28/01/2001

Caro Carlo Pelanda, mi scusi per la libertà che mi prendo nel rivolgermi a lei con un tono così confidenziale, essendo un assiduo suo lettore e condividendo in massima parte ogni sua tesi, mi resta spontaneo tale atteggiamento.

Anche oggi sono del suo avviso, anzi mi conceda una piccola presunzione, era da tempo che notavo e pensavo le stesse cose, naturalmente io non essendo giornalista altra alternativa non ho se non quella di martellare le menti di amici parenti colleghi e conoscenti nel corso di accese discussioni di politica  e di economia politica.
Quindi , le dicevo, anche oggi  la sua tesi mi trova pienamente concorde. In Italia si è creata e monta  ogni giorno di più una speranza che è anche aspettativa di cambiamento, e si guarda ad un possibile mutamento dell'orientamento economico e fiscale di un prossimo governo di centrodestra come ad una sorta di "ultima spiaggia". Veramente tutti noi piccoli e medi imprenditori speriamo in un'altra legge Tremonti e soprattutto è assolutamente vero che così compressi come siamo da uno stato ingordo di tasse e burocraticamente imprigionante, se solo ci fosse un accenno ad un reale cambiamento ci trasformeremmo tutti quanti da spaventati topolini in tigri affamate di mercato e competizione. Pensi quanta energia, bravura, creatività e inventiva dobbiamo ogni giorno sprecare unicamente per tenerci sulla difensiva a non perdere fette di mercato interno e estero. Anch'io con la mia piccola attività mordo il freno, tengo duro,soffro e Dio sa quanta potenzialità avrei da porre all'atto. Quindi che dirle? Speriamo che il vento cambi e vedrà che , in poco tempo, liberi da gioghi di ogni sorta spazzeremo via la concorrenza in men che non si dica.
Spero di non averla annoiata, scusi l'intromissione nel suo sito. Con affetto e stima
 
Marco Ciavaglia   contitolare dell'Agrifoglio  commercio e produzione di prodotti erboristici.
 
 
Fano, 27/1/01.