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 Carissimo Carlo, 
          La ringrazio del Suo articolo apparso su
          Il Giornale di ieri. I due primi periodi hanno avuto il potere di restituire
          la fiducia nelle mie facoltà mentali.
         
          Devo dire che il mio interessamento allo
          studio dell'economia è discreto, ma non suffragato da una solida
          preparazione. In seguito a queste letture avevo ritenuto che la moneta
          fosse "una merce", quindi la sua bontà dipendesse dalle
          capacità dell'azienda che la produce, non si è mai visto l'inverso.
          Ritenevo che la situazione argentina, in particolare la parità del
          cambio col dollaro mi rendesse ragione.
         
          Mi chiedevo poi, ma gli anglo-britannici e
          i danesi, nel non entrare in Eurolandia erano proprio più
          sprovveduti della nostra opposizione? Poi è giunto il Suo articolo.
         
          Le chiedo, è mai possibile che
          nell'opposizione nessuno si renda conto che a cavalcare le
          scempiaggini prima o poi si resta in brache di tela con tutto quello
          che segue...?
         
           Cordialissimi saluti.
         
          Marco Baù
         
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