17/06/2004

Caro Carlo Pelanda, ho letto con molto interesse il Suo articolo sul Giornale di stamane "La prova dei Fatti" e le prime "timide" considerazioni del dopo elezioni testè concluse.

Ho preferito chiamarle "timide" le Sue considerazioni, non per povertà di contenuti, anzi, ma perchè mi sono reo conto di quanto sia difficoltoso e pericoloso in questo momento delicato della politica della Cdl, con i suoi instabili equilibri, proporsi e proporre orientamenti mirati, anche se sono convinto che singolarmente, ciascuno di noi, è sicuro di avere in serbo la panacea di tutti i problemi ( me compreso).
E' decisamente difficile il momento: basta una parola detta con un accento, una virgola in più, pr farti passare da rivoluzionario, da cartista.
Ricordo anch'io la prima Officina indetta dalla coalizione alla ricerca di un comune accordo e consolidare idee, ideologie diverse per farle convergere in una sola proposta vincente, come poi avvenuto.
Sono d'accordo quando cita che Adornato nel duemilatre, ha tentato, inutilmente, di proporre una seconda Officina, ma i partiti, ormai sicuri, presuntuosamente, di aver trovato la formula magica del buon governo , hanno putroppo fatto prevalere le ideologie dei singoli, rispetto alle necessità di un Paese che doveva e deve essere trasformato e riformato come da proghamma: ora ne stiamo pagando, purtroppo, le debite conseguenze: ma  questo non ci impedisce, non ci vieta, sebbene il tempo limitato rimasto, di correggere il misfatto.
Sempreche l'interesse  per la Comunità tutta, prevalga sulla volontà ideologica dei singoli partiti, senza azzuffarsi e nascondersi dietro " qualche spicciolo in più" guadagnato in termini di voti elettorali, Le pare ?
Berlusconi ha detto che occorre un nuovo "slancio riformatore" ( facendo sarcasticamente sorridere, per le parole espresse, il "Guru" Padellaro); io propendo per il Suo concetto, ovvero <...garanzie di transizione e gradualità....>, l'importante che si facciano in fretta....ieri al massimo.
Con costante stima,
Edoardo A., Padova