26/02/2002

Gentile Professore

 Ho letto con molto interesse il suo articolo riguardante la RAI,
pubblicato sul "Giornale" di lunedì 25 Febbraio.
 Per prima cosa Le devo dire che concordo pienamente con le sue
 considerazioni.
 Vorrei, inoltre, sottoporre a questo forum un'idea che ho da parecchio
 tempo.
 Scrivo.
 Si parla di servizio pubblico; cos'è? Io intendo una serie di
trasmissioni, una serie di produzioni atte a svolgere, a fornire, un servizio vero al
 cittadino. Informazioni e news 24 ore su 24, informazioni  di protezione
 civile, informazioni sulla salute, programmi tesi a promuovere lo sviluppo
 di arti minori, atti a promuovere, a  favorire, nuovi cantanti, nuovi
 attori, nuovi artisti in genere, ecc.
 Chi se ne occupa? Ecco il cuore della mia idea: a periodi regolari gli
 organi istituzionali stabiliscono quali devono essere le trasmissioni di
 pubblica utilità da trasmettere e poi fa un'asta, una gara. Vince
 l'emittente che garantisce maggior qualità realizzativa, minor costo,
 miglior fascia oraria, ecc. Lo Stato paga l'emittente affinché questa
 produca e trasmetta tali programmi e attinge ai fondi del canone
televisivo.

 Tutto ciò presuppone, ovviamente, una RAI completamente privata (ci fu
anche un referendum che andava in questa direzione).

 A mio avviso potremmo ottenere una buona qualità del vero servizio
pubblico, una sana competizione tra diversi protagonisti dell'"etere".

 Chiaramente, in questa sede, ho descritto l'idea; essa andrebbe
sicuramente perfezionata al fine di essere applicata. Non  mi spiego perché nessuno la
 proponga.

 Desidero sottoporre l'idea alla discussione di questo forum.

 Saluti
 Antonio Monesi