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 Caro
        Professor Pelanda, Mi
        scusi per la formulazione un po’ affrettata di questo mio messaggio,
        per il linguaggio viscerale a volte semplicistico, ma mi preme arrivare
        rapidamente alla conclusione, scavalcando le premesse e le sfumature. Io
        mi domando. Se un extraterrestre, capitato per caso sulla Terra, si
        fermasse un attimo a guardare l’operato dei governanti, potenti,
        protagonisti di questo nostro pianeta, cosa gli verrebbe in mente?  Dapprima
        sicuramente una domanda: Ma “questi qua”, cosa fanno per sanare i
        mali così evidenti del loro mondo?  Poi
        subito la costatazione: parlano, discorrono, fanno dichiarazioni...
        Producono un’infinità di scritti, per lo più anch’essi mere
        dichiarazioni, affermazioni, quadri programmatici che rimangono allo
        stato verbale, con scarso seguito concreto. Stranamente, anche i
        “cattivi”, i no global, o come cavolo si chiamano, si lasciano
        prendere la mano. A Porto Allegre non riuscivano a mettersi d’accordo
        sull’immancabile “dichiarazione finale”. Intanto,
        però, le emergenze crescono vistosamente di giorno in giorno, in numero
        e in intensità, mentre gli umani, pur disponendo dei mezzi e delle
        potenzialità tecniche per rimediare, stanno lì, fermi, in attesa,
        ognuno di essi sempre più chiuso nella ristrettissima sfera dei propri
        interessi. Quali
        emergenze?  1)
        Innanzitutto l’emarginazione di tantissimi individui costretti alla
        miseria cronica, anche nei Paesi ricchi. Perché? Non per effetto del
        capitalismo (perlomeno non di quello “autentico”, quello cioè che
        crea la ricchezza vera); bensì per incapacità, o meglio “non volontà”,
        di mettere in pratica il vecchio proverbio orientale che recita:
        “all’affamato non regalare il pesce, insegnagli a pescare”. Ciò
        in quanto, nell’ottica di un certo capitalismo che privilegia le
        posizioni acquisiste a scapito delle forze nuove, risulta molto più
        conveniente regalare cibi, tende, medicine ... (finanziati da
        sussidi di Stato o dalla carità organizzata) che non costruire quelle
        infrastrutture che sono il presupposto primo allo sviluppo cd.
        sostenibile.  2)
        Poi l’emergenza acqua, la desertificazione, gli incendi dolosi; oltre, 
        naturalmente, all’emergenza inquinamento del terzo mondo,
        soprattutto di quei Paesi (Cina in testa) che, nella loro sfrenata
        rincorsa all’industrializzazione, ripercorrono tutti gli errori della
        crescita selvaggia (contrapposta allo sviluppo sostenibile, rispettoso
        degli equilibri biologici e geologici). 3)
        Infine tutti i corollari: nuove mafie, forme di prepotenza indisturbata
        che sfociano spesso su situazioni ignobili (prostituzione minorile,
        pedofilia, riduzione in schiavitù, genocidi, crudeltà sugli animali).
        Causa l’impotenza intrinseca di ordinamenti concepiti per una realtà
        che non è più quella dei nostri tempi. Solo
        un impulso in provenienza dalla base può suscitare l’inversione di
        tendenza verso il meglio. Oggi i comuni mortali dei Paesi avanzati sono
        confinati, con la complicità dei media, nel ruolo di spettatori
        passivi. Ma molti sanno ormai che possono, che devono, mobilitarsi onde
        formare un’opinione pubblica attiva, non più ligia a schemi mentali
        precostituiti; intuiscono che solo l’unione della loro forze potrà
        riuscire laddove le istituzioni, tutte, sono fallite, poiché
        dall’ultimo dopo guerra in poi, nonostante l’ONU, nonostante il
        crollo del comunismo di Stato, nonostante il formidabile balzo avanti
        della tecnica, si sta verificando un lento ma continuo sfacelo di tutti
        gli equilibri, geografici, morali, economici, ambientali: su scala
        mondiale ma anche, per molti versi, all’interno delle regioni più
        avanzate. Faccio
        appello a tutte le persone di buon senso che vogliono fatti, non parole,
        realizzazioni anche private finalizzate alla produzione di
        energie pulite, all’irrigazione delle terre aride, alla costruzione di
        acquedotti e impianti di dissalazione, al risanamento idrogeologico, al
        rimboschimento; e, per quanto riguarda i Paesi occidentali, alla
        valorizzazione delle risorse umane non utilizzate o sotto-utilizzate,
        tanta gente spesso fuori dai circuiti economici per mancanza di adeguati
        canali di comunicazione con i potenziali utilizzatori.  Fatevi
        avanti, uomini e donne di buona volontà, attraverso questo sito oppure
        mandandomi un mail. Inizialmente saremo solo un piccolissimo
        gruppo. Allargarlo poi a macchia d’olio è una problematica di
        marketing. Compito non difficile, difficilissimo. Ma certamente non
        impossibile. 
          Cordialmente
         
          Max
          Ramstein mmrams@bluewin.ch 
         
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