15/01/2001

Egregio Professor Pelanda, non manco mai di leggerla sul Giornale, e spero di poterla reincontrare a Lecco, Le scrivo per esporle le mie perplessità sull'attuale momento politico finanziario, non vorrei che tutte le polemiche scatenate da una sinistra che ormai è come una bestia ferita a morte e che tenterà con qualsiasi mezzo di ribaltare la volontà popolare ed impedire che il governo lavori liberamente, finiscano per impedire il tanto sospirato cambiamento.

Oltre tutto dobbiamo mettere in conto anche gli effetti della recessione mondiale che sta colpendo prima di tutto l'economia guida del pianeta cioè gli usa, anche se, io penso solo in maniera transitoria tanto che ho ritenuto oppurtuno investire dati i livelli attuali un po di soldi nel Nasdaq,che ne pensa?Dobbiamo scontare anche l'effetto devastante degli attentati alle torri gemelle, se non ricordo male Lei nel suo libro "Lo stato della crescita"  punta proprio il dito sui fattori che determinano uno stop alla diffusione del benessere collettivo identificandoli in pieno, non più conflitti da guerra fredda ma crisi locali molto forti, che creano disordini a livello mondiale oltre che azioni di gruppi terroristici.In poche parole secondo Lei ci dobbiamo aspettare una battuta d'arresto breve come spero o siamo di fronte ad un vero problema che rischia di aprire scenari foschi?
Con i miei più cordiali saluti
 
fulvio valagussa