08/01/2001

Da un anonimo cittadino allo stimatissimo Movimento "Galileo 2001".

A proposito degli incontestabili problemi ambientali, "Galileo 2001" bolla come frutto della cultura oscurantista e regressiva, tra l'altro, il «..... il timore di cambiamenti climatici che da milioni di anni caratteristiche del pianeta terra» attribuiti da tale cultura alle attività quasi esclusivamente antropiche. È questa una tesi che va rispettata, ma che non può pretendere dal cittadino l'assoluta fede cieca negli uomini di scienza. Come ammettere che l'uomo è infallibile se appartiene ad una certa categoria, ad una certa casta. Io penso che, ante omnia, la comunità scientifica per fare tale irricevibile richiesta deve dimostrare che le sue ricerche, che non va dimenticato hanno uno stretto rapporto con la qualità della vita dell'uomo, non hanno alcun legame con il mondo della produzione. Penso cioé alla ideologica condanna espressa al 'principio di precauzione' e alle sicure ingerenze sulla scelta dei tempi della ricerca da parte di chi finanzia. Che dire infatti dei tanti prodotti farmaceutici e dei tanti prodotti industriali, entrambi frutti della Ricerca, apparsi sul mercato senza i dovuti controlli che hanno provocato morti e gravi problemi a molte persone?. Che dire della disparità di trattamento nei confronti della dignità e della salute umana di fronte alla alla malattia ed alla morte? Oscurantismo o sfiducia dovuta ad errori evitabili perché dovuti all'ambizione e/o alla cupidigia sottaciuta dei singoli? Sta alla comunità scientifica dimostrare che chi non intende affidare la propria vita con superficialità sbaglia.

Ma, al di là delle opinioni personali, sicuramente opinabili, io chiedo a me, ma anche a "Galileo 2001", perché mai cento premi Nobel, per lo più per la Medicina, per la Fisica e per la Chimica (discipline non a caso citate), hanno sentito il dovere di richiamare con forza l'attenzione sul futuro del mondo e sui bisogni dei suoi poveri con questa frase: «....Il surriscaldamento del pianeta - originato non da loro (n.d.r.: i poveri del terzo mondo), bensì da pochi ricchi - colpirà soprattutto le loro fragili ecologie.» Chi sbaglia?

=====================================

L'APPELLO DI 100 PREMI NOBEL (di cui ho l'elenco) CONTRO LE SCELTE DELLA CASA BIANCA

Cento laureati all'Accademia di Stoccolma {sui 225 viventi) denunciano che "il più profondo pericolo per la pace mondiale viene dalle legittime richieste della maggioranza povera del mondo" .

"La minaccia maggiore per la pace mondiale verrà negli anni a venire non dai comportamenti irrazionali di stati o individui, ma dalle legittime richieste dei diseredati del mondo. La maggioranza di queste persone povere e senza diritti vive un'esistenza marginale nei climi equatoriali. Il surriscaldamento del pianeta - originato non da loro, bensì da pochi ricchi - colpirà soprattutto le loro fragili ecologie. La loro situazione sarà disperata e manifestamente ingiusta. Perciò non ci si può attendere che essi si accontentino sempre e comunque di aspettare la beneficenza dei ricchi.

Se permetteremo dunque alla potenza devastante delle armi moderne di diffondersi in questo esplosivo paesaggio umano, innescheremo una conflagrazione in grado di travolgere tanto i ricchi quanto i poveri. La sola speranza per il futuro riposa nella collaborazione internazionale, legittimata dalla democrazia.

E' tempo di voltare le spalle alla ricerca unilaterale di sicurezza, in cui noi cerchiamo di rifugiarci dietro ai muri. Dobbiamo invece insistere nella ricerca dell'unità d'azione per contrastare sia il surriscaldamento del pianeta che un mondo armato.

Questi obiettivi gemelli costituiranno due condizioni fondamentali per la stabilità, mentre ci muoveremo verso il più ampio grado di giustizia sociale che, esso solo, può dare una speranza di pace.

Alcuni degli strumenti legali necessari sono già a portata di mano, come il trattato sui missili anti-balistici (Anti-Ballistic Missile Treaty), la convenzione sui cambiamenti climatici (Convention on Climate Change), i trattati strategici sulla riduzione di armi (Strategic Arms Reduction Treaties) e il Trattato sul bando dei test nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty).

In quanto cittadini preoccupati, chiediamo a tutti i governi di impegnarsi per questi obiettivi, che costituiscono dei passi in avanti affinche il diritto prenda II posto della guerra.

Per sopravvivere nel mondo che abbiamo trasformato dobbiamo imparare a pensare in modo nuovo. Mai come oggi, il futuro di ciascuno dipende dal contributo di tutti."

-----Messaggio originale-----
Da: Roberto Imperiali [mailto:imperiali@pronet.it]
Inviato: giovedì 27 dicembre 2001 17.03
A: benito fiori; loredana galassini; circolo culturale palazzo cattaneo
Oggetto: Fw: Galileo 2001

 
----- Original Message -----
Sent: Thursday, December 27, 2001 12:08 PM
Subject: Galileo 2001

Ugo Spezia fax 06/4469335
Franco Panizon fax 040/761266-3785362
 
 
Ai Membri Fondatori e ai Membri del Comitato Promotore di "Galileo 2001 per la liberta' e la dignita' delle Scienze"
 
Mi riferisco al Manifesto "Galileo 2001 per la liberta' e dignita' della Scienza" ai cui obiettivi: "Vogliamo che il nuovo secolo sia anche per il nostro paese quello della verita' scientifica e della ragione", mi sento di aderire completamente e penso che cosi' espresso non possa trovare opposizione da parte di nessuno.
 
Ma sulla base di questo principio possiamo intanto esaminare i punti esemplificati dal Manifesto come esempi da combattere di irrazionalita' ed oscurantismo.
 
Partendo dal primo:
 
1) Il timore di cambiamenti climatici, che da' milioni di anni caratteristici del pianeta terra, sono oggi imputati quasi esclusivamente alle attivita' antropiche.
 
a) Per quanto ci è dato di leggere la maggior parte degli scienziati del mondo intero ritengono che :
 
a- questi cambiamenti derivano dall'attivita' antropica,
 
b- questi cambiamenti climatici sono molto piu' rapidi di quelli avvenuti da milioni di anni per cui sia l'umanita', sia la natura (che all'umanita' serve) non riescono ad adattarvisi con conseguenti crisi (desertificazioni, cicloni, perdita di biodiversita', emigrazioni, perdita di zono costiere, ecc...) al punto che tutte le Nazioni del mondo hanno sentito di dover fare qualcosa (v. Kioto o altro ...).
 
Ora queste considerazioni sul cambiamento climatico vengono proprio da scienziati e dalla loro maggioranza, non da persone non qualificate.
Quindi rientrano nel campo della "Verita' scientifica e della Ragione" e non dell'"oscurantismo".
 
Data la posta in gioco, credo che qui il principio precauzionale sia quanto mai opportuno.
 
Per tornare alla frase "cambiamenti climatici che, da milioni di anni caratteristici del Pianeta ...", vorrei aggiungere che quando nel corso dei milioni di anni questi cambiamenti climatici sono stati rapidi come quelli attuali hanno portato a delle catastrofi ambientali.
 
Intendo per "catastrofi" delle modifiche della vita per le quali si e' passati da un tipo di vita (vegetazioni e speci animali) ad un'altra.
 
Ora e' chiaro che la vita sulla terra continuera', ma non mi sto preoccupando della "vita" sulla terra in generale, ma della vita della nostra specie che e' quella che mi interessa personalmente.
 
2) Ancora:
 
"Le limitazioni alla ricerca biotecnologica che impediscono ai nostri ricercatori di cooperare al raggiungimento di conquiste scientifiche che potrebbero tra l'altro combattere gravi patologie e contribuire ad alleviare i problemi di alimentazione umana".
 
Qui si inserisce il problema del rapporto tra "conquiste scientifiche" e loro applicazioni.
Credo che prima di procedere, va chiarito un punto.
Se tutte le scoperte scientifiche:
a) possono essere applicate senza limitazione, o
b) con limitazione.
 
Se vale il punto a) e' chiaro che la tecnologia (che e' l'applicazione pratica delle scoperte scientifiche) non deve avere limiti, oppure vale il punto b) (e personalmente ritengo che e' giusto che debba valere, altrimenti ognuno potrebbe usare qualunque tecnologia come meglio crede con relativi sconquassi v. chi minaccia di usare la bomba atomica).
 
Nel caso b) quindi l'opposizione ad alcuni usi delle scoperte scientifiche (poche o molte che siano) rientrano nel quadro di un dibattito umano e scientifico che quindi non e' oscurantista.
 
Il limite della ricerca scientifica e' sentito da alcuni "oscurantisti" necessario fino a quando non e' chiaro il limite della sua applicazione.
 
Ora vediamo che i limiti delle applicazioni scientifiche (tecnologia) ci sfuggono di mano e si spostano sempre di piu' modificando il nostro modo di vivere, per cui e' legittima la domanda: "Dove stiamo andando?"
Ed in assenza di una risposta e' anche legittimo il desiderio di un freno a quello che ci sta trasformando.
 
L'accusa di "oscurantismo" a chi vuol porre un freno alla ricerca scientifica ed alla tecnologia non ha senso perche' il dibattito anche in questo caso e' tra chi vuole una modifica continua del mondo (progresso) e chi ritiene che tale modifica va fatta sulla base di una analisi e di una critica piu' attenta.
 
Direi che entrambi le posizioni hanno un che di oscurantista nei limiti in cui entrambi esprimono un ideale soggettivo di vita. In tal senso l'oscurantismo e' ineliminabile da entrambe le posizioni; puo' essere solo ridotto attraverso la ragione che deve cercare di stabilire con tutti i mezzi e in una ricerca continua quale e' il vero bene per l'uomo.
 
3) Ancora al terzo punto si afferma:
 
"La ricerca e l'esaltazione acritica di pratiche mediche miracolistiche che sono ritenute affidabili solo perche' alternative alla medicina scientifica".
 
Se e' acritica una convinzione che non si e' potuto dimostrare "scientificamente" direi che e' una accusa non razionale (non scientifica).
 
Vediamo infatti proprio nella medicina che molte pratiche che erano ritenute "non scientifiche" e quindi non usate o addirittura non consentite, a seguito di esperimenti "scientifici" venivano riscoperte in un secondo tempo.
 
Prenderei come esempio l'Agopuntura che e' stata riconosciuta scientificamente valida soltanto circa 40 anni fa (perche' si aveva finalmente capito e dimostrato che esistono dei flussi energetici in certi punti del corpo, ecc...).
 
Ma i Cinesi la usavano gia' da secoli. Significa quindi che esistono dei meccanismi di apprendimento della realta' che prescindono dall'analisi scientifica   ma che l'analisi scientifica nega fino a quando non riesce a dimostrarli.
 
E questa negazione aprioristica non e' razionale e quindi non e' razionale l'accusa di acriticita' delle pratiche mediche non dimostrate scientificamente.
Ancora non ultima la dimostrazione "scientifica" che a questo punto chiamerei "sperimentale" circa la memoria dell'acqua. Per cui si e' sperimentato che il principio attivo di un farmaco si trasferisce dal contenuto al contenente anche in caso di diluizioni successive (convalidando almeno uno dei principi dell'omeopatia) (v. Internet  www.newscientist.com/news/news.jsp?id=ns99991532)
 
In questi esempi e non solo è proprio la "Scienza Ufficiale" che ha dimostrato una posizione acritica non volendo considerare la possibile validità di cose che non riusciva a capire.
 
E mentre da una parte rifiuta quello che può far bene ma che non riesce a dimostrare, dall'altra accetta invenzioni e applicazioni acriticamente senza avere dimostrato che sono esenti da rischio. (Principio di precauzione ridotto al minimo: Es. CFC che hanno bucato lo strato di ozono tanto per non scendere in dettagli, dei quali sarebbe utile fare un conto dei benefici apportati e dei danni prodotti).
 
4) Ancora al quarto punto:
 
"Il terrorismo sui rischi sanitari dei campi elettromagnetici che vuole imporre limiti precauzionali ingiustificati, enormemente piu' bassi di quelli accreditati dalla comunita' scientifica internazionale e adottati in tutti i paesi industriali.
 
Il termine "terrorismo" e' valido solo se si dimostra che i limiti precauzionali sono ingiustificati.
Bisognerebbe vedere se la comunita' scientifica internazionale (fermo restando che all'interno ci saranno giustamente pareri discordi) ha dimostrato che i campi elettromagnetici non sono nocivi.
In verita' mi risulta che la comunita' scientifica internazionale ha confermato che i campi elettromagnetici hanno un certo grado di nocivita' (forse ancora non precisato) per cui e' del tutto soggettivo e giustificato (senza essere terrorista) il preferire non correre certi rischi a prescindere da quello che hanno scelto altri paesi.
 
5) Direi che le stesse considerazioni valgono per il punto successivo:
 
"Il permanere di una condizione di emergenza nel trattamento e nello smaltimento dei rifiuti di ogni tipo, condizione che e' figlia del respingimento aprioristico di soluzioni tecnologiche adottate da decenni in tutti i paesi industriali avanzati".
 
e per l'ultimo, relativo all'energia nucleare.
 
6) Il punto seguente forse e' il piu' interessante anche da un punto di vista filosofico:
 
"La sistematica opposizione ad ogni tentativo di dotare il Paese di infrastrutture vitali per la continuita' dello sviluppo e per il miglioramento della qualita' della vita della popolazione".
 
Si parla di infrastrutture vitali per la continuita' dello sviluppo e per il miglioramento della qualita' della vita.
 
E' evidente che l'accusa a chi si oppone a quanto sopra e' di preferire scelte contrarie al miglioramento della qualita' della vita.
Che e' l'equivalente dell'accusa di oscurantismo in campo scientifico (di cui ho gia' parlato).
 
Mi riesce difficile pensare che qualcuno possa proporre qualcosa per stare peggio. E' piu' probabile che abbia una diversa concezione per quanto riguarda "lo stare meglio". Quindi di nuovo qui occorre spostare la discussione evitando giudizi di valore ma appoggiandosi finche' si puo' "sulla verita' scientifica e sulla ragione", e sul rispetto delle reciproche idealita'.
Il che evidentemente e' un dibattito che deve tener conto di tutta una serie di variabili (scientifiche) complesse e anche soggettive.
 
Intanto abbiamo visto che la costruzione di infrastrutture di un paese da qualche anno a questa parte deve sottostare a considerazioni di carattere qualitativo e non solo quantitativo (valutazione di impatto ambientale). Il che e' un passaggio molto importante da una concezione quantitativa ad una concezione qualitativa dello sviluppo e del progresso.
Quindi ora io non saprei valutare la posizione di chi vuole aumentare la dotazione di infrastrutture del Paese e quella di chi invece vuole limitarle ma dal momento che si e' costituito questo Comitato Scientifico (Galileo 2001) mi auguro che la qualita' della vita possa essere da questo valutata in tutti i suoi aspetti.
 
Sarebbe interessante se si potesse arrivare a degli indicatori di impatto umano delle applicazioni scientifiche per poter dare finalmente una definizione piu' scientifica di Progresso (che evidentemente deve servire all'uomo).
Per cui si possa considerare che il progresso non e' necessariamente l'applicazione continua delle scoperte intese come obiettivo continuo da perseguire. Ma che il progresso e la crescita del benessere, di cui le novita' e le "scoperte scientifiche" possono essere una componente, ma non sono necessariamente un indice, e' composto da molte variabili.
 
O meglio le scoperte scientifiche sono un indice di progresso se tengono conto di tutte le componenti umane. E questo studio deve comprendere tutte le scienze, non solo quelle che scoprono il mondo esterno ma anche quello interno all'uomo dove e' li' che vengono sintetizzati i risultati di quello che "succede intorno" e quindi: psicologia, etologia, antropologia, filosofia, storia, sessuologia, sociologia, ecologia, medicina preventiva, criminologia, studio della 3a eta', ecc..., anche attraverso confronti con altre epoche e con altre societa' con un'analisi dell'individuo sul soddisfacimento di tutti i suoi bisogni esistenziali.
 
Che peraltro mi sembra una strada che comincia ad essere percorsa e che ha gia' portato all'individuazione di oltre 50 parametri di benessere sociale (v. internet http://iisd1.iisd.ca/cgsdi/.)
 
E da questa base, arricchita dalle scienze sociali ed umane, devono venire i suggerimenti al cammino del "Progresso".
Quindi ben venga questo movimento "Galileo 2001 per la liberta' e la dignita' della Scienza" dove "le associazioni scientifiche e culturali si impegnano per una informazione competente e deontologicamente corretta".
 
Ben venga l'appello "ci rivolgiamo alla societa' civile agli operatori dell'informazione" ma toglierei il termine "piu' attenti". Ben vengano i "Politici" ma toglierei il termine "piu' avveduti" per non fare delle discriminazioni apriori. Non parlerei piu' di fondamentalismo che come abbiamo detto non ha senso ma direi solo "di superare le barriere della disinformazione" in modo da comunicare i risultati e la valutazione di tutte le scoperte, anche per non applicarle, perche' il non applicarle a volte potrebbe essere il frutto di "ragione" e non di "oscurantismo".
 
Paolo Roberto Imperiali
Presidente del "Circolo Culturale Palazzo Cattaneo"