08/01/2001

Carissimo Carlo,

La ringrazio del Suo articolo apparso su Il Giornale di ieri. I due primi periodi hanno avuto il potere di restituire la fiducia nelle mie facoltà mentali.
Devo dire che il mio interessamento allo studio dell'economia è discreto, ma non suffragato da una solida preparazione. In seguito a queste letture avevo ritenuto che la moneta fosse "una merce", quindi la sua bontà dipendesse dalle capacità dell'azienda che la produce, non si è mai visto l'inverso. Ritenevo che la situazione argentina, in particolare la parità del cambio col dollaro mi rendesse ragione.
Mi chiedevo poi, ma gli anglo-britannici e i danesi, nel non entrare in Eurolandia erano proprio più sprovveduti della nostra opposizione? Poi è giunto il Suo articolo.
Le chiedo, è mai possibile che nell'opposizione nessuno si renda conto che a cavalcare le scempiaggini prima o poi si resta in brache di tela con tutto quello che segue...?
 Cordialissimi saluti.
Marco Baù