10/02/2003

Chiarissimo Prof. Pelanda
                                         non me ne voglia se, avendola scoperto, la considero ormai un interlocutore privilegiato ( per me naturalmente ). E' da un po che vado maturando una convinzione circa la feroce resistenza dei rappresentanti della classe dei pubblici ministeri al semplice accennare da parte del Governo a metter mano alla riforma del sistema giudiziario. Non sarà forse che vi è fra loro un diffuso timore che, riformando, temano di perdere colossali privilegi come quello della carriera garantita senza alcun merito e senza alcuna valutazione di capacità professionale, sino al gradi di Consigliere di Cassazione, con relativa ricca pensione, e magari candidandosi come ormai abituale alle elezioni politiche ?
con i migliori saluti
Gianfranco Pellegrini 

 

11/02/2003

Chiarissimo Prof. Pelanda

Buono il Suo articolo di sabato titolato " Politica senza frontiere ". Completamente condivisibile sulla politica italiana attuale di amicizia e alleanza verso gli USA,ma senza rinunciare ad una politica di tutela dei nostri particolari interessi futuri nel bacino mediterraneo e Medio Orientale. Vorrei però aggiungere una considerazione che spero da Lei condivisa. Perché Bush non può non attaccare! Quando nel 1991 Sadam Hussein ricevette una dura lezione dagli alleati occidentali, aveva davanti due opzioni:

Adeguarsi alla strada offertagli di far diventare l’ Irak una nazione con un Governo moderato ( non dico democratico perché nei Paesi Islamici la democrazia non può allignare-nemmeno nella pur civile Giordania ). Aprirsi al commercio mondiale soprattutto con le enormi possibilità offerte dai sui consistenti giacimenti di Petrolio. In tal caso sarebbe in breve divenuto uno dei tanti Satrapi orientali ricchi di Dollari facendo ricadere sui suoi sudditi un buon livello di benessere.

Preferì invece dare sfogo al suo delirio di onnipotenza armandosi spasmodicamente con il chiaro obbiettivo di attaccare prima o poi tutti gli Stati e Staterelli del Golfo assoggettandoli e da ultimo regolare i conti in sospeso con l’Iran. Facendo così ricadere sugli Irakeni miseria e sofferenze.

Sperava probabilmente nella dabbenaggine degli Occidentali fino al punto di diventare incontrollabile. Bush ha compreso il gioco e va a vedere le carte. Dio lo benedica!

Saluti Professore fino al Suo prossimo articolo

Gianfranco Pellegrini