| Egr. Carlo Pelanda,finalmente la realtà del centrosinistra italiano si è svelata. Il 
        primo
 punto del programma è avere sul ponte di comando Romano Prodi. Conosco
 amici diessini che non riescono a capire come il principale partito della
 sinistra non candidi, come in tutti i paesi occidentali, il suo segretario 
        a guidare la
 coalizione e definiscono (loro) "un delinquente" Prodi. 
        Forse si ricordano
 dell'affondamento di una nave di Albanesi: 100 morti accertati, 
        tra cui
 bambine e donne - ma per la geniale ex-commissaria Dimitropoulos prodi 
        era "un grande amico
 delle donne"...certo non di quelle Albanesi o Israeliane. Forse 
        hanno
 qualcosa da ridire sulla gestione dei fondi UE destinati all'ANP 
        sotto la
 commissione Prodi. Forse si sono accorti che Barroso ha definito
 "fallimentare" la strategia del precedente esecutivo UE con 
        riferimento all'implementazione
 da super-potenza neo-sovietica dell'Agenda di Lisbona.Ma io (non loro) 
        mi
 sono accorto che: 1) dopo la strage del Canale di
 Otranto (una pagina tra le più infami della ns gloriosa Marina) 
        è calato
 il silenzio mediatico ed è arrivata l'archiviazione, di "default" 
        direi, per
 ministri e politici del governo di allora; 2) tra il 1999 e il 2000
 l'Europa non ha fatto nulla per spingere Arafat a miglior consiglio nelle 
        trattative
 con Barak e Clinton, lasciandogli il margine per tornare a fare 
        il suo
 mestiere di capo terrorista; 3) l'ottimismo di maniera sulle magnifiche
 sorti e progressive dell'Unione Europea ha dominato sulla stampa italiana 
        per
 tutto il periodo 1999-2004in quanto non passavano le voci dissonanti dalla 
        Gran
 Bretagna, d'altronde non strategica per la visione carolingiana dell'allora
 presidente.Su queste basi temo che il confronto Berlusconi-Prodi si risolva
 in una vittoria di quest'ultimo e nello spegnimento delle voci critiche: 
        la
 capacità di gestire le leve del potere mediatico, giudiziario e amministrativo 
        dei
 Prodi boys è provata ed è l'ataut che il centrosinistra può mettere in 
        campo per
 coprire le proprie divisioni. Ma questo, per l'appunto, è una prospettiva
 di "nazifascismo rosso" antiamericano e antioccidentale e spero 
        che anche a
 sinistra le voci più critiche/autocritiche si levino per produrre un'alternativa
 democratica e riformista, oggi confinata a poche correnti. Marco 
        Ciaccia
 
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