04/12/2001



 Preg.mo  dottor Carlo Pelanda
Pregevole il suo articolo apparso ieri domenica 2 Dicembre con il titolo
“Il nuovo Stato sociale” ,bisogna però che tutta la situazione venga recepita
in fretta dall’opposizione ed  anche dall’attuale Governo. A mio modesto
avviso è già andato perso del tempo e pare, altro se ne voglia perdere. Abbiamo i
 numeri,quindi sfruttiamoli. Le porto un esempio personale, comune a molte
 altre persone a cui sono collegato.
 Ho iniziato a lavorare a 14 anni non ancora compiuti  ed ho lavorato per
 tutti i 35 anni seguenti (nessuno mi ha regalato nulla,per i primi cinque
 anni ho lavorato di giorno e studiato di sera). Ho cambiato tre posti di
 lavoro solo a seguito di  miglioramenti professionali. Negli ultimi venti
 anni ho lavorato per una amministrazione pubblica come Vigile
 Urbano,mantenendo contatti da consulente con ditte private (collaborazione
 coordinata continuativa) fuori da ogni possibile conflitto di interessi,la
 mia specializzazione è progettista meccanico. Premetto di essere sempre
 stato un corretto ed onesto contribuente quindi ho sempre pagato al fisco
 tutto il dovuto. Nel 1997 ho pensato che, raggiunti i requisiti per la
 pensione di anzianità, avrei potuto dimettermi e continuare nella mia
 collaborazione portando in dote l’esperienza acquisita, mantenendo il mio
 trend di vita e permettendo nel contempo ai miei due figli di frequentare
l’università. Sottointeso che avrei continuato a versare al fisco le quote
di mia spettanza.Per abbreviare il discorso, con l’entrata in vigore dal 1995
 del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro per i dipendenti
Enti Locali ed altri similari ho dovuto come un contrabbandiere,lavorare in
nero, non ho mantenuto il mio trend di vita quindi da parte mia ho dovuto
ridurre i consumi imponendo sacrifici pure ai miei figli obbligando il maggiore a
 rinunciare all’università impiegandolo in modo che con il suo stipendio
 permettesse alla sorella ,più giovane,di seguire il suo iter (almeno
 Lei).Dall’inizio del 2001 modificando l’impostazione della tenuta dei
libri contabili,la ditta in cui prestavo consulenza ha dovuto interrompere la
 collaborazione con mè ed anziché assumere un nuovo tecnico ha
 ovviato,scusando, con gli attuali,quindi io non rubavo il posto a nessuno
 anzi, con l’esperienza che potevo apportare avevano a disposizione un
 progettista a minor costo che iniettava innovazioni tecniche amplianti il
 settore d’azione.Le conclusioni emergono da sole evidenziando quanto un
 cavillo burocratico può danneggiare tutto un complesso. Quanto sopra
 riportato,compresi i danni all’erario, moltiplicato per migliaia di
 persone.Ogni commento diventa superfluo.
 Voglia gradire distinti saluti

Giovanni