01/06/2002
Scienza libera, contro i pregiudizi
 
Con riferimento al discorso del Primo Ministro Blair, tenuto alla Royal Society, mi permetto di fare alcune considerazioni:
 
Mi rendo conto della responsabilita' e delle preoccupazioni di un Capo di Governo che il proprio Paese non resti indietro nella competizione scientifica e tecnologica internazionale.
 
Tuttavia l'esempio "di un gruppo di accademici che erano anche in affari nell'ambito delle biotecnologie" e' un chiaro caso di interessata applicazione delle scoperte scientifiche, cioe' di quel connubio tra scienza e sfruttamento delle scoperte, cosi' rischioso per l'Umanita' e che il Premier avrebbe fatto meglio a criticare che a prendere come esempio.
 
Naturalmente, nel testo, il Premier non poteva definire abbastanza chiaramente i criteri per stabilire quando usare il termine "pregiudizio" e quando il termine "precauzione".
Purtroppo di solito si usa il termine pregiudizio prima della catastrofe e il principio di precauzione dopo.
Come nel caso della "mucca pazza", giustamente citato dal Premier ed in particolare:
 
"Qui la scienza ha identificato un nuovo problema...... Non e' stata la cattiva scienza a diffondere "mucca pazza", e' stata la cattiva agricoltura".
 
In verita' e' un chiaro esempio di errore della scienza (agroalimentare) scoperto poi da un'altra scienza (biologia) ma dopo qualche decina di anni (di questi esempi sarebbe interessante stilare una casistica). Il che da' ragione al concetto di "precauzione" e non a quello di "pregiudizio".
 
Nel caso specifico il Governo inglese, Primo Ministro Lord Major, era pero' al corrente che la causa del morbo derivava dai mangimi artificiali, e tale verita' e' stata tenuta nascosta ai consumatori, continuando ad esportare tali mangimi.
 
Ora, dal momento che il Premier afferma con chiarezza nel suo articolo "Nulla dovrebbe limitare il principio di precauzione ......." e ringraziandolo per la sua dichiarazione, ritengo che sarebbe utile dare a tale principio un supporto oggettivo.
 
Mi rendo anche conto della difficolta' della sua applicazione, ma si potrebbe intanto chiedere al Premier di promuovere a livello internazionale il principio giuridico per cui:
 
"Qualunque scienziato e/o ricercatore che venisse a conoscenza degli effetti negativi dell'applicazione di una scoperta e/o invenzione e' obbligato a comunicarlo all'Autorita' Internazionale competente la quale a sua volta deve comunicarlo all'opinione pubblica.
 
Fermo restando il diritto di qualunque soggetto giuridico di qualunque paese di citare in giudizio chi continuasse ad applicare la tecnologia in questione".
 
Questo consentirebbe di arginare piu' rapidamente i danni in tutti quei casi nei quali non fosse stato sufficientemente applicato il principio di precauzione.
 
Consentirebbe altresi' alla scienza di non sentirsi legata, nel suo lavoro, da considerazioni etiche.
 
Rimarra' poi da stabilire cosa e' "male", ma questo fa parte del cammino filosofico dell'Umanita' che pero' potra' intanto contare su uno strumento per poter proteggere i valori etici acquisiti.
 
Con i migliori saluti
 
Paolo Roberto Imperiali
 
 
Translation
 
Free Science, against prejudices
 
As far as the Prime Minister Blair speech at Royal Society is concerned, I would like to do some considerations:
 
I understand the responsibilities and worries of a Chief of a Government that his own Country does not remain behind in the international scientific and technological competition.
 
However, the case "of a group of academicians, who were also in business in the field of biotechnologies" represents a clear example of interested application of the scientific discoveries, i.e. of that union of science and exploitation of discoveries, which is so hazardous for Humanity and should have been criticized by the Premier and not taken as example.
 
Naturally, in the text, the Premier could not define clearly enough the criteria to establish when it is possible to talk abour "prejudice" and when it is possible to talk about "precaution".
Unfortunately we usually talk about "prejudice" before the catastrophe, and we talk about "precaution" afterwards.
As in the case of the "mad cow disease", which has been rightly quoted by the Premier and in particular when he said:
 
"Here science has identified a new problem ...... Not bad science spread the "mad cow desease", but bad agriculture did it".
 
In reality, it is a clear example of mistake made by science (agroalimentary) discovered later by another science (biology) but after some decades (it would be interesting to do a casuistry of these examples). And that gives reason to the concept of "precaution" and not to the "prejudice" one.
 
In this specific case, the U.K. Government, Prime Minister Lord Major, knew that the cause of the disease came from artificial fodders, and this truth was concealed to consumers, going on exporting these fodders.
 
Now, since the Premier clearly says in his article "That nothing should limit the principle of precaution ...." and thanking him for his declaration, I think it would be useful to give an objective support to such a principle.
 
I know the difficulty of its application, but in the meanwhile we can ask the Premier to internationally promote the juridical principle that:
 
"Any scientist and/or researcher, who discovered the negative effects of the application of a discover and/or invention, is obliged to communicate it to the competent International Authority that in its time must communicate to pubblic opinion.
Naturally anybody in any country can sue those who go on applying this technology".
 
That would more rapidly limit damage in all those cases where the precaution principle was not sufficiently applied.
 
And science would not feel bound, in its job, by ethical considerations.
 
Then, we will have to establish what is "bad", but this is part of the philosophical path of Humanity, who could anyhow count on an instrument in order to protect the ethical values acquired.
 
Kind regards
 
Paolo Roberto Imperiali