Pubblicato sull' Avanti Si è concluso ieri a Roma un convegno di due giorni e mezzo su: “L’uso politico della Storia” sul revisionismo, l’antirevisionismo, la storia bugiarda e quella condivisa, organizzato da l’Opinione e dal suo Direttore. Importante e qualificata la partecipazione di Professori di storia non solo italiani, di diversa inclinazione e ideologia, ma con una caratteristica in comune: il non essere allineati e meno che mai ossequiosi del potere politico, quale che sia il potere. Debbo
dire al cortese lettore che è stata una “illuminante” presa di
coscienza e di verifica. Non
c’è Professore che non si sia sentito vincolato dal dire come la
pensa, al di fuori dei diversi schemi ideologici personali, e questo
fatto è una garanzia di serietà e di rispetto per la verità
storica, quale che sia. Intellettuali
seri a cui va riconosciuto il merito di non essere servi di “servo
encomio (prima) o di codardo oltraggio (ora)”. Mi
hanno colpito al mento come un uppercut ben diretto, caro lettore,
alcuni fatti incontrovertibili che sono emersi dalle relazioni di
ricerca storica. Intanto
non si dovrebbe parlare di revisionismo, in quanto quella che
conosciamo e che ci è stata ammannita per tanti anni, (troppi) non è
“la storia”, ma la “vulgata”, la cronaca “ad usum delphini”,
i miti (peraltro necessari come le religioni), la difesa orgogliosa
della propria ideologia, ma una difesa oltranzista del proprio
interesse di bottega con l’arma dell’intimidazione,
dell’egemonia, della censura delle informazioni scomode o
rivelatrici di verità profonde, delle parole d’ordine. Sappiamo
ora ma va diffuso – credo che l’amico Diaconale – vorrà e dovrà
dare alle stampe gli interventi e atti del Convegno. I
fatti che mi hanno colpito, sono i seguenti: -
si tiene accuratamente nascosto da parte degli americani che il
razzismo non fu un fatto specificatamente europeo e reso evidente dai
misfatti nazisti, ma fu anche un fenomeno Usa con la consegna ai
pellerossa Sioux (ma anche Apaches) di coperte impregnate di germi del
vajolo, al fine di accelerare la distruzione per malattia, di questi
primi ed autoctoni abitanti dell’America del Nord. Si
tratta di fatti dell’ottocento, delle guerre indiane, lontane nel
tempo, ma solo oggi rese note. Si vede che l’abitudine di confessare
i propri delitti molto dopo che sono avvenuti e quando non c’è più
tempo per riparare, non è un’abitudine solo cattolica ma ha a che
fare con una certa condizione umana, dove il razzismo del vincitore è
onnipotente. -
si tiene accuratamente nascosto che lo Stato italiano come
tutti gli altri Stati interessati, paga al nuova Russia contributi per
i documenti sovietici che lo riguardano e segnatamente per noi
italiani, i documenti e i rapporti tra il PCI e l’Urss direttamente
o tramite l’ >istituto di beneficenza< chiamato KGB, dal 1919
alla caduta del Muro di Berlino ed oltre. Ma, a differenza degli altri
Stati e in singolare (ma non troppo singolare) sintonia con l’ex
Jugoslavia, hanno accesso a quei documenti solo i …. compagni
comunisti italiani e jugoslavi. E
questo spiega perché la
moglie di D’Alema, peraltro archivista di ruolo, ha avuto facile
accesso a quei documenti e non la possono avere gli altri … non
comunisti. La
nefandezza, che merita un’inchiesta parlamentare, non è racchiusa
nella firma dell’accordo, (dovrebbe essere quella del Ministro degli
Esteri) ma nel fatto che il Governo di quei tempi si sia prestato ad
una distorsione della realtà documentale e conoscitiva a vantaggio di
pochi … con il denaro di tutti i contribuenti. Storia
bugiarda e non condivisa dunque, come dice il sottotitolo del
Convegno, ma resa bugiarda dall’occultamento dichiarato dei
documenti per mezzo del vincolo dell’ inaccessibilità. -
ci sono fatti drammatici come la strategia della tensione, del
colpo di stato di Gheddafi (ricordate l’espulsione traumatica dei
coloni italiani?) del 1969, 12 dicembre, resa drammatica dalla strage
di Piazza Fontana), -
ci sono fatti meno noti come la destabilizzazione di tre
penisole europee, la balcanica, l’italiana e l’iberica del 1974, -
ci sono i fatti che portarono all’incarcerazione, senza prove
di Edgardo Sogno, reo tutt’al più di aver voluto ipotizzare
un’estrema difesa del territorio italiano a fronte di comprovate –
e di documenti se ne cominciano a conoscere… - organizzazioni di
Gladio Rossa et similia finanziate dal KGB, e poi successivamente
finanziatori di Brigate Rosse più o meno sedicenti. Mai
che a costoro venisse
imputato il crimine di associazione per delinquere, finanziata da
potenza ostile (come allora era l’Urss). Il
potere politico ed economico del KGB/Pci/Urss era troppo forte per
arrischiarsi a prendere delle contromisure. Lo
stesso ex- Presidente Cossiga in una intervista di qualche anno fa,
pubblicata da Limes ( filo neo comunista) dichiarò che ne era – e
non solo lui – a conoscenza. Si tratta e lo ripeto, di violazioni da
codice penale, non prescrivibili perché, una volta accertate con
fatti documentali, hanno come pena l’ergastolo, per avere nociuto
all’integrità e all’essenza dello Stato, aggirando la volontà
degli elettori democraticamente espressa. Non si trattava di fare la
rivoluzione contro una dittatura, ma di stravolgere,
rivoluzionariamente, una maggioranza democraticamente espressa. -
si tiene accuratamente nascosto che la Cia e gli Usa intervenivano
pesantemente nella cronaca italiana, sia per impedire l’uscita
dell’Italia dal Patto Atlantico (cosa che sarebbe potuta avvenire
solo a seguito di regolari elezioni e di susseguente democratico
cambio di maggioranza), sia per intrattenere rapporti preferenziali
con il Pci: non si sa mai, poteva anche vincere le elezioni…. Ma
si tratta di cronaca politica e come tutte le cronache è come una
coperta troppo corta che non copre tutte le magagne dei politici. Scriveva
Tacito che la storia (ma
forse voleva dire la cronaca), la scrivono i vincitori che hanno il
coltello dalla parte del manico e possono intervenire sulla parzialità
dell’informazione da cui nasce poi la memoria storica del passato. In
fin dei conti i gesuiti dicono ancor oggi, che la miglior bugia è …
il 70% della verità. E
se lo dicono loro, una volta tanto possiamo pensare che
quest’ammissione sia e tratti la verità al 100%. Ho
anche ritrovato un libro letto in gioventù “L’Oppio degli
intellettuali” di Raymond Aron, perseguitato dal nazismo perché
ebreo ed intellettuale. Ebbene questo libro è prezioso come pochi: già
negli anni ’50 descriveva, fin nei minuti particolari, l’abilità
di intellettuali a manipolare le conoscenze, la comunicazione e
l’informazione sottostante. L’essenza
del lavoro di Aron aleggiava all’interno del Convegno, come
paradigma di quanto un intellettuale e tantomeno un ricercatore di
fonti storiche non deve mai fare, cioè alterare la verità ad uso e
consumo di specifici interessi ideologici. Per
concludere: per scrivere una storia non bugiarda e condivisa serve
aprire gli archivi e reperire la documentazione, altrimenti restiamo
nella cronaca con tutti i pregi e le interessate e
macroscopiche manipolazioni frutto dell’egemonia del momento.
Jean
Valjean
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Ho letto sul Televideo di qualche giorno fa, che l’on D’Alema a Latina si è scagliato contro l’eversione di destra e contro un ex tenente paracadutista in particolare. Perfetto
lo stigmatizzare l’eversione nera, ma renderla colpevole di tutto
quello che è successo in Italia dagli anni ’70 in avanti
francamente non è accettabile, perché falso. È
vero che essere antifascisti è un dovere serio protetto
costituzionalmente, ma l’on D’Alema dovrebbe saper leggere nella
negazione costituzionale a qualsiasi forma di fascismo anche la
negazione di qualsiasi altro
totalitarismo. Detta
in altro modo, vorrei dire che anticomunismo è un piacere virile, di
coraggio e del battersi contro l’egemonia culturale comunista,
esercitato da minoranze democratiche, socialiste, radicali e laiche
nei decenni scorsi; oggi è anche un piacere erotico, se vogliamo fare
gli spiritosi. Non
crede l’on. D’Alema che ai suoi simpatizzanti andrebbe raccontata
la verità, ad esempio dei comunisti italiani di cui abbiamo documenti
(ottimo il libro di Lehner) lasciati uccidere in URSS, dove erano
riparati di fronte al fascismo che li perseguitava? Non
fu un fascista a farlo: fu Togliatti prima del 1940, quello stesso
Togliatti che in spregio alla Convenzione di Ginevra, apprezzava (e
come!), la distruzione programmata dai sovietici, dei soldati italiani
che si erano arresi nel 1943. Non
solo anche dei soldati italiani che, dopo l’8 settembre non si erano
arresi ai nazisti ma ne erano finiti prigionieri: a loro volta
catturati dai sovietici subirono il massacro per fame, per gelo, per
malattie, per sfinimento di marce forzate verso la Siberia. Voglio
ricordare un soldato semplice, tornato dalla Russia: Elio Camilli (ora
non c’è più purtroppo); Lo conobbi vice-segretario liberale della
provincia di Roma: si salvò perché la popolazione russa disubbidendo
a Stalin, con grave rischio collettivo, nascose lui ed altri. Ma
tornando a quello che D’Alema va dicendo, è vero tutto ma è
largamente incompleta la cronaca delittuosa di quegli anni. Sa
l’on. D’Alema che oltre 1000 miliardi del Kgb arrivarono in Italia
per fomentare la rivoluzione violenta e l’eversione comunista nonchè
l’addestramento in Italia e in Cecoslovacchia delle Brigate Rosse?
Sa l’ex presidente del Consiglio che né Bankitalia né Ufficio
Italiano Cambi se ne sono mai accorti? Non
vorrà pure lui avvalorare la Vulgata di Kossutta, unico spallone e
trasportatore di rubli in valigia? Non
sarà per caso, avendo in quegli anni ’70, il PCI agitato la
“questione morale” come strategia politica ed accreditamento
presso la borghesia ben pensante, che sarebbe stato disdicevole
“beccare” il PCI con il sorcio in bocca? Sa
l’on. D’Alema che vi sono leggi in Italia, (cod. pen.: artt da 241
a 293) che, non essendo mai stati aboliti prevedono pene per il
tradimento del Paese? E
sa l’on D’Alema che queste stesse leggi sono state applicate a
quella carnevalata di qualche anno fa dei Serenissimi? Quindi quelle
leggi sono ancora vigenti…. Non
basta cambiare nome da PCI a PDS a DS, per rifarsi una verginità, né
basta chiamare a raccolta sull’antifascismo i propri simpatizzanti. E’
inutile imitare Fregoli o agire come il bravissimo Filippo Brachetti
presentato ieri sera da Angela a Quark: il mimo e illusionista, il
trasformista e l’imitatore di personaggi vanno bene al teatro, non
in politica. Non
rivelo un segreto di stato se scrivo che l’on Cossiga in
un’intervista su Limes (dovrebbe dirLe qualcosa, on. D’Alema,
questa rivista..) di qualche anno fa confermò che lui stesso era a
conoscenza come tanti altri, dell’enorme massa di rubli che
arrivavano dal KGB e di cui Kossiga (nella versione grafica e
lessicale del Pci di allora) ne parlava tranquillamente …tra cugini,
in famiglia … con Berlinguer. Da
seguire con il massimo interesse è anche il finanziamento di
Mediobanca all’ex capo del Kgb, di un paio di anni fa, per un
ammontare di 3000 miliardi di lire, a tassi ridicoli, e con
restituzione a babbo morto. Sere
addietro il Presidente Andreotti raccontava in Tv come la frase “ a
pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina” Lui, il
Presidente pluricalunniato, l’avesse appresa dal Cardinal Vicario
dell’epoca… Possiamo
anche noi laici di tutte le ideologie pensare male e che si sia trattata di una “partita di giro” ben
organizzata per restituire all’ex Urss quello che illegalmente e
proditoriamente era entrato in Italia? Comunque
rimarrebbe fuori dalla conta dei rubli il tesoro del Kgb che nei
giorni del crollo dell’ Urss di cui si è favoleggiato che fosse
circuitato attraverso l’impero delle attività economiche del PCI:
forse sono solo teoremi alla ricerca dei rubli spariti. Spiega
l’on D’Alema, come mai essendo gli ex post neo comunisti al
governo (insieme ai sinistri ex DC), lo Stato italiano si sia permesso
di pagare sì la manutenzione dei documenti segreti riguardanti il PCI
e l’Urss e il Kgb, MA ne consenta l’accesso solo ai comunisti di
provata fede? E
perché avere paura delle indagini Mitrokhin,
Tangentopoli, Telekom Serbia se si ha la coscienza tranquilla? E’
vero come dice l’on. Boniver che è più importante il controllo dei
buchi di bilancio, lasciati da Amato e soci, ma è anche vero
che non si può tollerare che si promettano al momento della fiducia
(e con lo Sdi pronto a fare da scendiletto o peggio) commissioni
d’inchiesta che poi non si fanno. Però
non continuiamo a farci raccontare balle; il comunismo a chiacchere
ben raccontate voleva e sbandierava la questione morale: peccato
che: -
a) si sia fatto finanziare illegalmente per decenni da potenza
ostile (e ci sono le prove documentali) -
b) ci siano decine di volumi che ormai contengono documenti che
comprovano la truffa ideologica, la menzogna all’Italia da parte dei
comunisti di allora e di oggi. -
c) il doppio stato e la doppia lealtà, la doppia fedeltà
inventata dal Pci sappia solo di botte piena e moglie briaca. I
brigatisti rossi assassini di Moro e della sua scorta e di tanti
servitori dello Stato hanno già sperimentato la tolleranza dello
stato nei loro confronti… e non mi pare che i vigliacchi assassini
del povero D’Antona appartengano all’eversione nera, come pure non
è nero colui che in TV ha dichiarato guerra allo Stato (sic!),
promettendo violenze e sfracelli per il G8: le minacce sono un reato e
speriamo che la Magistratura intervenga per impedire, sia le minacce
sia le violenze in modo che si capisca nei centri sociali che la
violenza non è permessa, le libere e pacifiche manifestazioni sì. In fin dei conti una soluzione all’italiana ci sarebbe: esiste la legislazione premiale per assassini delinquenti, ma pentiti di mafia e camorra: perché non estenderla ai pentiti di comunismo, di Gladio rossa e quant’altro? Un’amnistia
provvidenziale ha già salvato i buoni
comunisti ma non i pessimi
socialisti, gli orridi laici
e la laida DC, una
interpretazione favorevole al Pci dell’obbligatorietà dell’azione
penale ha fatto il resto: non dimentichiamo che furono sequestrati
documenti a Botteghe oscure, dalla GdF, ma quando arrivarono i
carabinieri, i sigilli erano rotti e le stanze vuote….. Quindi
on D’Alema, picchi in testa alla violenza fascista come è doveroso
che venga fatto perché non risorga, ma si ricordi di pentirsi lui davvero, di aprire i ricordi della memoria, di indicare i documenti
e di farsi promotore della liberalizzazione dei segreti di Stato fino
ad oggi e di cui il Prof Donno ed altri hanno pubblicato quelle parti
liberalizzate fino al 1968 e di chiedere che, oltre alla Signora
Archivista D’Alema, anche gli storici possano accedere ai documenti
conservati a spese nostre a
Mosca… La
democrazia liberale ne trarrebbe vantaggio ed anche la opposizione
democratica sarebbe migliore; non si tratta di fare ricorso a purghe
di staliniana memoria, ma
di restituire forza e vigore alla verità e l’onorabilità a tanti,
troppi italiani massacrati dal colpo di stato mediatico giudiziario
(6000 sono coloro che negli ultimi anni si sono fatti la galera da
innocenti e che hanno trovato la forza di chiedere il risarcimento per
ingiusta detenzione, ma gli inquisiti e schedati ingiustamente sono
molti di più a migliaia, mentre i condannati definitivamente sono
appena sopra il centinaio). Jean Valjean |