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 Caro Professor Pelanda Fino
          a pochi anni fa le parole “cattiveria”, “crudeltà” sembravano
          dimenticate, superate, usate solo nelle favole per bambini…
          Purtroppo non è così. E’
          risaputo che chi maltratta i bambini spesso ha subito violenze da
          piccolo. Invece
          è meno noto, perlomeno lo era per me, che esiste un fenomeno analogo
          anche per i popoli. Le vittime, qualche volta, diventano poi i mostri.
           Esempio:
          La rumena coppia Ceaucescu, trucidata nel 1989, è stata una coppia di
          mostri, una piaga per il proprio popolo. La stampa internazionale ne
          ha parlato spesso. Ebbene:
          Rendiconto pubblicato su Il Giornale del 7 dicembre 2003: gli atti di
          crudeltà commessi sui cani randagi in Romania vanno al di là di ogni
          immaginazione. Chi lo dice non ne fa una colpa agli abitanti locali.
          Dice semplicemente che hanno sofferto troppo. Poi alla TV c’è stato
          il Porta a Porta di Bruno Vespa dell’8 dicembre 2003 sulle
          prostitute extracomunitarie che battono il marciapiede in Italia. Con
          precisazioni tragiche (da parte delle dirette interessate ma anche di
          uno studioso italiano) sulle percosse, mutilazioni e uccisioni
          inflitte, dai propri connazionali e con estrema crudeltà, alle rumene
          che si ribellano, fuggono, comunque sgarrano. Stranamente c’era una
          scrittrice che contestava, sostenendo, in modo chiaramente
          semplicistico, che le presunte schiave devono aver la forza di non
          accettare i soprusi, ecc. A dimostrazione di ciò portava avanti la
          propria storia. Ma lei (la scrittrice) era bulgara… Sarebbe
          assurdo accusare la Romania e i Rumeni in quanto tali. Potenzialmente
          la violenza, la cattiveria esiste dappertutto, spesso come strana
          conseguenza di atti tremendi subiti in precedenza. Troppe volte
          filtrano strane notizie (per usare un eufemismo) provenienti da altri
          luoghi, anche insospettabili (agli occhi di taluni) come dalla grande
          Cina. Per non parlare dei bambini rapiti in Africa centrale per essere
          trasformati in soldati schiavi, temuti poi per la loro indicibile
          crudeltà. Chi
          può “rimediare”? I politici, le istituzioni, la cosiddetta
          comunità internazionale? Quelli seri fanno del loro meglio ma i
          condizionamenti sono tantissimi… Quindi anche tutti noi, persone di
          buon senso, dovremmo mobilitarci, unirci in una società trasversale
          pronta ad agire concretamente.  Come?
           Per
          chi può, andando sul posto (come la signora dei randagi in Romania…
          guai a criticarla sotto il pretesto che bisogna prima pensare ai
          cristiani, ognuno fa quello che si sente di fare, il che dipende dalle
          circostanze…).  Oppure
          facendo pressione verbale sugli industriali che delocalizzano in
          Romania, ma non solo, perché s’impegnino a livello locale per
          l’economia di prossimità (allo scopo di far scattare il
          “moltiplicatore degli investimenti” lì, sul posto). Ha ragione il
          Buon Governo: battendo la miseria, si batte anche la sopraffazione, lo
          sfruttamento sotto le sue forme peggiori… Come diceva anche un
          imprenditore italiano in uno dei tanti dibattiti televisivi, è
          controproducente puntare semplicemente a riesportare in Italia, e
          negli altri Paesi ricchi, i prodotti fabbricati in Romania ed altrove,
          perché così facendo la delocalizzazione si riduce a squallido
          business fine a se stesso, senza benefici significativi per i locali
          (se non quello di non morire di fame… già qualche cosa direbbe il
          Cinico…) e con l’effetto boomerang della concorrenza indotta a
          scapito delle attività produttive nel Paese di origine. O
          ancora rastrellando fondi presso i “ricchi”, non solo per azioni
          umanitarie ma anche per sostenere le iniziative costruttive sul posto
          nel senso accennato prima. Ognuno può contribuire mettendo volantini
          sui tergicristalli delle macchine in sosta nella propria zona di
          residenza. Io sono pronto a farlo. Qualche
          visitatore del sito mi risponde? (sul sito stesso o al sottostante
          numero di mail). Oppure ci sarà il solito muro del silenzio, magari
          con qualche commento sarcastico qua e là. Ciao! 
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