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 Salve, sono Gianni Toffali di Dossobuono, non faccio commenti al fatto...dico solo: sto con lei. 
          Le allego un mio pensiero sull'ecologismo,
          se vorrà inserirlo nel suo sito, la ringrazio.
         
          Grazie mille e complimenti per il premio a
          lei e al suo collega Savona...lo dicevo io che scrive molto bene...
         
          Gianni Toffali
         Ecologia Sembra che in questi ultimi tempi, gli italiani, forse complice lo
        scenario dell’instabilità sociale internazionale, siano perennemente
        alla ricerca di nuovi "nemici" da esorcizzare, recentemente le
        fobie sembrano essersi  concentrate
        sulle onde elettromagnetiche, un nemico ritenuto tanto più temibile,
        quanto più invisibile. L’esasperazione di ansie collettive, ha portato molte persone a
        ritenere che l'esposizione ai campi elettromagnetici siano persino
        responsabili di diverse malattie tumorali (leucemie e linfomi) e
        degenerative (parkinson e alzheimer). I telefonini in particolare vengono accusati di mettere in pericolo
        la memoria, di "friggere"il cervello, di provocare emicranie,
        crisi epilettiche e di indurre persino al suicidio. Questi scenari da film dell'orrore, riprodotti senza nessuna
        analisi critica dai principali mezzi di informazione hanno permesso la
        costituzione in ogni città, quartiere o paese di sedicenti comitati di
        liberazione "elettromagnetica". Frotte inviperite di cittadini, promossi sul campo ingegneri
        nucleari, discettano su equazioni matematiche, di leggi fisiche, di
        pericolosità dei tralicci trasportanti 
        energia elettrica e della perniciosità derivante dagli impianti
        di radiotrasmissione telefonica. L'aspetto più incredibile è che gli scienziati che da oltre
        vent'anni studiano gli effetti sulla salute umana delle radiazioni non
        ionizzanti a bassa (elettrodomestici) e alta (telefonini e impianti
        radio) frequenza, non sono ascoltati, anzi, il loro autorevole parere è
        considerato di parte, ovviamente dalla parte delle grandi aziende
        commerciali  pubbliche o
        private. Le ricerche scientifiche finora compiute non hanno dimostrato
        l'esistenza di un nesso di causalità, ne di associazione significativa
        tra la comune esposizione professionale o residenziale ai campi
        elettromagnetici e l'insorgere di malattie o disturbi della salute. Da questi inconfutabili dati, si evince che i potenziali problemi
        sanitari sono legati esclusivamente alla percezione del rischio
        piuttosto che alla sua effettiva entità. Esemplificando: gli studi sull'effetto dell'uso del cellulare hanno
        dimostrato che durante una conversazione telefonica media, l'aumento
        della temperatura nella zona circostante l'orecchio è di circa 0,18
        gradi. Un valore irrisorio se si pensa che una semplice corsa a piedi può
        aumentare di due o tre gradi la temperatura di tutto il corpo, eppure
        nessuno ha mai pensato che la corsa sia pericolosa alla salute. Inoltre, se vogliamo essere pignolescamente e tecnicamente precisi,
        tutta la nostra vita quotidiana è già disseminata da radiazioni e
        campi magnetici, a partire da quello terrestre per giungere a quelli
        generati dagli oggetti di uso comune: lampadine, radio, televisione,
        lavatrici, computer, rasoi, asciugacapelli... Da oltre cinquant’anni, l'ottanta per cento della popolazione
        mondiale è immersa in campi elettromagnetici a bassa frequenza, con un
        incremento continuo di energia elettrica, senza che sia stata
        riscontrata alcuna relazione tra aumenti di casi tumorali e consumo di
        energia. Viene da chiedersi quali siano le cause di questo nuova patologia
        fobica sociale di massa; una prima risposta potrebbe arrivarci dalla
        sociologia o dalla psicologia e le risposte sarebbero senz'altro
        soddisfacenti, ma non del tutto esaustive; un'altra ipotesi potrebbe far
        pensare a qualche regia occulta o a fini non ben precisati.  Se osserviamo attentamente, dietro le quinte di questi comitati,
        apparentemente spontanei, scorgeremmo l’ombra lunga di alcune
        organizzazioni ecologiste, i probabili registi di questa vera e propria
        duplice ideologia: politica e antiscientifica-tecnologica. Non casualmente parecchie organizzazioni ecologiste gravitano
        attorno a precise aree politiche; infiniti i casi in tutta Italia, dove
        molti leader di questi comitati e associazioni si sono candidati entro
        liste civiche civetta, coalizzandosi con aggregazioni di chiaro colore
        politico. Evidentemente, erigersi a paladini della salute pubblica è
        ritenuta un’ottima strategia populista per accaparrare consensi. Oltre il movente politico, la “filantropia” dell’altra anima
        del pensiero ecologista, delusa dalle magnifiche sorti e progressive del
        mito scientista, è dettata dal rifiuto del tutto ideologico della
        scienza e della tecnica, concepite non più come strumenti a servizio
        all’umanità, ma come lunga manus dell’imperialismo, del
        capitalismo, del liberismo economico e del consumismo. Forti di queste convinzioni, molti ecologisti fomentano gli ignari
        ed ingenui cittadini facendo del vero e proprio ecoterrorismo
        disinformativo, bombardandoli con notizie drogate e non provate. Talvolta, messi alla strette da dati incontestabili, si
        schermiscono propagandando le loro ideologie dietro il principio
        (paravento) della precauzione: "se non si conoscono gli effetti e
        le conseguenze di una data cosa...si evita di usarla", è come se
        un povero preferisse morire di fame perchè non è certo che il cibo a
        lui offerto sia di origine doc o contenga organismi geneticamente
        modificati, altro esempio di colpevole e terroristica disinformazione. Un altro clamoroso caso di tendenziosità e allarmismo infondato ci
        è venuto due anni fa, quando alcune associazioni ecologiste
        denunciarono la pericolosità degli impianti della Radio Vaticana, come
        se tutti gli altri impianti presenti massicciamente su tutto il
        territorio italiano, anche con maggiore potenza, non fossero
        pericolosi…acclaratissimo esempio, in questo caso, di livore
        anticattolico.  Proposta: essendo ormai tardi per bloccare la diffusione della
        tecnologia nei paesi tecnologicamente avanzati, perché gli ecologisti,
        dotati sicuramente di lungimirante spirito profetico, uscendo
        dall’egoistico guscio del proprio ovile e fedeli al succitato
        principio di precauzione, non si adoperano in 
        preventive campagne di informazione presso quelle nazioni
        sottosviluppate dove la tecnologia e l'energia elettrica devono ancora
        arrivare? Gli abitanti di quei fortunati paesi, che già vivono bucolicamente
        e serenamente, privi di ogni amenità ed orrore tecnologico, ma sotto un
        romantico cielo stellato (naturalmente ben visibile, perchè privo di
        inquinamento luminoso...), sono certo: vi ringrazieranno infinitamente
        per avergli evitato il rischio di una grave contaminazione radionucleare,
        fatalmente mortale. Meglio un'inoffensivo telefono a barattoli, che un rischioso
        cellulare radioattivo! Peccato che noi italiani non abbiamo percepito i vantaggi
        dell’eroica visione della vita pastoral-agreste, negandoci la vittoria
        della povertà virtuosa e condannandoci per sempre alla ricchezza
        viziosa. Ma speriamo, grazie alla “caritatevole”filosofia delle
        Cassandre Verdi, a queste multinazionali della paura, di tornare
        indietro, magari… quando si stava peggio…forse, si stava meglio!?   | 
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 La Congregazione della dottrina della fede, ha pubblicato alcune
        settimane fa la “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardante
        l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”.
        Indirizzata a tutti i cattolici  impegnati
        nella vita pubblica e politica, la Nota ha rappresentato l’occasione
        per fare chiarezza nelle molteplici convinzioni (talvolta, se non spesso
        errate) dei cattolici in materie sociali, morali e politiche. Il testo al capitolo quarto, rileva il monito a guardarsi da un
        troppo facile irenismo, che può finire per “secolarizzare il valore
        della pace”o per cadere in un “sommario giudizio etico, dimenticando
        la complessità delle ragioni in questione”; che “la pace è sempre
        frutto della giustizia ed effetto della carità”; che essa”esige il
        rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede
        un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità
        politica”. Inoltre sul concetto della guerra il paragrafo 2308 del
        Catechismo della Chiesa cattolica afferma: ”Una volta esaurite tutte
        le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai
        governi il diritto di una legittima difesa” e ancora al punto 2310:
        ”Coloro che si dedicano al servizio della Patria nel servizio militare
        sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli”. La sensazione, però desunta ascoltando i vari mezzi di
        comunicazione, è che tutto il corpo della Chiesa sia compatto nel
        sostenere le ragioni di un netto no alla guerra, ed un si incondizionato
        alla pace! Siamo di fronte ad un'evidente contraddizione in seno alla
        Chiesa? E’ probabile, il velato contrasto della Nota dottrinale
        rispetto alle posizioni del papa è però evidente, certo che è
        alquanto bizzarro scoprire alcuni uomini di Chiesa più esperti in
        diritto internazionale che in morale cattolica. Forse il documento era
        surrettiziamente e pudicamente indirizzato loro? Non è da escludere. Per i cattolici è però doveroso tenere distinti i vari piani
        della fede: un conto è ascoltare l'opinione espressa da singoli uomini
        di Chiesa, che comunque, a solo titolo personale e non ufficiale,
        possono schierarsi con le ragioni del no alla guerra, un altro è
        seguire le indicazioni del magistero della Chiesa cattolica, che, come
        abbiano osservato, non vieta aprioristicamente le ragioni della guerra
        giusta o della legittima difesa. Desta pertanto una certa perplessità notare la presenza di molti
        cattolici tra le fila pacifiste, che ben sappiamo cavalcare con
        disinvolta facciatosta ogni apparente buona battaglia, per scopi
        politici talvolta  estranei
        ai fini realmente perseguiti. Dinnanzi ad una dittatura che in dodici anni non si è piegata alle
        risoluzioni dell'Onu, un possibile intervento contro l'Irak, non è
        nemmeno ascrivibile alla nuova dottrina strategica cosiddetta preventiva
        (anche perchè con le più di tremila vittime delle Torri Gemelle
        sarebbe eufemistico cinismo chiamarla preventiva...), ma in quella
        classica della guerra giusta, finora mai smentita ufficialmente da alcun
        documento, elaborata originariamente da San Tommaso e Sant'Agostino,
        fatta propria dalla Chiesa cattolica e tutt’oggi ancora valida. Se realmente si avessero a cuore, tanto i diritti oppressi della
        popolazione irakena, quanto il diritto alla difesa del popolo americano,
        ogni azione volta ad annientare Saddam e il suo regime, sarebbe non solo
        giusta ed auspicabile, ma moralmente obbligatoria. Qualche pacifista
        dell’ultima ora, si è mai  indignato
        per la distruzione della Germania e della sua innocente popolazione per
        fermare l’orda nazista? Ma noi europei dalla memoria corta abbiamo
        forse bisogno di un nuovo 11 Settembre in versione Europea, per
        ricordarci che il terrorismo non è un'invenzione dello sporco
        imperialismo yankee assetato di petrolio. Giova ricordare ai tanti
        cattolici convertiti al pacifismo le parole di Dietric Bonhoffer: “Il
        precetto divino dell’amore chiede di amare di più il tuo prossimo che
        la tua coscienza angosciata”, ed amare il prossimo significa anche
        accettare il rischio di rischiare, tutto il resto sono vuote chiacchiere
        ammantate di mendace filantropia. Ma tant’è, continuiamo a sventolare
        le belle bandierine colorate della pace…ma, come dopo un temporale, la
        breve vita dell’arcobaleno è già dissolta…   gianni.toffali@inwind.it  Dossobuono
         Verona | 
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 Ho
          immaginato che se un ipotetico viaggiatore dello spazio fosse sceso
          occasionalmente sulla terra ed avesse partecipato ad una delle tante
          marcie della pace organizzate in questi giorni, ne sarebbe uscito
          quantomeno con stravaganti convinzioni, affatto rispondenti alla realtà.
          Se avesse modellato il suo giudizio sugli slogan inneggianti alla
          pace, sugli striscioni raffiguranti il criminale  Bush
          in procinto a sparare missili sul popolo irakeno, sulle soavi e
          pacifiche bandiere rosse marchiate con falce e martello che garrivano
          accompagnate al ritmo di toccanti liriche ireniche…e senza aver  trovato
          alcun generico riferimento di condanna a Saddam o di solidarietà al
          popolo irakeno, il nostro viaggiatore avrebbe arguito 
          fantascientifiche conclusioni. 
          Sicuramente avrebbe dedotto che solo i pacifisti, la sinistra e
          parte del mondo cattolico siano i soli e veri latori di pace; che Bush
          e l'America costituiscono una minaccia all'umanità e ai diritti umani
          e che Saddam sia solo un povero diavolo vittima dello sporco
          capitalismo yankee. Se
          casualmente, con le "certezze" acquisite in questi cortei,
          il nostro viaggiatore decidesse però di sbarcare anche in Irak,
          avrebbe sicuramente qualche lieve "problemino" nel tentare
          di spiegare ai famigliari dei 500.000 irakeni e dei 100.000 curdi
          sterminati dal regime negli ultimi 12 anni, che la colpa non è stata
          di Saddam, ma dell'opulento occidente e dall’incarnazione del male
          in persona: il demone Bush.  Ma
          sono certo! Con la  pacifista
          saggezza acquisita ai cortei, spiegherà ad entrambi di stare
          tranquilli e fiduciosi, poichè le miracolose e deterrenti bandiere
          della pace, contengono tutti gli anticorpi necessari a neutralizzare
          le armi chimiche e batteriologiche del loro tanto amato presidente. E
          poi svolazzando per un ultimo “allunaggio” terrestre, tirerà le
          orecchie a quei esagerati e fifoni americani, dicendo loro: cosa
          volete siano state due insignificanti torri delicatamente adagiate su
          se stesse? Suvvia, sorridete e volemoseben! gianni.toffali@inwind.it Dossobuono Verona 
 
 
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