20/12/05

Al prof. Carlo Pelanda per la sua

DEMOCRAZIA ATTIVA

 

Carissimo prof., mi ha commosso ed entusiasmato quando scrive nel Suo articolo del 18/12/2005 su il Giornale:

“Poesia e razionalità. La prima mi fa urlare di gioia ed invocare l’abbraccio alla nuova democrazia in atto in Iraq. La seconda fa vedere che il sogno democratizzante è fattibile”.

 

Gli ‘amici politici che la prendono bonariamente in giro’ hanno torto. Non sanno di avere la mente bloccata da quella cultura che Ratzinger, nell’omelia della Missa pro eligendo Romano Pontefice, cosi efficacemente descrive:

“Si va costituendo una dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia, come ultima misura, solo il proprio io e le sue voglie”.

 

E’ una cultura che sbarra le porte al Vangelo e le apre ad ogni forma chiara o mascherata di crudeltà, di violenza e di disprezzo dell’uomo.

Si pensi alla degenerazione post moderna della cultura dei lumi che nel solo 1900 ha promosso l’impedimento della nascita ad un miliardo di essere umani già concepiti.

 

Caro prof. Pelanda Lei è dotato della massima razionalità e della conoscenza delle regole dell’economia in rete digitale.

Spetta a Lei portare nel corpo della società del XXI secolo il progetto di “democrazia attiva” farlo vivere e crescere perché l’umanità si allontani dall’angosciante alternativa:

distruzione – nuova civiltà globale. Gli esseri umani, tutti, sentono la necessità di percorrere in sicurezza e con serenità le sempre nuove e più complesse vie dello sviluppo.

Si, spetta a Lei, con la schiera  dei giovani ricercatori scienziati. Ma occorre una svolta.

Gli irenismi ad ogni costo della dittatura intellettuale relativista, oggi, non aiutano nessuno ma aiutano soltanto il terrorismo islamico.

Ricerca tenace di punti di contatto, infaticabile recupero di ciò che vi è di buono è sacrosanto, e va perseguito con tenacia e pazienza sempre. Ma c’è il momento della rottura del taglio, come Lei ha insegnato a tutti quando in tv ha preso a schiaffi l’iman arrogante e maleducato che dava lezioni di crudeltà e disprezzo dell’uomo.

 

Tento di dirle che il suo gruppo di scienziati ricercatori che lavorano al progetto ‘democrazia attiva’ necessitano di un rapporto vitale con il Vangelo al fine di poter realizzare il risanamento e il ritorno della nostra cultura alla magnificenza della cultura dei lumi che la dittatura degli intellettuali del relativismo ha fatto degenerare in squallido esercizio di lotta alla Chiesa e a nostro Signore Gesù.

Auguri di buon lavoro e di Santo Natale.

Con la solita stima Epifanio Giudiceandrea

 

29/12/05

Scenari globali

Cosa si può fare di meglio in questo fine 2005 se non riflettere sui macroscenari pensando a vie d’uscita salvifiche?

Ha iniziato a farlo, da scienziato, e magnificamente indicando soluzioni politiche in Italia il prof. C. Pelanda nel suo articolo ‘S. Giorgio e la sfida occidentale’ (il Giornale 27 dicembre).

Io rifletto da cattolico su quello che dice.

In un punto del suo articolo dice il prof. Pelanda:

“Per inciso, la fine del 2005 coincide con una sorta di consolidamento dello «scenario islamico» che è stato la priorità strategica assoluta dal 2001 in poi. Ci saranno ancora guai, anche gravi, ma i dati mostrano che l'offensiva jihadista è contenibile e contrastabile fino alla sua dissoluzione”.

A me sembra che il nemico numero uno dell’Occidente rimanga il terrorismo jihadista. Questo si potrà dissolvere nella misura in cui si impedirà a Osama l’uso dell’atomica o di armi chimiche o biologiche di distruzione di massa.

Gli interrogativi:

La IV guerra mondiale secondo lo scenario di Norman Podhoretz  è legata inesorabilmente all’inizio dell’uso di armi di distruzione di massa?

Il nuovo ordine mondiale secondo il modello dal prof. C. Pelanda chiamato” S. Giorgio”con attori: America, Europa, Giappone, India,  può realizzarsi senza catastrofi nucleari considerando che l’altro modello “del Drago”con attori: Cina, Russia è dotato di armi nucleari ed ha alleati in Occidente, Francia, Germania, Spagna, America di Clinton  e  Italia di  Prodi ?  Il modello del Drago non può avere la tentazione di strumentalizzare il terrorismo islamico?

 

In conclusione la filiera logica potrebbe essere:

1)  L’inizio dell’uso delle armi di distruzione di massa inesorabilmente avvierebbe la IV guerra mondiale ( guerra finale ).

2)  I due blocchi “S. Giorgio” e “Drago”  si trovano fermi sull’orlo di  in un nuovo equilibrio del terrore.

3)  Una FEDE aperta all’uomo può segnare il passaggio dal terrore all’amore.

4)  S. Paolo ai Filippesi : “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri”

AMEN