01/02/2004

Caro Pelanda

 

Il Tg1 ogni sera, nel commentare la politica italiana, ci sottopone ad un’estenuante passerella di politici ulivisti. Da Rutelli a Fassino, da Occhetto a Di Pietro, da Boselli a Diliberto, da Pecoraro Scanio a Mastella fino a Bertinotti perché tutti hanno qualcosa da dire contro il Governo e quindi hanno diritto di parola. A me sembra assurdo che per dare voce all’opposizione si debbano far parlare ogni sera tutti i segretari dei partiti del centro sinistra ma Clemente Minum è un bravo professionista e sa il fatto suo. Nonostante ciò la sinistra non è soddisfatta, vuole ancora più spazio e chiede la testa di Minum. Di quale spazio hanno ancora bisogno i leader dell’Ulivo? Non gli basta il Tg3 e l’intera terza rete sempre più degna di essere definita telekabul? Non gli basta la passerella che il democratico Minum ogni sera concede ai leader dell’Ulivo compreso chi, come Pecoraro Scanio  rappresenta solo se stesso?

Ma non è tutto. Il segretario dei Ds Piero Fassino definisce nazista lo stesso Minum, che tutti sanno essere ebreo, proprio in concomitanza con il giorno della memoria, senza che nessuno si sia indignato: Sabina Guzzanti in uno dei suoi spettacoli ha offeso gli ebrei usando il termine “razza ebraica” e Gad Lerner, sempre pronto a denunciare l’antisemitismo anche dove non c’è, invece di indignarsi ha difeso la Guzzanti dalle giuste rimostranze di alcune comunità ebraiche. Fossero scappate a Berlusconi frasi del genere, il buon Gad avrebbe avuto lo stesso atteggiamento? Certamente no, anzi avrebbe chiamato a raccolta gli ebrei italiani contro il mostro antisemita.

Vittorio Feltri, è stato condannato a sei mesi di reclusione per aver detto, come pensano tutti,  che Mani Pulite è stata un’azione politica; Lino Jannuzzi per alcune settimane si è dovuto rifugiare in Francia per non essere arrestato con l’accusa di aver fatto il giornalista; un organo d’informazione vicino al centro destra “Il Giornale” è stato perquisito con metodi degni dei peggiori regimi stalinisti solo per aver fatto inchieste scottanti sul caso “Telekom Serbia” che coinvolgevano politici del centro sinistra. L’Unità invece può permettersi di scrivere ciò che vuole, offendendo gli avversari politici, pubblicando gli indirizzi e i numeri di telefono di parlamentari del centro destra, tanto poi se qualcuno sporge querela tutto viene archiviato in nome della libertà di stampa.

Caro Pelanda,  questo non è forse un regime? Certamente si ma la singolarità di tutto ciò sta nel fatto che a sopprimere le libertà sono coloro che hanno perso le elezioni e che oggi stanno all’opposizione e godono dell’appoggio di poteri tutt’altro che nascosti. I falsi profeti della libertà e del pluralismo, quelli che vorrebbero farci credere che due campioni di faziosità ed arroganza come  Michele Santoro e Sabina Guzzanti sono dei martiri e che Berlusconi è un pericolo per la democrazia. Quelli che vorrebbero condurci a forza nelle piazze a fare i girotondi, tutti noi che certe scemenze non le abbiamo fatte neanche da bambini. Ma questo può essere ancora considerato un paese normale?

Distinti saluti

                                                      Americo Mascarucci- Viterbo

25/02/2004

Caro Pelanda

Al compagno Vincenzo Visco non va giù che un autorevole quotidiano come “Il Tempo” abbia denunciato il comportamento ipocrita dell’Unità. La società editrice del quotidiano fondato da Antonio Gramsci per risolvere alcuni problemi di carattere finanziario ha fatto ricorso al condono fiscale voluto dal Governo Berlusconi  dopo che, l’esimio direttore della testata Furio Colombo, ha scatenato una campagna di stampa contro il ministro Tremonti accusandolo di salvare, con questo “colpo di spugna”, i furbi a discapito della gente onesta. Visco intervistato da un giornalista del quotidiano romano si è indignato, ha fatto di tutto per non rispondere alle domande e alla fine ha accusato il Tempo di occuparsi dell’Unità anziché degli scandali di Berlusconi.

Così va il mondo caro Pelanda. Su Berlusconi si può dire e scrivere di tutto, ma guai ad attaccare la sinistra. Soprattutto un santuario dell’informazione come l’Unità caro alla sinistra più estrema, a Tonino Di Pietro, ai girotondisti e ai moralisti duri e puri come Marco Travaglio. Non solo, per Visco e compagni non possono esservi altri scandali in Italia se non quelli di Berlusconi. Come se il Presidente del Consiglio avesse il monopolio delle nefandezze e quelli della sinistra invece quello dell’onesta e della coerenza. Invece fortunatamente nel panorama dell’informazione ci sono ancora voci libere come “Il Giornale”, “Il Tempo”, “Il Foglio”, il settimanale “Panorama” e pochi altri che non ci stanno a chiudere gli occhi di fronte alle incoerenze e alle ipocrisie dell’altra parte. Come appunto la vicenda dell’Unità che certamente non impedirà a Colombo, a Travaglio e a quanti si ostinano a scrivere su quel giornale, di continuare a tediare gli italiani con il loro insopportabile moralismo. Fortunatamente noi siamo dalla parte opposta.

                                                                                    Americo Mascarucci - Viterbo