04/06/2001

Pubblicato sull' Avanti

Si è concluso ieri a Roma un convegno di due giorni e mezzo su: “L’uso politico della Storia” sul revisionismo, l’antirevisionismo, la storia bugiarda e quella condivisa, organizzato da l’Opinione e dal suo Direttore.

Importante e qualificata la partecipazione di Professori di storia non solo italiani, di diversa inclinazione e ideologia, ma con una caratteristica in comune: il non essere allineati e meno che mai ossequiosi del potere politico, quale che sia il potere.

 

Debbo dire al cortese lettore che è stata una “illuminante” presa di coscienza e di verifica.

Non c’è Professore che non si sia sentito vincolato dal dire come la pensa, al di fuori dei diversi schemi ideologici personali, e questo fatto è una garanzia di serietà e di rispetto per la verità storica, quale che sia.

Intellettuali seri a cui va riconosciuto il merito di non essere servi di “servo encomio (prima) o di codardo oltraggio (ora)”.

 

Mi hanno colpito al mento come un uppercut ben diretto, caro lettore, alcuni fatti incontrovertibili che sono emersi dalle relazioni di ricerca storica.

 

Intanto non si dovrebbe parlare di revisionismo, in quanto quella che conosciamo e che ci è stata ammannita per tanti anni, (troppi) non è “la storia”, ma la “vulgata”, la cronaca “ad usum delphini”, i miti (peraltro necessari come le religioni), la difesa orgogliosa della propria ideologia, ma una difesa oltranzista del proprio interesse di bottega con l’arma dell’intimidazione, dell’egemonia, della censura delle informazioni scomode o rivelatrici di verità profonde, delle parole d’ordine.

 

Sappiamo ora ma va diffuso – credo che l’amico Diaconale – vorrà e dovrà dare alle stampe gli interventi e atti del Convegno.

I fatti che mi hanno colpito, sono i seguenti:

-         si tiene accuratamente nascosto da parte degli americani che il razzismo non fu un fatto specificatamente europeo e reso evidente dai misfatti nazisti, ma fu anche un fenomeno Usa con la consegna ai pellerossa Sioux (ma anche Apaches) di coperte impregnate di germi del vajolo, al fine di accelerare la distruzione per malattia, di questi primi ed autoctoni abitanti dell’America del Nord.

Si tratta di fatti dell’ottocento, delle guerre indiane, lontane nel tempo, ma solo oggi rese note. Si vede che l’abitudine di confessare i propri delitti molto dopo che sono avvenuti e quando non c’è più tempo per riparare, non è un’abitudine solo cattolica ma ha a che fare con una certa condizione umana, dove il razzismo del vincitore è onnipotente.

 

-         si tiene accuratamente nascosto che lo Stato italiano come tutti gli altri Stati interessati, paga al nuova Russia contributi per i documenti sovietici che lo riguardano e segnatamente per noi italiani, i documenti e i rapporti tra il PCI e l’Urss direttamente o tramite l’ >istituto di beneficenza< chiamato KGB, dal 1919 alla caduta del Muro di Berlino ed oltre. Ma, a differenza degli altri Stati e in singolare (ma non troppo singolare) sintonia con l’ex Jugoslavia, hanno accesso a quei documenti solo i …. compagni comunisti italiani e jugoslavi.

E questo spiega  perché la moglie di D’Alema, peraltro archivista di ruolo, ha avuto facile accesso a quei documenti e non la possono avere gli altri … non comunisti.

La nefandezza, che merita un’inchiesta parlamentare, non è racchiusa nella firma dell’accordo, (dovrebbe essere quella del Ministro degli Esteri) ma nel fatto che il Governo di quei tempi si sia prestato ad una distorsione della realtà documentale e conoscitiva a vantaggio di pochi … con il denaro di tutti i contribuenti.

Storia bugiarda e non condivisa dunque, come dice il sottotitolo del Convegno, ma resa bugiarda dall’occultamento dichiarato dei documenti per mezzo del vincolo dell’ inaccessibilità.

 

-         ci sono fatti drammatici come la strategia della tensione, del colpo di stato di Gheddafi (ricordate l’espulsione traumatica dei coloni italiani?) del 1969, 12 dicembre, resa drammatica dalla strage di Piazza Fontana),

-         ci sono fatti meno noti come la destabilizzazione di tre penisole europee, la balcanica, l’italiana e l’iberica del 1974,

-         ci sono i fatti che portarono all’incarcerazione, senza prove di Edgardo Sogno, reo tutt’al più di aver voluto ipotizzare un’estrema difesa del territorio italiano a fronte di comprovate – e di documenti se ne cominciano a conoscere… - organizzazioni di Gladio Rossa et similia finanziate dal KGB, e poi successivamente finanziatori di Brigate Rosse più o meno sedicenti.

Mai che a costoro  venisse imputato il crimine di associazione per delinquere, finanziata da potenza ostile (come allora era l’Urss).

Il potere politico ed economico del KGB/Pci/Urss era troppo forte per arrischiarsi a prendere delle contromisure.

Lo stesso ex- Presidente Cossiga in una intervista di qualche anno fa, pubblicata da Limes ( filo neo comunista) dichiarò che ne era – e non solo lui – a conoscenza. Si tratta e lo ripeto, di violazioni da codice penale, non prescrivibili perché, una volta accertate con fatti documentali, hanno come pena l’ergastolo, per avere nociuto all’integrità e all’essenza dello Stato, aggirando la volontà degli elettori democraticamente espressa. Non si trattava di fare la rivoluzione contro una dittatura, ma di stravolgere, rivoluzionariamente, una maggioranza democraticamente espressa.

 

- si tiene accuratamente nascosto che la Cia e gli Usa intervenivano pesantemente nella cronaca italiana, sia per impedire l’uscita dell’Italia dal Patto Atlantico (cosa che sarebbe potuta avvenire solo a seguito di regolari elezioni e di susseguente democratico cambio di maggioranza), sia per intrattenere rapporti preferenziali con il Pci: non si sa mai, poteva anche vincere le elezioni….

 

 

Ma si tratta di cronaca politica e come tutte le cronache è come una coperta troppo corta che non copre tutte le magagne dei politici.

Scriveva Tacito che la storia  (ma forse voleva dire la cronaca), la scrivono i vincitori che hanno il coltello dalla parte del manico e possono intervenire sulla parzialità dell’informazione da cui nasce poi la memoria storica del passato.

In fin dei conti i gesuiti dicono ancor oggi, che la miglior bugia è … il 70% della verità.

 E se lo dicono loro, una volta tanto possiamo pensare che quest’ammissione sia e tratti la verità al 100%.

Ho anche ritrovato un libro letto in gioventù “L’Oppio degli intellettuali” di Raymond Aron, perseguitato dal nazismo perché ebreo ed intellettuale. Ebbene questo libro è prezioso come pochi: già negli anni ’50 descriveva, fin nei minuti particolari, l’abilità di intellettuali a manipolare le conoscenze, la comunicazione e l’informazione sottostante.

L’essenza del lavoro di Aron aleggiava all’interno del Convegno, come paradigma di quanto un intellettuale e tantomeno un ricercatore di fonti storiche non deve mai fare, cioè alterare la verità ad uso e consumo di specifici interessi ideologici.

Per concludere: per scrivere una storia non bugiarda e condivisa serve aprire gli archivi e reperire la documentazione, altrimenti restiamo nella cronaca con tutti i pregi e le interessate e  macroscopiche manipolazioni frutto dell’egemonia del momento. 

 

Jean Valjean 

 

13/06/2001

Ho letto sul Televideo di qualche giorno fa, che l’on D’Alema a Latina si è scagliato contro l’eversione di destra e contro un ex tenente paracadutista in particolare.

Perfetto lo stigmatizzare l’eversione nera, ma renderla colpevole di tutto quello che è successo in Italia dagli anni ’70 in avanti francamente non è accettabile, perché falso.

È vero che essere antifascisti è un dovere serio protetto costituzionalmente, ma l’on D’Alema dovrebbe saper leggere nella negazione costituzionale a qualsiasi forma di fascismo anche la negazione di qualsiasi altro totalitarismo.

Detta in altro modo, vorrei dire che anticomunismo è un piacere virile, di coraggio e del battersi contro l’egemonia culturale comunista, esercitato da minoranze democratiche, socialiste, radicali e laiche nei decenni scorsi; oggi è anche un piacere erotico, se vogliamo fare gli spiritosi.

Non crede l’on. D’Alema che ai suoi simpatizzanti andrebbe raccontata la verità, ad esempio dei comunisti italiani di cui abbiamo documenti (ottimo il libro di Lehner) lasciati uccidere in URSS, dove erano riparati di fronte al fascismo che li perseguitava?

Non fu un fascista a farlo: fu Togliatti prima del 1940, quello stesso Togliatti che in spregio alla Convenzione di Ginevra, apprezzava (e come!), la distruzione programmata dai sovietici, dei soldati italiani che si erano arresi nel 1943.

Non solo anche dei soldati italiani che, dopo l’8 settembre non si erano arresi ai nazisti ma ne erano finiti prigionieri: a loro volta catturati dai sovietici subirono il massacro per fame, per gelo, per malattie, per sfinimento di marce forzate verso la Siberia.

Voglio ricordare un soldato semplice, tornato dalla Russia: Elio Camilli (ora non c’è più purtroppo); Lo conobbi vice-segretario liberale della provincia di Roma: si salvò perché la popolazione russa disubbidendo a Stalin, con grave rischio collettivo, nascose lui ed altri.

Ma tornando a quello che D’Alema va dicendo, è vero tutto ma è largamente incompleta la cronaca delittuosa di quegli anni.

Sa l’on. D’Alema che oltre 1000 miliardi del Kgb arrivarono in Italia per fomentare la rivoluzione violenta e l’eversione comunista nonchè l’addestramento in Italia e in Cecoslovacchia delle Brigate Rosse? Sa l’ex presidente del Consiglio che né Bankitalia né Ufficio Italiano Cambi se ne sono mai accorti?

Non vorrà pure lui avvalorare la Vulgata di Kossutta, unico spallone e trasportatore di rubli in valigia?

Non sarà per caso, avendo in quegli anni ’70, il PCI agitato la “questione morale” come strategia politica ed accreditamento presso la borghesia ben pensante, che sarebbe stato disdicevole “beccare” il PCI con il sorcio in bocca?

Sa l’on. D’Alema che vi sono leggi in Italia, (cod. pen.: artt da 241 a 293) che, non essendo mai stati aboliti prevedono pene per il tradimento del Paese?

E sa l’on D’Alema che queste stesse leggi sono state applicate a quella carnevalata di qualche anno fa dei Serenissimi? Quindi quelle leggi sono ancora vigenti….

Non basta cambiare nome da PCI a PDS a DS, per rifarsi una verginità, né basta chiamare a raccolta sull’antifascismo i propri simpatizzanti.

E’ inutile imitare Fregoli o agire come il bravissimo Filippo Brachetti presentato ieri sera da Angela a Quark: il mimo e illusionista, il trasformista e l’imitatore di personaggi vanno bene al teatro, non in politica.

 

Non rivelo un segreto di stato se scrivo che l’on Cossiga in un’intervista su Limes (dovrebbe dirLe qualcosa, on. D’Alema, questa rivista..) di qualche anno fa confermò che lui stesso era a conoscenza come tanti altri, dell’enorme massa di rubli che arrivavano dal KGB e di cui Kossiga (nella versione grafica e lessicale del Pci di allora) ne parlava tranquillamente …tra cugini, in famiglia … con Berlinguer.

 

Da seguire con il massimo interesse è anche il finanziamento di Mediobanca all’ex capo del Kgb, di un paio di anni fa, per un ammontare di 3000 miliardi di lire, a tassi ridicoli, e con restituzione a babbo morto.

Sere addietro il Presidente Andreotti raccontava in Tv come la frase “ a pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina” Lui, il Presidente pluricalunniato, l’avesse appresa dal Cardinal Vicario dell’epoca… 

Possiamo anche noi laici di tutte le ideologie pensare male e  che si sia trattata di una “partita di giro” ben organizzata per restituire all’ex Urss quello che illegalmente e proditoriamente era entrato in Italia?

Comunque rimarrebbe fuori dalla conta dei rubli il tesoro del Kgb che nei giorni del crollo dell’ Urss di cui si è favoleggiato che fosse circuitato attraverso l’impero delle attività economiche del PCI: forse sono solo teoremi alla ricerca dei rubli spariti.

Spiega l’on D’Alema, come mai essendo gli ex post neo comunisti al governo (insieme ai sinistri ex DC), lo Stato italiano si sia permesso di pagare sì la manutenzione dei documenti segreti riguardanti il PCI e l’Urss e il Kgb, MA ne consenta l’accesso solo ai comunisti di provata fede?

 

E perché avere paura delle indagini Mitrokhin,  Tangentopoli, Telekom Serbia se si ha la coscienza tranquilla?  E’ vero come dice l’on. Boniver che è più importante il controllo dei  buchi di bilancio, lasciati da Amato e soci, ma è anche vero che non si può tollerare che si promettano al momento della fiducia (e con lo Sdi pronto a fare da scendiletto o peggio) commissioni d’inchiesta che poi non si fanno.

 

Però non continuiamo a farci raccontare balle; il comunismo a chiacchere ben raccontate voleva e sbandierava la questione morale:

peccato che:

-         a) si sia fatto finanziare illegalmente per decenni da potenza ostile (e ci sono le prove documentali)

-         b) ci siano decine di volumi che ormai contengono documenti che comprovano la truffa ideologica, la menzogna all’Italia da parte dei comunisti di allora e di oggi.

-         c) il doppio stato e la doppia lealtà, la doppia fedeltà inventata dal Pci sappia solo di botte piena e moglie briaca.

I brigatisti rossi assassini di Moro e della sua scorta e di tanti servitori dello Stato hanno già sperimentato la tolleranza dello stato nei loro confronti… e non mi pare che i vigliacchi assassini del povero D’Antona appartengano all’eversione nera, come pure non è nero colui che in TV ha dichiarato guerra allo Stato (sic!), promettendo violenze e sfracelli per il G8: le minacce sono un reato e speriamo che la Magistratura intervenga per impedire, sia le minacce sia le violenze in modo che si capisca nei centri sociali che la violenza non è permessa, le libere e pacifiche manifestazioni sì.

 

In fin dei conti una soluzione all’italiana ci sarebbe: esiste la legislazione premiale per assassini delinquenti, ma pentiti di mafia e camorra: perché non estenderla ai pentiti di comunismo, di Gladio rossa e quant’altro?

 

Un’amnistia provvidenziale ha già salvato i buoni comunisti ma non i pessimi socialisti, gli orridi laici e la laida DC, una interpretazione favorevole al Pci dell’obbligatorietà dell’azione penale ha fatto il resto: non dimentichiamo che furono sequestrati documenti a Botteghe oscure, dalla GdF, ma quando arrivarono i carabinieri, i sigilli erano rotti e le stanze vuote…..

 

Quindi on D’Alema, picchi in testa alla violenza fascista come è doveroso che venga fatto perché non risorga, ma si ricordi di pentirsi lui davvero, di aprire i ricordi della memoria, di indicare i documenti e di farsi promotore della liberalizzazione dei segreti di Stato fino ad oggi e di cui il Prof Donno ed altri hanno pubblicato quelle parti liberalizzate fino al 1968 e di chiedere che, oltre alla Signora Archivista D’Alema, anche gli storici possano accedere ai documenti conservati a spese nostre  a Mosca…

 

La democrazia liberale ne trarrebbe vantaggio ed anche la opposizione democratica sarebbe migliore; non si tratta di fare ricorso a purghe di  staliniana memoria, ma di restituire forza e vigore alla verità e l’onorabilità a tanti, troppi italiani massacrati dal colpo di stato mediatico giudiziario (6000 sono coloro che negli ultimi anni si sono fatti la galera da innocenti e che hanno trovato la forza di chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione, ma gli inquisiti e schedati ingiustamente sono molti di più a migliaia, mentre i condannati definitivamente sono appena sopra il centinaio).

 

 

 

Jean Valjean