14/12/2003

credo che abbiamo assistito a due successi per la causa della democrazia occidentale. Il primo è naturalmente la cattura di Saddam Hussein. Il secondo è la sconfitta dell’approccio “centralistico” verso una Europa politica.

Credo che sarebbe ora di cavalcare quest’ondata di successi per la democrazia occidentale nel mondo ed aiutare la nascita di un programma di rinnovamento politico genuinamente occidentale per le prossime elezioni europee.

 

1.       Nessuna “carta costituzionale” potrà nascere senza essere negoziata dai governi e successivamente confermata con apposito “referendum” in tutti i Paesi coinvolti,

2.       Nessuna “estensione geo-politica” dell’Unione Europea potrà avvenire senza previa accettazione della “carta costituzionale” legittimata come sopra. Ciò deve valere anche per la “carta costituzionale” in via di preparazione in sede nazionale. Un tale approccio darebbe spazio alle ispirazioni più liberali (Jeffersoniane) della Lega e rafforzerebbe la democrazia e la legittimità delle nuove istituzioni liberali ma di “carattere federale” (di cui tutti parlano con volontà “centralista e mistificatoria”) in Italia,

3.       Tutti i Paesi che ne accetteranno liberamente la “carta costituzionale” avranno diritto ad essere accolti nell’Unione Europea. “Europa” in altri termini è adesione alla “civiltà occidentale” e non a superati confini storici, religiosi e culturali. Io mi sento da sempre più “Americano” in grazia della “carta costituzionale” USA (che condivido profondamente) più che non “Europeo” per colpa degli abusi nazionali imposti a quei principi (occidentali e nati nel 1776) dalla “rivoluzione francese” (affermata nel 1789 ed esportata con varie vicissitudini illiberali in tutt’Europa nel corso dei due secoli trascorsi),

4.       In grazia del punto precedente sono certamente ed autenticamente parte della “civiltà europea” sia gli USA che Israele. Con una tale approccio si potrà superare l’ONU con una istituzione ad esso interna che possa gradualmente crescere con libera adesione ad includere nazioni “liberate” da principi ispiratori anti-occidentali.

 

Carlo Vitali