| 
 
        Caro Professore Pelanda,
       
        ho letto l'articolo che oggi ha
        pubblicato su Il Giornale ("Tre passi e un salto per entrare
        nel futuro") e, pur non condividendo un'affermazione forte (sulla
        riforma fiscale a suo avviso, "Il progetto Berlusconi-Tremonti, in
        merito,è perfetto e fattibile"), per altri aspetti concordo con i
        suoi punti di vista. A mo' di integrazione a ciò che lei ha scritto,
        direi che:
       
        a) le "ricapitalizzazioni di
        transizione" da farsi nel Sud "con un sostegno pubblico di
        notevole entità" dovrebbero riguardare più che opere faraoniche
        il rafforzamento di alcune funzioni pubbliche primarie, cioé istruzione
        e tutela dell'ordine. Non vorrei che, qualunque dei due schieramenti
        vinca la prossima competizione elettorale, il primo passo del nuovo
        governo (anche di centrodestra) fosse di avviare l'edificazione di una
        novella piramide quale il ponte sullo stretto di Messina;
       
        b) la costruzione di un mercato
        finanziario orientato al capitale di rischio delle imprese innovative
        urta - mi pare - con la tendenza attuale del nostro sistema bancario al
        gigantismo. Chi alimenterebbe un Nasdaq italiano? Le nuove
        concentrazioni bancarie che si profilano? Ma la grande banca è per sua
        natura (alti costi di gestione, burocratizzazione, insediamento nel
        Nord) orientata ad investire il risparmio degli italiani (dei
        meridionali in primo luogo) nella grande impresa. Il rischio morale
        congiura in questa direzione: c'è sempre un sovventore di ultima
        istanza (governo, Banca d'Italia) che impedirà di scoperchiare i bidoni
        messi in piedi da grande impresa e grande banca alleate;
       
        c) benissimo compiere il terzo passo
        delle università private, capaci di fertilizzare le imprese (e di
        esserne fertilizzate). Ma che siano veramente università private, ciò
        che vuol dire rapporti di lavoro tutti su base contrattuale (non per
        concorso che assegna a tanti di noi una rendita a vita e demotiva quei
        pochi che hanno ancora voglia di lavorare), mobilità territoriale degli
        studenti incentivata con servizi ai meritevoli (non con la miseria
        dell'attuale assegno di studio) e abolizione del valore legale della
        laurea.
       
        Con i migliori saluti,
       
        M.D'Antonio
       
        -- Mariano D'Antonio professore ordinario di Economia dello sviluppo Facoltà di Economia dell'Università di Roma Tre Via Ostiense 139, 00154, Roma telefoni 0657374041 - 03396280053 fax 0657374093 mail dantonio@uniroma3.it 
 |