24/12/05

Governare una Banca Centrale che non può emettere moneta, è come essere il marito impotente di una donna bellissima e vogliosa. La Banca Centrale dovrebbe servire a difendere l'equilibrio tra moneta, investimento e risparmio a difesa di un reddito di piena occupazione. Decidendo quanti buoni del Tesoro emettere, per finanziare i progetti nazionali, pur mantenendo i tassi di interesse allineati a quelli delle altre nazioni, garantendo quindi un tasso di cambio appropriato affinchè i beni nazionali non cadano preda delle speculazioni internazionali e siano esportabili in un regime di cambi congrui. Essa decide le riserve delle banche nazionali, regolando di conseguenza la quantità di moneta in circolo nel mercato, per mezzo dell'effetto moltiplicatore del prestito, che ogni singola banca può apportare alle altre, riducendo o espandendo la quantità di moneta e quindi aumentando o riducendo il costo del denaro: lavoro difficile e complesso, quello del Governatore di una Banca Centrale! Ma cosa accade, quando, presuntuosamente, si pensa di poter accentrare i compiti dei maggiori esperti in materia di moneta interesse e reddito dei più importanti paesi del mondo e si toglie loro la gestione della leva finanziaria? Accade che i vasi comunicanti si aprono, il reddito si ridistribuisce, la moneta manca, l'interesse cala. Le genti emigrano, la competitività vacilla, i prezzi cambiano, la realtà cambia. Cambia impropriamente, come impropriamente furono cambiati i marchi dell'est al prezzo di quelli dell'ovest, nel paniere di un'unità di cambio europea ponderata sulla produzione della Germania dell'ovest, ma cambiata sulla base di quella media tra Germania dell'Ovest e Germania dell'Est. E furono svalutate le valute forti di Italia e Gran Bretagna per stornarne gli effetti, ma la Gran Bretagna non cadde nella trappola, optando fuori da un'accordo sbagliato, che vide pagarne le conseguenze solo a chi fu abbastanza cieco da non accorgersene. Certo, per la Germania divisa, la riunificazione valeva qualsiasi prezzo e per la Francia giacobina, la redistribuzione valeva una messa. Fu solo l'Italia Craxiana a subirne la sconvenienza, tanto che fu necessaria un'impietosa pulizia etnica dello scomodo ambiente politico, troppo saggio da accettarne il prezzo. Si poterono quindi cantare le Prodiane filippiche europee, per convincere, Kiplingianamente, un elettorato ignorante a cadere in trappole per stupidi messe da mascalzoni. Ci stupiamo se oggi il Governatore della Banca Centrale fa insider trading, e che cos'altro potrebbe fare, per giustificare il suo stipendio?

Duccio Fanfani