27/12/2002

LE POINT INTERNATIONAL                                     Genève, n°20  26 déc.2002

Ed.ital. « per gli amici coi migliori auguri»                                      www.pointintl.ch

                      PILE ESAURITE O PESSIMISMO SISTEMATICO?

            Non è facile capire perché la grande stampa e le televisioni, con l’eccezione di Emilio Fede e de Il Giornale, si siano impegnate in un vero “pessimismo sistematico”. Certo, grazie alla denatalità, l’Italia sta diventando un paese di vecchi ed i vecchi (giornalisti compresi) diventano pessimisti come proiezione sull’esterno del loro indebolimento fisio-psichico. Ma forse è solo una con-causa. Certo, il crescendo delle incertezze suscitate dalle prospettive di una guerra nel medio oriente, dal  rialzo del prezzo del petrolio, dal calo del dollaro  e dall’aumento della disoccupazione negli USA sono preoccupanti. Ma ne abbiamo visto di ben più brutte. Infine, se si sta delineando una sindrome di stagflazione (inflazione più ristagno), ciò non prelude in alcun modo ad una crisi economica. come vanno dicendo tanti profeti di sventura quali l’ex-ministro dell’industria Enrico Letta (nelle cui parole ricorre sempre la parola “disastro”), quali l’ex-presidente on. Violante (per cui tutto ciò che accade è “grave”), per non parlare di  Gavino Angius (che moltiplica i suoi “vergogna”). Il pessimismo dell’opposizione, però, è anch’esso naturale, come quello di coloro che vengono allontanati dal potere dove si ritengono indispensabili.

 Che la situazione di per sé non sia preoccupante non è, però,  dimostrato dall’aumento dell’occupazione (come si affanna a dire Berlusconi) derivato dalle prime misure sul part time intese a migliorare la mobilità del mercato del lavoro. Lo dimostra l’andamento tendenziale del pil reale destagionalizzato, che per l’Italia (tra parentesi quello di Eurolandia) si è accresciuto dal +0,1% (+0.3%) nel primo trimestre 2002, al +0,2% (+0,6%) ed al +.5% (+0,8%) nel terzo trimestre. E’ vero che l’Italia va meno bene del resto d’Europa già da molti anni (e quindi non per colpa del nuovo governo), ma come pretendere che oggi vada meglio un paese dilaniato dall’enorme recrudescenza degli scioperi, specie nei trasporti che, a parità di ore perdute, provocano assenze dal lavoro molto maggiori?

 La vera preoccupazione è proprio per i danni che va provocando il “pessimismo sistematico”, scoraggiando le iniziative di sviluppo e di investimento interno e soprattutto dell’estero. Sembra che l’opposizione abbia improvvisamente realizzato che il libero mercato si basa sulla fiducia. Se si distrugge la fiducia tutto crolla. L’ultima drastica caduta delle vendite FIAT per l’immagine  danneggiata dalle sproporzionate reazioni sindacali non è che un esempio. Per battere il governo, quindi, la via maestra è diffondere la sfiducia. Così si è cominciato ad accusare Berlusconi di aver formulato previsioni troppo ottimistiche: “Ma, se non faccio l’ottimista io….” si è difeso il Premier. La lunga battaglia per la Legge Finanziaria ha offerto nuovi spunti   e l’opposizione spera che l’indebitamento netto della PA superi il 3% del pil per incolparne Tremonti. Persino Peppino De Rita si è fatto irretire. “L’Italia ha le pile esaurite” ha dichiarato. E’ stato scambiato per un invito a metterci in gramaglie prima del decesso della nostra economia, forse per accelerare il ricambio al potere. Resta solo il povero Ciampi a rincuorare gli animi, a stimolare slanci. “Ego, vox clamantis in deserto” diceva però di se  il povero Giovanni, detto il Battista.

        Livio Magnani