LE POINT INTERNATIONAL Genève, n°20 26 déc.2002Ed.ital.
« per gli amici coi migliori auguri»
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PILE ESAURITE O PESSIMISMO
SISTEMATICO?
Non è facile capire perché la grande stampa e le televisioni,
con l’eccezione di Emilio Fede e de Il Giornale, si siano impegnate
in un vero “pessimismo sistematico”. Certo, grazie alla denatalità,
l’Italia sta diventando un paese di vecchi ed i vecchi (giornalisti
compresi) diventano pessimisti come proiezione sull’esterno del loro
indebolimento fisio-psichico. Ma forse è solo una con-causa. Certo,
il crescendo delle incertezze suscitate dalle prospettive di una
guerra nel medio oriente, dal rialzo
del prezzo del petrolio, dal calo del dollaro
e dall’aumento della disoccupazione negli USA sono
preoccupanti. Ma ne abbiamo visto di ben più brutte. Infine, se si
sta delineando una sindrome di stagflazione (inflazione più
ristagno), ciò non prelude in alcun modo ad una crisi economica. come
vanno dicendo tanti profeti di sventura quali l’ex-ministro
dell’industria Enrico Letta (nelle cui parole ricorre sempre la
parola “disastro”), quali l’ex-presidente on. Violante (per cui
tutto ciò che accade è “grave”), per non parlare di
Gavino Angius (che moltiplica i suoi “vergogna”). Il
pessimismo dell’opposizione, però, è anch’esso naturale, come
quello di coloro che vengono allontanati dal potere dove si ritengono
indispensabili. Che
la situazione di per sé non sia preoccupante non è, però,
dimostrato dall’aumento dell’occupazione (come si affanna a
dire Berlusconi) derivato dalle prime misure sul part time intese a
migliorare la mobilità del mercato del lavoro. Lo dimostra
l’andamento tendenziale del pil reale destagionalizzato, che per
l’Italia (tra parentesi quello di Eurolandia) si è accresciuto dal
+0,1% (+0.3%) nel primo trimestre 2002, al +0,2% (+0,6%) ed al +.5%
(+0,8%) nel terzo trimestre. E’ vero che l’Italia va meno bene del
resto d’Europa già da molti anni (e quindi non per colpa del nuovo
governo), ma come pretendere che oggi vada meglio un paese dilaniato
dall’enorme recrudescenza degli scioperi, specie nei trasporti che,
a parità di ore perdute, provocano assenze dal lavoro molto maggiori? La
vera preoccupazione è proprio per i danni che va provocando il
“pessimismo sistematico”, scoraggiando
le iniziative di sviluppo e di investimento interno e
soprattutto dell’estero. Sembra che l’opposizione abbia
improvvisamente realizzato che il libero mercato si basa sulla
fiducia. Se si distrugge la fiducia tutto crolla. L’ultima drastica
caduta delle vendite FIAT per l’immagine
danneggiata dalle sproporzionate reazioni sindacali non è che
un esempio. Per battere il governo, quindi, la via maestra è
diffondere la sfiducia. Così si è cominciato ad accusare Berlusconi
di aver formulato previsioni troppo ottimistiche: “Ma, se non faccio
l’ottimista io….” si è difeso il Premier. La lunga battaglia
per la Legge Finanziaria ha offerto nuovi spunti
e l’opposizione spera che l’indebitamento netto della PA
superi il 3% del pil per incolparne Tremonti. Persino Peppino De Rita
si è fatto irretire. “L’Italia ha le pile esaurite” ha
dichiarato. E’ stato scambiato per un invito a metterci in gramaglie
prima del decesso della nostra economia, forse per accelerare il
ricambio al potere. Resta solo il povero Ciampi a rincuorare gli
animi, a stimolare slanci. “Ego, vox clamantis in deserto” diceva
però di se il povero
Giovanni, detto il Battista.
Livio Magnani |