Quella che segue è una lettera aperta al ministro Castelli, inviata
da un
gruppo di semplici cittadini preoccupati della possibilità che si
tenti di
decretare la morte civile per Igor Marini. Prim'ancora della
magistratura,
è la grande stampa nazionale ad avere deciso che la 'gola profonda' del
caso
Telekom Serbia sarebbe un mitomane, un personaggio assolutamente
inattendibile. Se così fosse, ogni vero garantista dovrebbe avere
a cuore
il suo affidamento a una struttura diversa dal carcere; tuttavia, è
importante rifuggire in egual misura dall'altra grande ipocrisia che
vorrebbe ridurre
l'intera vicenda a un problema di responsabilità politiche, per
quanto
gravissime, escludendone a priori gli eventuali risvolti di
carattere
penale per un gruppo di personalità pubbliche, che hanno avuto finora
buon gioco,
grazie al potere mediatico 'amico', nel negare le suddette
responsabilità.
Caro Ministro, se il termine 'garantismo' non serve a definire il
tornaconto di chi amministra la giustizia, ma il complesso di garanzie
spettanti
all'imputato, proprio il caso del signor Igor Marini, per il forte
impatto
mediatico e le polemiche generate negli ultimi mesi con le sue
pretese
rivelazioni, merita quel rispetto insito in una posizione che,
lungi
dall'essere ideologica, riflette appieno la coscienza di un
modello
giuridico al servizio dell'uomo (parafrasando l'altissima lezione
evangelica, non l'uomo è fatto per la norma, bensì la norma per
l'uomo).
A noi interessa che il medesimo non venga prevaricato da una
gestione
dell'intera vicenda processuale pregiudizialmente punitiva nei
suoi
confronti, indotta, più che dalla gravità delle sue
affermazioni, dal
contesto e dall'appartenenza partitica dei nominativi da lui
chiamati in
causa.
Pur non essendo operatori del diritto, dubitiamo che, per le
ipotesi di
reato ascrivibili al soggetto in questione (cui da poco è stata
contestata
una fattispecie invero singolare quale l'autocalunnia), non vi sia
stata
sproporzione nell'applicare la custodia cautelare, soprattutto in
considerazione di analoghi ricorsi allo stesso istituto
intervenuti in
casi similari.
Ignoriamo quali siano gli effettivi margini concessi al dicastero
da Lei
retto riguardo alle eventuali contromisure da adottare nel
frangente;
avvertivamo tuttavia il dovere di segnalarLe la nostra
preoccupazione,
umanamente compresi del dramma di un nostro concittadino, che
potrebbe
avere bisogno dell'aiuto di altre professionalità da quella di un
gruppo di
magistrati, oppure di un'attenzione maggiore verso quanto finora
attestato, senza peraltro che la sua libertà personale debba
ulteriormente soffrirne.
Con stima e fiducia,
Cristina Agnello - Torino
Donato Albino - Ginevra
Anna Bono - Ivrea (TO)
Antonio Bozzetti - Roma
Augusto Buonafalce - S. Terenzio (SP)
Laura Caramia - Mesagne (BR)
Claudia Castellani - Roma
Giovanni Piero Clementi - Cameri (NO)
Mario Coccia - Genova
Angelo Coluzzi - Bologna
Anna Dal Prato - Castenedolo (BS)
Sergio Dubini - Mestre (VE)
Teresa Genova - Roma
Laura Lodigiani - Firenze
Ettore Lomaglio Silvestri - Curno (BG)
Antonio Loro Milan - Biella
Roberta Mandelli - Genova
Maria Grazia Mantovani - Mestre (VE)
Giorgio Miovich - Livorno
Giovanni Maria Mischiati - Torino
Giuseppina Monti - La Spezia
Massimo Pastore - Livorno
Bruno Pistone - Arese (MI)
Beppe Severino - Pisa
Anna Maria Sommariva - Torino
Giovanni Oscar Sommariva - Moncalieri (TO)
Carmelo Zicari - Spinea (VE)
Davide Zoppi - Bonassola (SP)
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