25/02/2001

Caro Professor "iper liberal" (come che ga scritto el Foglio) non ho assolutamente la presunzione di esporre idee con pretesa di dogmatismo ma vorrei solo essere corretto là dove cazzeggio!

Per mettere le questioni sul tavolo ricominciamo dall'inizio:
1. il Clima cambia per suo conto da sempre e sempre cambierà
2. possiamo (noi l'umanità) aiutare il Clima a cambiare? Bo? No! Non possiamo influire sull'andamento delle macchie solari ecc.
3. possiamo invece incidere sulle condizioni ambientali, gassificandoci col benzene, aumentando la radioattività artificialmente, bruciando, devastando le foreste pluviali, oppure spargendo DDT (come che ga fatto quei mone de russi sul lago d'Aral).
Ecco quindi che si entra nella questione economica e si gioca la partita tra le visioni del mondo umano per distinguerlo da quello siderale.
I fatti sono:
- dal 1720 nel comasco s'inizia a censire il territorio al fine di far pagare le tasse su quello che si produce.
- la produzione cartografica mostra un territorio utilizzato (sfruttato) al 94%.
Oggi 2001, rimangono le tracce di un territorio lavorato con terrazzamenti, torrenti inalveati con regimazione delle acque ecc.
Poi non è che dal 1720 non si sia verificata nessuna catastrofe ambientale. E' successo e sempre la gente si è rimboccata le maniche ed ha tirato su quello che era crollato.
Oggi però assistiamo al totale abbandono di qualsiasi attività agricola. Oggi nessuno raccoglie le foglie che ieri servivano e addirittura venivano conservate in un locale apposito. Oggi il bosco è aumentato a dismisura ed ha invaso tanto i prati quanto i pascoli. Bisogna capire che un terreno esposto al sole ieri veniva utilizzato per magnar e coltivavano al minimo patate oppure, segale o anche per produrre vino. Gli alberi invece andavano a piantarli nelle aree più disgraziate e per tante ragioni compresa le necessità d'uso (non mi dilungo).
Oggi invece gli alberi crescono da tutte le parti a dismisura e spesso sono la causa dell'inizio dei franamenti.
Per concludere il disuso del territorio è causato dalla mancanza di redditività dei prodotti e di conseguenza quella parte di territorio che ieri era in grado di sopportare gli insulti del clima, oggi non lo è più.
Non si può generalizzare accusando il clima di misfatti particolari che peraltro ha sempre commesso. Si deve invece accusare la mancanza di organizzazione sociale che non usa il territorio come potrebbe.
E qui rincomincia la partita caro Professor ! De chi se la colpa clima o economia? Per mi dell'economia! Per ti del clima. Ti prevengo non sono comunista!
Saluti
Walter Trinaistich Trentini
 
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Caro Walter, non è problema di "colpe", ma di quanto un mutamento ecceda la capacità di una società-territorio di adeguarsi alle nuove condizioni senza costi o problemi eccessivi. L'attuale cambiamento climatico, semplicemente, "eccede" e per questo è un "problema". Comunque il punto che lei pone è buono. C'è qualche lettore che ha qualcosa da dire al riguardo?