Alla fine l’accordo dei tranvieri è stato raggiunto: Comune e sindacati hanno trovato l’intesa su aumenti e produttività e l’Atm è tornata a svolgere il proprio compito con regolarità dal 15 gennaio. Tutto normale quindi? Direi proprio di no. Da
questa brutta vicenda escono tanti sconfitti, sul piano economico,
politico e morale. Hanno perso i cittadini, vittime dell’ignobile
ricatto dei ferrotranvieri, costretti a subire l’illegittimo
comportamento degli scioperanti; hanno perso i politici, soprattutto se
il presidente della Provincia di Milano, Ombretta Colli, è arrivata a
chiedere indulgenza per tutti quei lavoratori che non hanno rispettato
le regole non sanzionandoli in cambio della “promessa” dei Cobas di
non proseguire in futuro nell’uso dello strumento dello sciopero
selvaggio; hanno perso gli stessi lavoratori che dovranno lavorare un
bel po’ prima di recuperare, anche con gli aumenti ottenuti, le
giornate di lavoro “sacrificate”; ed hanno perso i sindacati. In
particolare LE RAGIONI INFONDATE – Una protesta di questo tipo avrebbe trovato un qualche sostegno se si fossero rinvenute delle ragioni significative, ma la conoscenza degli stipendi percepiti dai lavoratori dell’Atm ha fatto venir meno anche quella flebile eventualità. Molti hanno paragonato da subito lo stipendio dei dipendenti dell’Atm con quello di un professore di scuola media (che è inferiore), ma gli esempi ed i confronti si sarebbero potuti moltiplicare. I PERICOLI – Alla luce di quanto successo bisognerà ora intervenire e non lasciare impuniti gli autori di questa piccola rivolta capace di gettare nel caos una città e milioni di persone. Ad ogni azione corrisponde una assunzione di responsabilità e la linea della Colli non è condivisibile perché in tal modo si incoraggiano queste forme di protesta, come già in passato si sono incoraggiati i lavoratori ad unirsi in gruppi organizzati per ottenere un canale preferenziale nelle assunzioni (in Campania queste liste hanno raggiunto la loro massima e triste espressione). Si tratta di storture prive di fondamento e ragione, ma che purtroppo ancora oggi sono vive nel nostro Paese e non pare il caso di favorire un’altra nefasta usanza. Di discutibile in questa vicenda ci sono tanti aspetti e non è solo la crisi delle confederazioni sindacali nazionali la causa principe. Che qualcosa non funzioni è ben evidente: se non si rispetta un contratto appena firmato poche settimane prima e non si risponda alla precettazione ordinata dal prefetto affinché fosse ripristinato il servizio, senza che scatti nemmeno una sanzione, vuol dire che qualcosa va cambiato e presto. COME REAGIRE – Per questo è doveroso intraprendere e portare avanti tutte le azioni possibili contro chi ha usato metodi non consentiti: licenziamento, sospensione dal servizio, applicazione di pene pecuniarie ed ogni altra sanzione dovranno essere applicate perché venga scongiurata la vittoria dei prepotenti, di chi si sente legittimato ad ottenere quel che vuole con la forza e l’arroganza. Paolo Carotenuto, Napoli
Sciopero
selvaggio di Gianni Mereghetti
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11754
Gli
sconfitti dello sciopero selvaggio di Paolo Carotenuto
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11924
Il
sindacato messo in fuorigioco di Paolo Del Debbio
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11921
Alla
ricerca del sindacato perduto da Panorama
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11923
I
precedenti in cui Cgil, Cisl e Uil sono state sconfessate dalla base
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11922
Quanto
guadagnano i protagonisti della protesta
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11925
Bigliettai
e portoghesi di Manlio Morandi
- http://www.legnostorto.com/node.php?id=11684
IL
SONDAGGIO: Sciopero selvaggio. Come reagire? -
http://www.legnostorto.com/node.php?id=11795
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