Quello che maggiormente preoccupa negli
          avvenimenti di questi giorni
                      è
          il distacco dalla realtà, da qualsiasi pensiero ragionevole da
                     
          parte dei "pacifisti", usati più o meno inconsapevolmente
          da coloro
                      che
          sono nemici dell'America, ma soprattutto nemici nostri,
                     
          dell'Italia. Nemici della nostra civiltà, della nostra libertà, di
                     
          tutto ciò che è "bello" nel pensiero dell'uomo occidentale
          e che
                     
          sono soprattutto gli Italiani, il genio italiano, ad aver portato al
                     
          massimo sviluppo. Due attori, dunque, nel movimento dei pacifisti:
                     
          quelli che sognano la pace e quelli che odiano l'occidente
                     
          euro-italiano. L'attuale buonismo trasformato in pacifismo richiama
                     
          alla memoria l'ottimismo metafisico di Gottfried Leibnitz, o il
                     
          progetto di pace universale di Immanuel Kant, i quali, come succede
                     
          quasi sempre ai filosofi, non avevano il senso della storia, del
                     
          continuo cambiamento della storia, che trasforma i costumi dei
                     
          popoli e l'agire dei governanti: ma soprattutto non ritenevano che i
                     
          governanti potessero essere traditori e nemici dei propri sudditi.
                      Che
          cosa è la "pace" di cui tanto si parla se non un bene privo
          di
                     
          connotati concreti, realistici: senza i bisogni, i desideri, i
                     
          contrasti culturali, politici nei quali vivono, se vogliono vivere,
                      gli
          uomini? E' evidente che, se si pensa di poter eliminare i
                     
          conflitti fra i popoli, si debbono far sparire dal concetto di
                     
          popolo gli individui, i quali vogliono essere se stessi, migliorare
                      la
          propria carriera o il proprio status sociale, vogliono che vinca
                      la
          propria squadra di calcio o la propria azienda, in uno sforzo, in
                      una
          "tensione" psicologica che è vita. La
          "depressione" è, di fatto,
                      la
          caduta di questa tensione, la non-vita. E, in questo caso, tutti
                     
          sappiamo bene che l'altro sarà pronto a passarci avanti, o a
                     
          disprezzarci, o, alla fine, ad eliminarci. La guerra è più violenta?
                      Ci
          sarebbe molto da discutere sul concetto di violenza, e qui non è
                      il
          caso. Ma non c'è dubbio che la virulenza dei movimenti pacifisti
                      ha
          assunto in Italia un messaggio di odio che, non è soltanto odio
                     
          verso l'America, ma anche e soprattutto odio contro quegli Italiani
                      che
          hanno votato per Berlusconi e che, quindi, sono anticomunisti e
                     
          anti orientalizzazione-islamizzazione, per non parlare dell'odio
                     
          contro gli Ebrei che cova sotto le ceneri.
                      In
          Italia si sommano tutti gli odi contro l'America a causa della
                     
          presenza, attraverso la "sinistra", di un comunismo che ha
          soltanto
                     
          cambiato nome dopo la caduta del Muro. Gli uomini, infatti, sono in
                     
          buona parte gli stessi data la lunga durata della vita individuale
                      in
          confronto alla celerità dei cambiamenti storico-politici. Coloro
                      che
          avevano amato svisceratamente l'Unione Sovietica, tifano
                     
          comunque per l'Est e per la posizione di veto all'America di quel
                     
          medesimo capo del KGB che prima fronteggiava la guerra fredda.
                     
          Coloro che avevano riposto la loro fiducia nel fascismo, sono
                     
          anch'essi, sia pure più silenziosamente, contrari alla visione del
                     
          mondo americana e, alla pari dei Tedeschi, non riescono a perdonare
                     
          all'America la propria sconfitta nella guerra. A costoro si sommano
                      i
          "cattolici", i quali, facendosi avallare dal Papa nell'inno
          alla
                     
          pace, in realtà esprimono il loro disappunto per la minorità nei
                     
          confronti di Berlusconi e l'evidente crollo del castello costruito
                      in
          nome della pace universale con l'Unione europea. Questa, infatti,
                      era
          basata, insieme all'esautoramento di qualsiasi potere dei popoli
                      e
          delle nazioni, sulla propaganda assillante del vecchio ottimismo
                     
          metafisico camuffato con un pizzico di sovranazionalità kantiana.
                     
          Adesso cosa rimane di tale distacco dalla realtà? L'esibizione di
                      una
          Europa "invertebrata", come la chiamerebbe Ortega y Gasset,
          che
                     
          faciliterà la sua conquista da parte del mondo musulmano, mentre non
                      si
          capisce come si possa credere, da parte della Chiesa, che gli
                     
          Italiani, malgrado i buonismi dei loro governanti, si lasceranno
                     
          indurre alla islamizzazione del cristianesimo. Pacifismo o no,
                     
          questo non potrà avvenire senza lotta.