buon giorno.
leggo quotidianamente il
"Giornale" e apprezzo molto il suo stile non
ideolodicizzato, ed il cercare di vedere la realtà, attraverso
sguardi plurimi, anche se talvolta mi vedo costretto a dissentire
leggermente con le sue posizione, cercando però di non farmi
ragionamenti preconcetti.
Non sono assolutamente d'accordo con
la Violenza anti G8 del popolo di Seattle, perché essendo fine a se
stessa genera violenza di ritorno, anche se concordo con molte loro
idee, espresse in forme e modi spesso totalmente errate, hanno nella
sostanza delle grosse fonti di Verità.
Non capisco con quale libero
arbitrio, i famigerati Potenti, debbano legiferare in nome della
popolazione terrestre, in virtù dei meri interessi economici.
Poi se fossero così sicuri che le loro
idee e le loro decisioni sono solo per il bene dell'umanità, non
assisteremmo a movimenti di massa, così estesi che contestano con
modi leciti ed illeciti decisioni che nessuno può opporsi.
La storia nel suo insieme continua
sempre a ripetersi, con forme differenti, visto che i contesti
storici sono cambiati, ma sempre simili a se stessi nella sostanza.
Si può adurre che i processi
storici sono inarrestabili, ma da quanto si vede nel quotidiano, non
s'impara mai realmente dagli errori del passato.
Vedendo gli "8 Grandi" mi
vengono i mente i dignitari di imperi passati, così distanti dalle
vere istanze e bisogni del popolo, che anziché unirsi a loro per
capire, blindano una città con costi sociali, per 4 giorni di
vetrina sulle pagine e sulle Tv del mondo, con un codazzo di danni,
sia in termini economici per gli operatori del luogo, sia per i
danni che gli EcoContestatori sicuramente faranno.
L'unica lezione che nuovamente si può
trarre da tutto ciò è ancora quella del profitto di pochi a
discapito di molti, qui faccio riferimento sopratutto ai paesi del
terzo Mondo, che ora, dopo averli messi alla fame, depredati,
riforniti di armi, solamente per smaltire le eccedenze di
produzione, ci accingiamo ad azzerare i Loro debiti per poi dargli
la possibilità di contrarne di nuovi, anziché lasciarli veramente
che s'industrializzino secondo le loro possibilità e secondo i loro
bisogni reali.
Cosa se ne fa uno Zulù di internet
o della chat? per cercare informazioni dove si trova la prossima
mandria di Rinoceronti da cacciare?
Bisogna smetterla di pensare di
civilizzare secondo i nostri standard, popolazioni a cui i nostri
standard sarebbero inutili, o cerchiamo la civiltà solo per imporre
i nostri prodotti?
Mi spiace, anche se ho sempre
condiviso idee di destra, mi trovo concorde in questa battaglia,
purché nel pieno rispetto delle regole, che poi vengono
quotidianamente infrante dalle multinazionali e dagli stati, con i
contestatori, perché schierarsi in questo caso con i vincitori di
oggi,significa schierarsi un domani con i perdenti sotto l'aspetto
etico e umano.
Bisogna realmente chiedere cosa le
persone vogliono nel quotidiano, non da indagini di comodo dove i
dati sono interpretati a seconda dell'interesse di parte.
La gente "reale" chiede
pochissimo, una vita dignitosa, poter comperare dei cibi sani, avere
una vera possibilità di scelta, non scegliere fra mille marchi
diversi, che alla fine appartengono solo a pochi.
Sapere che le eccedenze alimentari
non vengano distrutte, per tenere artificiosamente alti i prezzi,
avere una sicurezza per la vecchia e poter crescere i figli in un
paese sano e civile.
Forse questa è utopia?
O questi sono i veri problemi reali,
che abbiamo paura mettere in tavola?
A me degli 8 "grandi" non
interessa meno di nulla, tanto meno la loro incolumità fisica visto
che in modo indiretto solo proprio loro i primi responsabili di
questa nuova riacutizzarsi della tensione, tra i "pochi di
Seattle" che rappresentano i molti, e i pochissimi 8 che
vorrebbero rappresentare il mondo, ma che è troppo distante dalle
loro esigenze reali.
Questa è una mia opinione
personale, suffragata anche da discorsi fatti con moltissimi amici,
amiche di varie classi ed estrazioni sociali, che spesso comunque
non hanno voce, ma che sono la vera maggioranza silenziosa, che
quotidianamente, vive, lavora e ama, non solo in questa Italia, ma
dapertutto.
Mi scuso per il tempo che le ho
fatto perdere, mi auguro di poterla leggere sempre nel quotidiano
"il Giornale" e che possa mantenere sempre i toni dei suoi
articoli nell'imporonta della moderazione e del buon senso che
sempre l''hanno contraddistinto, anche perché voci fuori dal coro,
se ne leggono sempre molto poche...ed è bello trovarne qualcuna, in
questo caso Lei, anche se qualche volta dissento
Marco Bazzato
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