Preg.mo dottor Carlo Pelanda
Pregevole il suo articolo apparso ieri domenica 2 Dicembre con il titolo
“Il nuovo Stato sociale” ,bisogna però che tutta la situazione
venga recepita
in fretta dall’opposizione ed anche dall’attuale Governo. A
mio modesto
avviso è già andato perso del tempo e pare, altro se ne voglia
perdere. Abbiamo i
numeri,quindi sfruttiamoli. Le porto un esempio personale, comune
a molte
altre persone a cui sono collegato.
Ho iniziato a lavorare a 14 anni non ancora compiuti ed ho
lavorato per
tutti i 35 anni seguenti (nessuno mi ha regalato nulla,per i primi
cinque
anni ho lavorato di giorno e studiato di sera). Ho cambiato tre
posti di
lavoro solo a seguito di miglioramenti professionali. Negli
ultimi venti
anni ho lavorato per una amministrazione pubblica come Vigile
Urbano,mantenendo contatti da consulente con ditte private
(collaborazione
coordinata continuativa) fuori da ogni possibile conflitto di
interessi,la
mia specializzazione è progettista meccanico. Premetto di essere
sempre
stato un corretto ed onesto contribuente quindi ho sempre pagato
al fisco
tutto il dovuto. Nel 1997 ho pensato che, raggiunti i requisiti
per la
pensione di anzianità, avrei potuto dimettermi e continuare nella
mia
collaborazione portando in dote l’esperienza acquisita,
mantenendo il mio
trend di vita e permettendo nel contempo ai miei due figli di
frequentare
l’università. Sottointeso che avrei continuato a versare al fisco le
quote
di mia spettanza.Per abbreviare il discorso, con l’entrata in vigore
dal 1995
del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro per i
dipendenti
Enti Locali ed altri similari ho dovuto come un contrabbandiere,lavorare
in
nero, non ho mantenuto il mio trend di vita quindi da parte mia ho
dovuto
ridurre i consumi imponendo sacrifici pure ai miei figli obbligando il
maggiore a
rinunciare all’università impiegandolo in modo che con il suo
stipendio
permettesse alla sorella ,più giovane,di seguire il suo iter
(almeno
Lei).Dall’inizio del 2001 modificando l’impostazione della
tenuta dei
libri contabili,la ditta in cui prestavo consulenza ha dovuto
interrompere la
collaborazione con mè ed anziché assumere un nuovo tecnico ha
ovviato,scusando, con gli attuali,quindi io non rubavo il posto a
nessuno
anzi, con l’esperienza che potevo apportare avevano a
disposizione un
progettista a minor costo che iniettava innovazioni tecniche
amplianti il
settore d’azione.Le conclusioni emergono da sole evidenziando
quanto un
cavillo burocratico può danneggiare tutto un complesso. Quanto
sopra
riportato,compresi i danni all’erario, moltiplicato per migliaia
di
persone.Ogni commento diventa superfluo.
Voglia gradire distinti saluti
Giovanni
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