04/01/2003

A cura di don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera e fondatore del Gruppo Abele.



Sono molte le ragioni che permettono a cittadini appartenenti a identità diverse (dal punto di vista culturale, sociale, religioso e professionale) di esprimere un'uguale condanna alla possibilità di una "presunta" guerra preventiva contro l'Iraq. Ancora una volta le diversità convergono in un'unica opzione in grado di formare unità tra protesta e proposta. "Non c'è pace senza giustizia", non si stanca di ripetere Giovanni Paolo II e, con lui, le tante comunità civili e cristiane che sono sparse in tutto il mondo e che sono convinte dell'inutilità della violenza per affrontare e risolvere conflitti.
Le riflessioni che seguono provano a formulare - a voce alta - alcune considerazioni per dare ulteriore chiarezza e motivazione ad un "No" alla guerra che vuole proporsi anche come "Si" alla giustizia, alla Pace e alla speranza.

1. La prima vittima delle guerra è sempre la verità. Il primo vincitore è un certo profitto che calpesta dignità, speranza e pace. L'espressione "un certo profitto" indica non solo la volontà di controllare le ricchezze naturali ad ogni costo, ma anche il fatto che i veri motivi di quasi tutti i conflitti internazionali sono e restano interessi economici così prepotenti da inquinare la stessa vita politica chiamata a decidere su questioni inerenti conflitti armati ed entrata in guerra di interi popoli.

A parte l'astrazione: La prima vittima delle guerra è sempre la verità, che significa ciò, tutto e niente! retorica! Queste caro Don Ciotti sono solo sue illazione del tutto simili al pensiero politico della sinistra italiana, ma che proprio perché politico…parziale,di parte e in malafede. E’ vero che la guerra non è “immacolata”, ma questa non è una scoperta o una sensazionale rivelazione…è sempre stato così, meno ipocrisia per favore!!!( le rivoluzioni, a lei tanto care suppongo...hanno portato giustizia forse? Non mi sembra, solo morte, povertà e vendetta!!!).Detto questo, mi sembra altresì legittimo che gli Stati Uniti abbiano il diritto a difendersi…c’è stato l’undici settembre di mezzo, non ricorda? Ne aspettiamo un altro e nel frattempo sventolentiamo pacifisticamente i fazzolettini bianchi di Zanotelli? Chissà se si uniranno anche i Curdi , o tutti i prigionieri politici o comuni internati in attesa di esecuzioni capitali.

                                                                                                                                       

 2. Il fermo e deciso "No" alla guerra non esprime il solo desiderio dell'Italia del restare estranea al conflitto. Il primo "No" è alla guerra in quanto tale. Non vogliamo solo restare fuori dalla guerra (con una logica eccessivamente ripiegata sul nostro Paese). Non vogliamo la guerra in quanto tale. Ed anche per questo non vogliamo che il nostro Paese si spenda - con responsabilità politiche, militari e strategiche - per costruire un sistema di guerra che inevitabilmente realizzerà morte e disperazione.

Lei esprime i desideri della sua Italia, che non coincide con il pensiero totale degli italiani, non ci metta in bocca cose che esistono solo nella sua immaginazione. Ancora una volta esprime scenari di guerra che non coincidono con i piani americani, mi dica per favore in quale rapporto ha letto che il Pentagono ha intenzione di bombardare la popolazione, lei stà facendo disinformazione e terrorismo psicologico, prerogativa dei manipolatori dell’informazione per fini politici.
3. Siamo profondamente convinti che il domani è scritto nell'oggi e che il futuro sarà ad immagine e somiglianza del metodo e delle pratiche seguite per costruirlo. Alcune dure lezioni sull'inutilità (e sui drammatici costi) della guerra le abbiamo già ricevute dalla storia! Senza dimenticare che conflitti, odio e diseguaglianze escono rafforzati e radicalizzati dai conflitti armati, creando ulteriori e future insicurezze e instabilità. L'abbandono della strada politica non è mai, di conseguenza, soluzioni ai conflitti, ma tragica condanna a spirali di violenza che inevitabilmente alimentano il bisogno di ostilità insanabili.

Altrettanto falso! Mi faccia il solito esempio sull’inutilità delle guerre!!! Il contrario semmai: lei vuole insinuare che fermare i nazisti è stato un errore? Hanno fatto male gli americani? (dimenticavo…Hitler è stato fermato dai soli partigiani…di sinistra ovviamente…quelli cattolici dormivano…). E Seraievo, non le ricorda nulla…non è stata liberata da un atto di forza americano? Che ci siete andati a fare laggiù voi pacifisti…una gitarella fuori porta? La guerra è l’ultima carta della politica, ma è pur sempre politica!


4. Nessuno vuole fare o proporre sconti a dittatori e terroristi o alla violenza, da qualunque parte questa arrivi. Ciò di cui siamo convinti è che non sono indifferenti la natura e la modalità della risposta alla violenza. Anche di fronte all'orrore e alla follia della violenza occorre il coraggio del ragionare, del capire, dell'intervenire con lungimiranza e dell'evitare la tentazione delle scorciatoie.

Dice così a parole, ma di fatto non mi risulta che lei, né altre organizzazioni pacifiste abbiate mai speso una parola contro alcun dittatore, anzi rigirando la frittata, solidarizzate con loro, giustificandoli a causa dei vari embarghi internazionali contro i loro paesi. Invece di tentare di far ragionare Bush, ( lo so è difficile…un dittatore travestito da benefattore…) perchè non vi proponete come mediatori per convincere quel “birichino”, ma in fondo “simpaticone” di Saddam a rinunciare ai suoi propositi bellici? Che volete che sia…è cosi ragionevole…con un buon bicchiere di vino…


5. Alcune delle ultime guerre internazionali non solo hanno violato le regole fondamentali del diritto (i limiti di legittima difesa fissati dal consiglio di Sicurezza dell'ONU nel dicembre 1975), ma ha anche spazzato via l'idea di un diritto internazionale e la competenza esclusiva dell'ONU a deliberare e a realizzare operazioni di polizia internazionale.

Se correvate più veloci con le vostre bandierine bianche e il camulet della pace i diritti sicuramente non sarebbero stati violati…ne sono certo!! E i zucconi ritardatari dell’ONU dov’erano…istituto burocratico incompetente!!!!
6. La guerra, che dopo l'ultimo conflitto mondiale è stata formalmente vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e "ripudiata" da molte costituzioni nazionali (compresa quella italiana), ha - in questo periodo - ri-assunto un ruolo di protagonismo. Non solo: non mancano quanti tentano - con linguaggi e motivazioni spesso in-fondate, ma tese a dilatare confusione - di giustificare la necessità di un intervento militare con espressioni tipo "guerra giusta", "umanitaria", per "legittima difesa", "preventiva"… . Nessuna acrobazia linguistica può trasformare uno strumento al servizio della morte in un'operazione di pace e di vita. Solo nella politica esistono i reali strumenti perché la gestione di un conflitto non debba essere affidata alla violenza e alla logica del più forte, indipendente dalle regioni e dalle legislazioni presenti sul piano internazionale.

Caro Don Ciotti, le consiglio di leggere l’abbecedario del cattolico praticante: il Catechismo della Chiesa Cattolica. Il numero 2308 dice: “Una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa.” E ancora al punto 2310: ”Coloro che si dedicano al servizio della Patria nella vita militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli”. Trovo strano che un uomo di Chiesa non conosca queste elementari norme, ma lei è un sacerdote o un esperto in diritto internazionale? Le acrobazie linguistiche le usa lei nel negare la liceità del diritto alla difesa contrabbandandola per guerra!!!


7. Il terrorismo non è figlio della povertà e dell'ingiustizia, ma si alimenta della disperazione da esse prodotta. Intervenire politicamente su tali situazioni, vuol dire che "non c'è pace senza giustizia"; significa che intervenire politicamente sulle condizioni di sfruttamento non contribuisce solo a realizzare maggior equità e giustizia, ma si rivela anche strumento efficace per vincere qualsiasi forma di terrorismo. Una Pace stabile esige un approccio politico realistico, dialogico e capace di aggredire le cause sociali di sfruttamento, miseria e disuguaglianze internazionali per fare della giustizia la premessa di ogni convivere disteso e sereno.

Sono d’accordo con lei, ma il problema rimane sempre quello: se il mio interlocutore non ha assolutamente volontà dialogiche, che fare? Ma nell’attesa … si ricordi che in Irak vi è un popolo sottomesso e alla fame(o la colpa è sempre degli americani…probabile!!) che non vede l’ora di riscattarsi dalla dittatura!!! Come mai non rivolge mai i suoi appelli di pace e l’invito al dialogo anche agli oppositori interni al regime? Forse perché ritiene che siano solo dei mercenari prezzolati al soldo americano? Proprio tutti?


8. Due vincolanti passi ci sembrano necessari:

· Spostare il baricentro del diritto internazionale dagli Stati alle persone. Significa creare le condizioni perché non si realizzi tanto e solo una tutela dell'equilibrio tra i governi, ma una vera tutela dei diritti fondamentali di ogni cittadino del mondo.
· Dare agli strumenti internazionali di verifica e di controllo quali il Tribunale Penale Internazionale le reali possibilità di sanzionare ogni tipo di abuso e di prevaricazione del diritto senza sconti per nessuno e senza eccessive timidezze verso quei potenti che più di altri sono in grado di condizionare organismi internazionali in virtù del loro potere economico.

Belle parole…ma nel frattempo si muore….


Riflessioni sparse per trasformare un "grido" in parola attenta, documentata e precisa; per fare del "No alla guerra" una proposta perché giustizia e politica si sostituiscano alle armi e agli eserciti.
Non ha senso dividerci su queste questioni. E' urgente, doveroso e necessario restare uniti, intrecciare gli sforzi e opporsi alla logica delle divisioni con uno sforzo teso all'unità e alla concretezza del risultato di pace. Associazioni, gruppi, cooperative, chiese, sindacati, libere aggregazioni, lavoratori, mondo dello sport, del tempo libero, scuole, operatori dell'informazione, amministratori politici e donne e uomini di buona volontà dobbiamo fare tutto il possibile perché dall'intreccio delle nostre diverse iniziative possa nascere quel mondo possibile caratterizzato dalla Pace e dalla capacità di "fermare il male con il bene".

Evviva!!! proletari, borghesi e aristocratici di tutto il mondo uniamoci coralmente in un anelito speranzoso di pace, mettiamo dei fiori nei nostri cannoni e le bombe di Saddam saranno spazzate via dalle nostre belle e pacifiche intenzioni.

Il pacifismo non è altro che una misera foglia di fico messa per pudore sulla vigliaccheria di chi non vuole sporcarsi le mani per aiutare il prossimo!!!

Gianni Toffali