20/12/2003

Quella che segue è una lettera aperta al ministro Castelli, inviata da un
 gruppo di semplici cittadini preoccupati della possibilità che si tenti di
 decretare la morte civile per Igor Marini. Prim'ancora della magistratura,
è la grande stampa nazionale ad avere deciso che la 'gola profonda' del caso
 Telekom Serbia sarebbe un mitomane, un personaggio assolutamente
 inattendibile. Se così fosse, ogni vero garantista dovrebbe avere a cuore
il suo affidamento a una struttura diversa dal carcere; tuttavia, è
importante rifuggire in egual misura dall'altra grande ipocrisia che vorrebbe ridurre
 l'intera vicenda a un problema di responsabilità politiche, per quanto
 gravissime, escludendone a priori gli eventuali risvolti di carattere
penale per un gruppo di personalità pubbliche, che hanno avuto finora buon gioco,
 grazie al potere mediatico 'amico', nel negare le suddette responsabilità.
 Caro Ministro, se il termine 'garantismo' non serve a definire il
tornaconto di chi amministra la giustizia, ma il complesso di garanzie spettanti
 all'imputato, proprio il caso del signor Igor Marini, per il forte impatto
 mediatico e le polemiche generate negli ultimi mesi con le sue pretese
 rivelazioni, merita quel rispetto insito in una posizione che, lungi
 dall'essere ideologica, riflette appieno la coscienza di un modello
 giuridico al servizio dell'uomo (parafrasando l'altissima lezione
 evangelica, non l'uomo è fatto per la norma, bensì la norma per l'uomo).

 A noi interessa che il medesimo non venga prevaricato da una gestione
 dell'intera vicenda processuale pregiudizialmente punitiva nei suoi
 confronti, indotta, più che dalla gravità delle sue affermazioni, dal
 contesto e dall'appartenenza partitica dei nominativi da lui chiamati in
 causa.

 Pur non essendo operatori del diritto, dubitiamo che, per le ipotesi di
 reato ascrivibili al soggetto in questione (cui da poco è stata contestata
 una fattispecie invero singolare quale l'autocalunnia), non vi sia stata
 sproporzione nell'applicare la custodia cautelare, soprattutto in
 considerazione di analoghi ricorsi allo stesso istituto intervenuti in
casi similari.
 Ignoriamo quali siano gli effettivi margini concessi al dicastero da Lei
 retto riguardo alle eventuali contromisure da adottare nel frangente;
 avvertivamo tuttavia il dovere di segnalarLe la nostra preoccupazione,
 umanamente compresi del dramma di un nostro concittadino, che potrebbe
avere bisogno dell'aiuto di altre professionalità da quella di un gruppo di
 magistrati, oppure di un'attenzione maggiore verso quanto finora
attestato, senza peraltro che la sua libertà personale debba ulteriormente soffrirne.

 Con stima e fiducia,

 Cristina Agnello - Torino
 Donato Albino - Ginevra
 Anna Bono - Ivrea (TO)
 Antonio Bozzetti - Roma
 Augusto Buonafalce - S. Terenzio (SP)
 Laura Caramia - Mesagne (BR)
 Claudia Castellani - Roma
 Giovanni Piero Clementi - Cameri (NO)
 Mario Coccia - Genova
 Angelo Coluzzi - Bologna
 Anna Dal Prato - Castenedolo (BS)
 Sergio Dubini - Mestre (VE)
 Teresa Genova - Roma
 Laura Lodigiani - Firenze
 Ettore Lomaglio Silvestri - Curno (BG)
 Antonio Loro Milan - Biella
 Roberta Mandelli - Genova
 Maria Grazia Mantovani - Mestre (VE)
 Giorgio Miovich - Livorno
 Giovanni Maria Mischiati - Torino
 Giuseppina Monti - La Spezia
 Massimo Pastore - Livorno
 Bruno Pistone - Arese (MI)
 Beppe Severino - Pisa
 Anna Maria Sommariva - Torino
 Giovanni Oscar Sommariva - Moncalieri (TO)
 Carmelo Zicari - Spinea (VE)
 Davide Zoppi - Bonassola (SP)