25/06/2001

buon giorno.

   leggo quotidianamente il "Giornale" e apprezzo molto il suo stile non ideolodicizzato, ed il cercare di vedere la realtà, attraverso sguardi plurimi, anche se talvolta mi vedo costretto a dissentire leggermente con le sue posizione, cercando però di non farmi ragionamenti preconcetti.
   Non sono assolutamente d'accordo con la Violenza anti G8 del popolo di Seattle, perché essendo fine a se stessa genera violenza di ritorno, anche se concordo con molte loro idee, espresse in forme e modi spesso totalmente errate, hanno nella sostanza delle grosse fonti di Verità.
   Non capisco con quale libero arbitrio, i famigerati Potenti, debbano legiferare in nome della popolazione terrestre, in virtù dei meri interessi economici.
  Poi se fossero così sicuri che le loro idee e le loro decisioni sono solo per il bene dell'umanità, non assisteremmo a movimenti di massa, così estesi che contestano con modi leciti ed illeciti decisioni che nessuno può opporsi.
   La storia nel suo insieme continua sempre a ripetersi, con forme differenti, visto che i contesti storici sono cambiati, ma sempre simili a se stessi nella sostanza.
   Si può adurre che i processi storici sono inarrestabili, ma da quanto si vede nel quotidiano, non s'impara mai realmente dagli errori del passato.
   Vedendo gli "8 Grandi" mi vengono i mente i dignitari di imperi passati, così distanti dalle vere istanze e bisogni del popolo, che anziché unirsi a loro per capire, blindano una città con costi sociali, per 4 giorni di vetrina sulle pagine e sulle Tv del mondo, con un codazzo di danni, sia in termini economici per gli operatori del luogo, sia per i danni che gli EcoContestatori sicuramente faranno.
   L'unica lezione che nuovamente si può trarre da tutto ciò è ancora quella del profitto di pochi a discapito di molti, qui faccio riferimento sopratutto ai paesi del terzo Mondo, che ora, dopo averli messi alla fame, depredati, riforniti di armi, solamente per smaltire le eccedenze di produzione, ci accingiamo ad azzerare i Loro debiti per poi dargli la possibilità di contrarne di nuovi, anziché lasciarli veramente che s'industrializzino secondo le loro possibilità e secondo i loro bisogni reali.
   Cosa se ne fa uno Zulù di internet o della chat? per cercare informazioni dove si trova la prossima mandria di Rinoceronti da cacciare?
   Bisogna smetterla di pensare di civilizzare secondo i nostri standard, popolazioni a cui i nostri standard sarebbero inutili, o cerchiamo la civiltà solo per imporre i nostri prodotti?
   Mi spiace, anche se ho sempre condiviso idee di destra, mi trovo concorde in questa battaglia, purché nel pieno rispetto delle regole, che poi vengono quotidianamente infrante dalle multinazionali e dagli stati, con i contestatori, perché schierarsi in questo caso con i vincitori di oggi,significa schierarsi un domani con i perdenti sotto l'aspetto etico e umano.
   Bisogna realmente chiedere cosa le persone vogliono nel quotidiano, non da indagini di comodo dove i dati sono interpretati a seconda dell'interesse di parte.
   La gente "reale" chiede pochissimo, una vita dignitosa, poter comperare dei cibi sani, avere una vera possibilità di scelta, non scegliere fra mille marchi diversi, che alla fine appartengono solo a pochi.
   Sapere che le eccedenze alimentari non vengano distrutte, per tenere artificiosamente alti i prezzi, avere una sicurezza per la vecchia e poter crescere i figli in un paese sano e civile.
   Forse questa è utopia?
   O questi sono i veri problemi reali, che abbiamo paura mettere in tavola?
   A me degli 8 "grandi" non interessa meno di nulla, tanto meno la loro incolumità fisica visto che in modo indiretto solo proprio loro i primi responsabili di questa nuova riacutizzarsi della tensione, tra i "pochi di Seattle" che rappresentano i molti, e i pochissimi 8 che vorrebbero rappresentare il mondo, ma che è troppo distante dalle loro esigenze reali.
    Questa è una mia opinione personale, suffragata anche da discorsi fatti con moltissimi amici, amiche di varie classi ed estrazioni sociali, che spesso comunque non hanno voce, ma che sono la vera maggioranza silenziosa, che quotidianamente, vive, lavora e ama, non solo in questa Italia, ma dapertutto.
   Mi scuso per il tempo che le ho fatto perdere, mi auguro di poterla leggere sempre nel quotidiano "il Giornale" e che possa mantenere sempre i toni dei suoi articoli nell'imporonta della moderazione e del buon senso che sempre l''hanno contraddistinto, anche perché voci fuori dal coro, se ne leggono sempre molto poche...ed è bello trovarne qualcuna, in questo caso Lei, anche se qualche volta dissento
 
 
Marco Bazzato