10/12/2004

premessa

E' possibile ipotizzare una attività politica dove la realizzazione di un progetto, definito in tutte le coordinate, abbia come referente principale lo stesso autore del progetto?

E' possibile governare ipotizzando un ruolo attivo nella gestione del leader politico ancorchè diverso dall'autore del progetto?

E' possibile che il leader politico sia al tempo stesso autore del progetto e dominus del governo?

Qualora il ruolo "tecnico" di gestione e il ruolo "politico" del governo siano demandati ad una sola leadership, la chiamiamo "dittatura" o "governo dei tecnici"?

Qualora "l'impolitico (tecnico-politico)" riceve il consenso - da suffragio universale - e questi rappresenta e rispetta il mandato ricevuto possiamo parlare di una forma evoluta di democrazia rappresentativa e qualificata?

Le scelte individuali su problematiche relative ad interessi che coinvolgono il singolo patrimonio "di coscienza, di religione, di etica e di natura" se sono delegate a consultazioni telematiche ( come avviene in certi casi in alcuni cantoni svizzeri) rappresentano un limite della partecipazione democratica e/o uno snellimento della proceduralità burocratica?    

tesi
 
La novità del Governo Berlusconi, intesa - a mio parere - a creare uno spartiacque tra il metodo tradizionale dell'agire politico e una nuova forma di partecipazione responsabile ed attiva da parte di ceti produttivi, non riduce e mortifica la spinta elaborativa di nuove forme di pensiero e di valutazione sui contenuti della produzione del governo stesso. Costituisce, invero, una formidabile ipotesi concreta di "essere" cittadinanza attiva, laddove una nuova genia di ceto dirigente è in via di formazione.
Il limite e, al tempo stesso, il traguardo che ci si può porre, risiedono nella globalizzazione delle idee e della loro realizzazione.
Il rischio non è del singolo, ma di tutta la collettività, che di fatto si trova a selezionare le energie migliori, prelevandole dalla contingenza epocale.    
Forse aboliamo - in un colpo solo - le doppiezze e le ambiguità storiche che ci portiamo appresso come Nazione e diventiamo finalmente un Popolo.
Sic transit gloria mundi.
 
                                                                                                    giovanni battista saulino