| Egregio Professore buongiorno.
 Parliamo d'Iraq.
 Dopo decenni di guerra islamica di penetrazione religiosa e
        politica dei
 territori adiacenti agli stati mussulmani.
 Dopo milioni di morti ammazzati con vari pretesti tra le
        popolazioni e le
 etnie di religione diversa (quanti milioni di morti?)
 Dopo guerre sanguinosissime finite e/o non finite, a sfondo
        religioso o
 petro-religioso: Cecenia (?) , Bosnia (?), Timor, Filippine,
        Sudan, Corno
 d'Africa, Ciad, Nigeria, Centrafrica e via cantando.
 Dopo decine di migliaia di morti ammazzati dal terrorismo
        fondamentalista.
 Dopo l'infernale esperienza dello stato talebano d'Afghanistan con
        la
 distruzione di quel poco di struttura sociale rimasta alla fine
        della
 guerra tra russi e majaheddin, e le statue di Buddah fatte saltare
        con la
 dinamite.
 Dopo l'inferno in terra costruito dai terroristi fondamentalisti
        in
 Algeria e le decine di migliaia di poveri cristi sgozzati in modo
        bestiale.
 
 Dopo tutto ciò è cominciato il terrorismo che ha toccato
        direttamente
 l'occidente.
 
 A quel punto finalmente qualcuno che ancora è capace di
        difendersi, visto
 che l'ONU è una specie di costosissima bocciofila inconcludente,
        ha
 cominciato a menare le mani, ed a piena ragione. Quel qualcuno ha
        cacciato
 i Taliban dall'Afghanistan e poi ha invaso l'Iraq, cacciando
        Saddam.
 Io credo che le armi di distruzione di massa fossero solo il
        pretesto, che
 la protezione data al terrorismo era solo una ragione secondaria,
        che il
 petrolio era a disposizione prima dell'invasione più che adesso.
        La
 decisione d'invadere l'iraq sta in una strategia sacrosanta di
        cambiamento
 dell'ordine mondiale.
 L'iraq era, ed è, il paese più debole e peggio armato del golfo
        persico, e
 sta in una posizione baricentrica rispetto agli altri paesi arabi.
        Io
 spero che gli Stati Uniti abbiano costituito una testa di ponte da cui
        non si
 muoveranno fino a quando:
 -Tutti i mussulmani si siano abituati ad andare
        alle urne per eleggere
 i loro governanti.
 - Che si siano abituati a portarci anche le
        signore, i figli e le
 figlie maggiorenni.
 - Che i monarchi abbiano emanato la
        costituzione del relativo stato e
 fatto eleggere un parlamento ed un governo.
 - Che i governi relativi si preoccupino di investire
        il fiume di denaro
 che viene dai pozzi di petrolio in istruzione e benessere per i
        cittadini
 invece che in rubinetti d'oro..
 - Che i sacerdoti si occupino della vita eterna dei
        fedeli senza
 incentivare direttamente la dipartita per il paradiso.
 - Che la necessità degli arabi di espatriare si
        annulli e si inverta la
 tendenza.
 Questo è il vero terrore dei DOMINANTI di quelle terre, mullah,
        sceicchi,
 re, militari e satrapi vari : che l'Iraq possa diventare il seme
        di
 libertà che annullerà il loro privilegiato potere.
 Perchè quello che si sta verificando oggi in Iraq NON E' una
        rivoluzione
 di popolo, ma è LA REAZIONE DEI DOMINANTI sia iracheni che confinanti.
 Questa reazione deve essere vinta.
 
 E attenzione, signori media-dipendenti occidentali: l'arma più
        potente
 nelle mani di questi DOMINANTI ISLAMICI è la manipolazione del
        consenso
 dei cittadini occidentali, quel consenso che determina l'elezione di un
 governo imbelle o di uno belligerante, come la Spagna ci ha mostrato.
 Stalin e l'URSS manipolavano il consenso con la propaganda,
        l'Islam, che
 non ci convincerà mai con la propaganda, lo manipolerà col
        terrore, e sarà
 lunga.
 
 cordialità
 G. Pinciroli
 
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