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          Stim.mo Prof. Pelanda,
         
          mi permetta un breve commento
          sul risultato elettorale.
         
          Il centrosinistra ha tremato veramente
          fino all'ultimo minuto, consapevole, sin dall'inizio
          dell'avventura elettorale, dell'improbabile esito proveniente dalle
          urne. Ora che possiedono Camera e Senato, il centro sinistra così
          coalizzato deve fare, ovviamente, ciò che non ha mai fatto prima
          nella storia dell'Italia democratica: "lavorare duro" (come
          sottolinea Prodi) non soltanto per rispondere alle esigenze degli
          elettori che li hanno votati, ma per dare una qualche soddisfazione
          all'altra metà del Paese che nel centrosinistra non si riconosce. Ed
          è difficile accontentare entrambe le "partizioni" di
          elettori. Prodi, rifiutando la proposta di Berlusconi per una
          "Grosse Coalition", ha già fatto vedere i fili che
          pendono sopra alla sua testa. Se fosse veramente il
          "governatore" indiscusso di tutti noi, avrebbe potuto
          accettare la proposta e la governabilità del Paese era salva! O,
          perlomeno, avrebbe dato un segnale di grande volontà di far ripartire
          il Paese alla metà del Paese che non lo ha votato, mantenendo le
          positività ed aggiungendo quel che, secondo LUI, manca.
         
          Ma i burattinai sono tanti e molti di loro
          non vorrebbero usare gli stessi fili per cinque anni.
         
          La CDL non dovrebbe più sprecare risorse
          in contestazioni, ma "far buon viso" ed analizzare con
          grande criticità (e competenza) i percorsi che il nuovo governo,
          con ovvia baldanza, intraprenderà, così da mettere a punto
          tutte le strategie possibili per produrre tutte le incrinature
          possibili nella fiducia che gli elettori del centrosinistra hanno
          riposto il 9/10 aprile scorsi.
         
          Da tempo, il più diffuso quotidiano
          economico italiano pubblica pezzi autorevoli sui grandi
          economisti contemporanei, ma mai come in questi ultimi mesi ha dato grande
          enfasi al liberismo smithiano (ripreso, a modo suo, da Vaciago qualche
          giorno fa). Il Paese, con ogni probabilità, compresi coloro
          che non ne conoscono le teorie, ha voglia di un modello di liberismo
          moderno, adattato al nostro contesto mediterraneo, nel rispetto della
          dignità di chi lavora e di chi non può lavorare (e non di chi non vuole);
          la CDL dovrebbe identificare ed isolare gli aspetti essenziali del
          proprio liberalismo ed mostrarne gli effetti, di breve-medio-lungo
          termine, al Paese, come quarant'anni fa il M.° Manzi
          fece con tanti ragazzini ed adulti analfabeti di allora...In
          queste elezioni l'italiano ha dimostrato una grande partecipazione
          alla vita economico-politica del Paese...soprattutto economica.
          Occorre dare all'italiano quelle semplici conoscenze
          macroeconomiche con le quali egli possa riconoscere le
          "bufale" a prima vista, in modo da poter evitare i raggiri
          politici provenienti da qualsiasi parte. E la parte, da molti anni, è
          sempre la stessa.
         
          Cordialità vivissime
         
          Zamax "smithiano"
         
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