti ed invece Via XX Settembre e' presidiata dalle Forze Armate.
La nostra citta' e' stata lasciata in mano a un branco di bestie che hanno spadroneggiato come hanno voluto mentre l'elite delle nostre Forze Armate era a non fare niente nei pressi di Palazzo Ducale. Tutto cio' e' una vergogna.
Oggi George Bush si e' congratulato con le forze dell'ordine dicendo che il loro primo impegno era quello di difendere loro otto... E' disgustoso che un capo di stato possa dire una cosa simile a fronte dei danni subiti da una citta'... anzi, dalla citta' che lo sta ospitando.
Stamani ho fatto una passeggiata a poche centinaia di metri da casa mia, dove ieri sono passate le orde dei barbari: ci sono segni dappertutto del loro passaggio e mi domando, assommati a quelli del resto della citta', quanti miliardi lo Stato dovra' darci per risarcirci dei danni subiti.
 
La mia citta' questa sera non e' piu la Genova di sempre. Conta miliardi di danni, esercizi completamente spazzati via e conseguentemente molti posti di lavoro saltati, automobili ridotte a carcasse fumanti, pali, panchine, aiuole divelti e sbattuti in mezzo alla strada, perfino strade la cui pavimentazione e' stata usata a mo' di arma, ancora sento il rumore degli elicotteri sopra alla mia testa e urla dei manifestanti che se ne stanno tornando nelle loro citta'. Ho visto colonne di fumo nero alzarsi dai quartieri, fuoco aggredire e i pompieri impossibilitati ad avvicinarsi per spegnerlo perche' minacciati seriamente dagli squatter, gli stessi Carabinieri del Tuscania affermare che non hanno visto una simile cieca e sorda violenza neanche in Kosovo. Ho visto muri imbrattati di scritte che nessuno sapra' decifrare perche' in tutte le lingue, sangue che colava dai visi di manifestanti e poliziotti, ho visto una violenza inutile e fine a se stessa che ne ha alimentata altra nei genovesi che non hanno potuto incolpare quel povero Carabiniere ventenne per essersi difeso.
Mentre l'inferno si scatenava a Genova sotto forma di violenza e fumo di roghi e lacrimogeni, laggiu', a Palazzo Ducale, i sorrisetti e i complimenti si sprecavano, falsi e falso tutto laggiu', come i limoni attaccati alle piante e i teli con le facciate piu' belle. Per otto persone che certo chiamare grandi e' troppo, e' stata sacrificata una citta' di 700.000 abitanti, prima imprigionata e poi data in mano ai teppisti lasciati a sfogarsi in quartieri inermi purche' non si avvicinassero alla zona dei colloqui.
E' stato chiesto agli otto di rinunciare al G8 e concluderlo anzitempo per salvare la citta' e loro non ci hanno neanche pensato, hanno proseguito e per il secondo giorno di seguito la citta' e' stata ferita e violentata da scontri perfettamente inutili. Com'e' possibile, alla luce di tutto questo, pensare che questi signori tengano in qualche modo in considerazioni le sorti del Terzo Mondo se hanno dimostrato totale indifferenza per una citta' del Primo Mondo?
A questa mail di denuncia (di cui mi scuso per la lunghezza) mi sono permessa di aggiungere alcune piccole immagini di bassa qualita' per rendere veramente l'idea di cio' che oggi e ieri abbiamo vissuto qui a Genova. Chiedo a tutti voi, per permettere a otto persone come noi di radunarsi e parlare per un solo giorno di false promesse (perche' poi il G8 vero e proprio e' durato solo da ieri pomeriggio a oggi pomeriggio) valeva la pena sacrificare una citta' intera?
Grazie per aver avuto la pazienza di arrivare fino in fondo a questa mail.
 
Stefania Bosi
Genova
 
Foto tratte da "Il Corriere Mercantile" di sabato 21 luglio 2001
Genova1: scena di tafferugli in una via cittadina
Genova2: auto capovolta e bruciata come altre decine in mezza citta'
Genova4: autoblindo dei Carabinieri in fiamme (l'autista e' in ospedale con il cranio sfondato)
Genova5: teppista in azione