01/02/2003

Salve, sono Gianni Toffali di Dossobuono, non faccio commenti al fatto...dico solo: sto con lei.

Le allego un mio pensiero sull'ecologismo, se vorrà inserirlo nel suo sito, la ringrazio.
Grazie mille e complimenti per il premio a lei e al suo collega Savona...lo dicevo io che scrive molto bene...
Gianni Toffali

Ecologia

Sembra che in questi ultimi tempi, gli italiani, forse complice lo scenario dell’instabilità sociale internazionale, siano perennemente alla ricerca di nuovi "nemici" da esorcizzare, recentemente le fobie sembrano essersi  concentrate sulle onde elettromagnetiche, un nemico ritenuto tanto più temibile, quanto più invisibile.

L’esasperazione di ansie collettive, ha portato molte persone a ritenere che l'esposizione ai campi elettromagnetici siano persino responsabili di diverse malattie tumorali (leucemie e linfomi) e degenerative (parkinson e alzheimer).

I telefonini in particolare vengono accusati di mettere in pericolo la memoria, di "friggere"il cervello, di provocare emicranie, crisi epilettiche e di indurre persino al suicidio.

Questi scenari da film dell'orrore, riprodotti senza nessuna analisi critica dai principali mezzi di informazione hanno permesso la costituzione in ogni città, quartiere o paese di sedicenti comitati di liberazione "elettromagnetica".

Frotte inviperite di cittadini, promossi sul campo ingegneri nucleari, discettano su equazioni matematiche, di leggi fisiche, di pericolosità dei tralicci trasportanti  energia elettrica e della perniciosità derivante dagli impianti di radiotrasmissione telefonica.

L'aspetto più incredibile è che gli scienziati che da oltre vent'anni studiano gli effetti sulla salute umana delle radiazioni non ionizzanti a bassa (elettrodomestici) e alta (telefonini e impianti radio) frequenza, non sono ascoltati, anzi, il loro autorevole parere è considerato di parte, ovviamente dalla parte delle grandi aziende commerciali  pubbliche o private.

Le ricerche scientifiche finora compiute non hanno dimostrato l'esistenza di un nesso di causalità, ne di associazione significativa tra la comune esposizione professionale o residenziale ai campi elettromagnetici e l'insorgere di malattie o disturbi della salute.

Da questi inconfutabili dati, si evince che i potenziali problemi sanitari sono legati esclusivamente alla percezione del rischio piuttosto che alla sua effettiva entità.

Esemplificando: gli studi sull'effetto dell'uso del cellulare hanno dimostrato che durante una conversazione telefonica media, l'aumento della temperatura nella zona circostante l'orecchio è di circa 0,18 gradi.

Un valore irrisorio se si pensa che una semplice corsa a piedi può aumentare di due o tre gradi la temperatura di tutto il corpo, eppure nessuno ha mai pensato che la corsa sia pericolosa alla salute.

Inoltre, se vogliamo essere pignolescamente e tecnicamente precisi, tutta la nostra vita quotidiana è già disseminata da radiazioni e campi magnetici, a partire da quello terrestre per giungere a quelli generati dagli oggetti di uso comune: lampadine, radio, televisione, lavatrici, computer, rasoi, asciugacapelli...

Da oltre cinquant’anni, l'ottanta per cento della popolazione mondiale è immersa in campi elettromagnetici a bassa frequenza, con un incremento continuo di energia elettrica, senza che sia stata riscontrata alcuna relazione tra aumenti di casi tumorali e consumo di energia.

Viene da chiedersi quali siano le cause di questo nuova patologia fobica sociale di massa; una prima risposta potrebbe arrivarci dalla sociologia o dalla psicologia e le risposte sarebbero senz'altro soddisfacenti, ma non del tutto esaustive; un'altra ipotesi potrebbe far pensare a qualche regia occulta o a fini non ben precisati.

Se osserviamo attentamente, dietro le quinte di questi comitati, apparentemente spontanei, scorgeremmo l’ombra lunga di alcune organizzazioni ecologiste, i probabili registi di questa vera e propria duplice ideologia: politica e antiscientifica-tecnologica.

Non casualmente parecchie organizzazioni ecologiste gravitano attorno a precise aree politiche; infiniti i casi in tutta Italia, dove molti leader di questi comitati e associazioni si sono candidati entro liste civiche civetta, coalizzandosi con aggregazioni di chiaro colore politico.

Evidentemente, erigersi a paladini della salute pubblica è ritenuta un’ottima strategia populista per accaparrare consensi.

Oltre il movente politico, la “filantropia” dell’altra anima del pensiero ecologista, delusa dalle magnifiche sorti e progressive del mito scientista, è dettata dal rifiuto del tutto ideologico della scienza e della tecnica, concepite non più come strumenti a servizio all’umanità, ma come lunga manus dell’imperialismo, del capitalismo, del liberismo economico e del consumismo.

Forti di queste convinzioni, molti ecologisti fomentano gli ignari ed ingenui cittadini facendo del vero e proprio ecoterrorismo disinformativo, bombardandoli con notizie drogate e non provate.

Talvolta, messi alla strette da dati incontestabili, si schermiscono propagandando le loro ideologie dietro il principio (paravento) della precauzione: "se non si conoscono gli effetti e le conseguenze di una data cosa...si evita di usarla", è come se un povero preferisse morire di fame perchè non è certo che il cibo a lui offerto sia di origine doc o contenga organismi geneticamente modificati, altro esempio di colpevole e terroristica disinformazione.

Un altro clamoroso caso di tendenziosità e allarmismo infondato ci è venuto due anni fa, quando alcune associazioni ecologiste denunciarono la pericolosità degli impianti della Radio Vaticana, come se tutti gli altri impianti presenti massicciamente su tutto il territorio italiano, anche con maggiore potenza, non fossero pericolosi…acclaratissimo esempio, in questo caso, di livore anticattolico.

Proposta: essendo ormai tardi per bloccare la diffusione della tecnologia nei paesi tecnologicamente avanzati, perché gli ecologisti, dotati sicuramente di lungimirante spirito profetico, uscendo dall’egoistico guscio del proprio ovile e fedeli al succitato principio di precauzione, non si adoperano in  preventive campagne di informazione presso quelle nazioni sottosviluppate dove la tecnologia e l'energia elettrica devono ancora arrivare?

Gli abitanti di quei fortunati paesi, che già vivono bucolicamente e serenamente, privi di ogni amenità ed orrore tecnologico, ma sotto un romantico cielo stellato (naturalmente ben visibile, perchè privo di inquinamento luminoso...), sono certo: vi ringrazieranno infinitamente per avergli evitato il rischio di una grave contaminazione radionucleare, fatalmente mortale.

Meglio un'inoffensivo telefono a barattoli, che un rischioso cellulare radioattivo!

Peccato che noi italiani non abbiamo percepito i vantaggi dell’eroica visione della vita pastoral-agreste, negandoci la vittoria della povertà virtuosa e condannandoci per sempre alla ricchezza viziosa.

Ma speriamo, grazie alla “caritatevole”filosofia delle Cassandre Verdi, a queste multinazionali della paura, di tornare indietro, magari… quando si stava peggio…forse, si stava meglio!?

 

 
15/02/2003

La Congregazione della dottrina della fede, ha pubblicato alcune settimane fa la “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardante l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”. Indirizzata a tutti i cattolici  impegnati nella vita pubblica e politica, la Nota ha rappresentato l’occasione per fare chiarezza nelle molteplici convinzioni (talvolta, se non spesso errate) dei cattolici in materie sociali, morali e politiche.

Il testo al capitolo quarto, rileva il monito a guardarsi da un troppo facile irenismo, che può finire per “secolarizzare il valore della pace”o per cadere in un “sommario giudizio etico, dimenticando la complessità delle ragioni in questione”; che “la pace è sempre frutto della giustizia ed effetto della carità”; che essa”esige il rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità politica”. Inoltre sul concetto della guerra il paragrafo 2308 del Catechismo della Chiesa cattolica afferma: ”Una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa” e ancora al punto 2310: ”Coloro che si dedicano al servizio della Patria nel servizio militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli”.

La sensazione, però desunta ascoltando i vari mezzi di comunicazione, è che tutto il corpo della Chiesa sia compatto nel sostenere le ragioni di un netto no alla guerra, ed un si incondizionato alla pace! Siamo di fronte ad un'evidente contraddizione in seno alla Chiesa? E’ probabile, il velato contrasto della Nota dottrinale rispetto alle posizioni del papa è però evidente, certo che è alquanto bizzarro scoprire alcuni uomini di Chiesa più esperti in diritto internazionale che in morale cattolica. Forse il documento era surrettiziamente e pudicamente indirizzato loro? Non è da escludere.

Per i cattolici è però doveroso tenere distinti i vari piani della fede: un conto è ascoltare l'opinione espressa da singoli uomini di Chiesa, che comunque, a solo titolo personale e non ufficiale, possono schierarsi con le ragioni del no alla guerra, un altro è seguire le indicazioni del magistero della Chiesa cattolica, che, come abbiano osservato, non vieta aprioristicamente le ragioni della guerra giusta o della legittima difesa.

Desta pertanto una certa perplessità notare la presenza di molti cattolici tra le fila pacifiste, che ben sappiamo cavalcare con disinvolta facciatosta ogni apparente buona battaglia, per scopi politici talvolta  estranei ai fini realmente perseguiti.

Dinnanzi ad una dittatura che in dodici anni non si è piegata alle risoluzioni dell'Onu, un possibile intervento contro l'Irak, non è nemmeno ascrivibile alla nuova dottrina strategica cosiddetta preventiva (anche perchè con le più di tremila vittime delle Torri Gemelle sarebbe eufemistico cinismo chiamarla preventiva...), ma in quella classica della guerra giusta, finora mai smentita ufficialmente da alcun documento, elaborata originariamente da San Tommaso e Sant'Agostino, fatta propria dalla Chiesa cattolica e tutt’oggi ancora valida.

Se realmente si avessero a cuore, tanto i diritti oppressi della popolazione irakena, quanto il diritto alla difesa del popolo americano, ogni azione volta ad annientare Saddam e il suo regime, sarebbe non solo giusta ed auspicabile, ma moralmente obbligatoria. Qualche pacifista dell’ultima ora, si è mai  indignato per la distruzione della Germania e della sua innocente popolazione per fermare l’orda nazista? Ma noi europei dalla memoria corta abbiamo forse bisogno di un nuovo 11 Settembre in versione Europea, per ricordarci che il terrorismo non è un'invenzione dello sporco imperialismo yankee assetato di petrolio. Giova ricordare ai tanti cattolici convertiti al pacifismo le parole di Dietric Bonhoffer: “Il precetto divino dell’amore chiede di amare di più il tuo prossimo che la tua coscienza angosciata”, ed amare il prossimo significa anche accettare il rischio di rischiare, tutto il resto sono vuote chiacchiere ammantate di mendace filantropia. Ma tant’è, continuiamo a sventolare le belle bandierine colorate della pace…ma, come dopo un temporale, la breve vita dell’arcobaleno è già dissolta…

 

gianni.toffali@inwind.it  Dossobuono  Verona

 
20/02/2003

Ho immaginato che se un ipotetico viaggiatore dello spazio fosse sceso occasionalmente sulla terra ed avesse partecipato ad una delle tante marcie della pace organizzate in questi giorni, ne sarebbe uscito quantomeno con stravaganti convinzioni, affatto rispondenti alla realtà. Se avesse modellato il suo giudizio sugli slogan inneggianti alla pace, sugli striscioni raffiguranti il criminale  Bush in procinto a sparare missili sul popolo irakeno, sulle soavi e pacifiche bandiere rosse marchiate con falce e martello che garrivano accompagnate al ritmo di toccanti liriche ireniche…e senza aver  trovato alcun generico riferimento di condanna a Saddam o di solidarietà al popolo irakeno, il nostro viaggiatore avrebbe arguito  fantascientifiche conclusioni.  Sicuramente avrebbe dedotto che solo i pacifisti, la sinistra e parte del mondo cattolico siano i soli e veri latori di pace; che Bush e l'America costituiscono una minaccia all'umanità e ai diritti umani e che Saddam sia solo un povero diavolo vittima dello sporco capitalismo yankee.

Se casualmente, con le "certezze" acquisite in questi cortei, il nostro viaggiatore decidesse però di sbarcare anche in Irak, avrebbe sicuramente qualche lieve "problemino" nel tentare di spiegare ai famigliari dei 500.000 irakeni e dei 100.000 curdi sterminati dal regime negli ultimi 12 anni, che la colpa non è stata di Saddam, ma dell'opulento occidente e dall’incarnazione del male in persona: il demone Bush.

Ma sono certo! Con la  pacifista saggezza acquisita ai cortei, spiegherà ad entrambi di stare tranquilli e fiduciosi, poichè le miracolose e deterrenti bandiere della pace, contengono tutti gli anticorpi necessari a neutralizzare le armi chimiche e batteriologiche del loro tanto amato presidente. E poi svolazzando per un ultimo “allunaggio” terrestre, tirerà le orecchie a quei esagerati e fifoni americani, dicendo loro: cosa volete siano state due insignificanti torri delicatamente adagiate su se stesse? Suvvia, sorridete e volemoseben!

 

gianni.toffali@inwind.it  Dossobuono  Verona