Caro Carlo Pelanda, mi scusi per la libertà che mi prendo nel rivolgermi a lei con un tono così confidenziale, essendo un assiduo suo lettore e condividendo in massima parte ogni sua tesi, mi resta spontaneo tale atteggiamento.
Anche oggi sono del suo avviso,
anzi mi conceda una piccola presunzione, era da tempo che notavo e
pensavo le stesse cose, naturalmente io non essendo giornalista altra
alternativa non ho se non quella di martellare le menti di amici parenti
colleghi e conoscenti nel corso di accese discussioni di politica
e di economia politica.
Quindi , le dicevo, anche oggi
la sua tesi mi trova pienamente concorde. In Italia si è creata e monta
ogni giorno di più una speranza che è anche aspettativa di
cambiamento, e si guarda ad un possibile mutamento dell'orientamento
economico e fiscale di un prossimo governo di centrodestra come ad una
sorta di "ultima spiaggia". Veramente tutti noi piccoli e medi
imprenditori speriamo in un'altra legge Tremonti e soprattutto è
assolutamente vero che così compressi come siamo da uno stato ingordo
di tasse e burocraticamente imprigionante, se solo ci fosse un accenno
ad un reale cambiamento ci trasformeremmo tutti quanti da spaventati
topolini in tigri affamate di mercato e competizione. Pensi quanta
energia, bravura, creatività e inventiva dobbiamo ogni giorno sprecare
unicamente per tenerci sulla difensiva a non perdere fette di mercato
interno e estero. Anch'io con la mia piccola attività mordo il freno,
tengo duro,soffro e Dio sa quanta potenzialità avrei da porre all'atto.
Quindi che dirle? Speriamo che il vento cambi e vedrà che , in poco
tempo, liberi da gioghi di ogni sorta spazzeremo via la concorrenza in
men che non si dica.
Spero di non averla annoiata,
scusi l'intromissione nel suo sito. Con affetto e stima
Marco Ciavaglia
contitolare dell'Agrifoglio commercio e produzione di prodotti
erboristici.
Fano, 27/1/01.
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