15/04/2002

Carissimo Professore,
 Le scrivo per denunciare l'invasione di immigrati che
 sta subendo la città di Venezia.Sabato 13 aprile sono
 andato con la mia ragazza, per una gita di assoluto
 piacere, in questa "Serenissima" città e, tra una
 passeggiata per le calle ed un'occhiata ai negozi di
 maschere, ci siamo imbattuti in una vera e propria
 orda di immigrati che vendevano borse,compact
 disc,occhiali e tanti altri oggetti, tutti
 rigorosamente falsi.Se ne avessi visti dieci o venti
 non me ne sarei affatto preoccupato ma l'aspetto
 assolutamente drammatico(e non oso a definirlo tale) è
 che, nel solo tratto compreso tra la zona di S.Marco e
 il ponte dell'Accademia, sono arrivato a contarne
 almeno cento-centoventi.Ho personalmente assistito
 alla scena in cui un immigrato ha rincorso una signora
 gridando che sul prezzo si sarebbero accordati ma
 che,per favore, quella borsa gliela doveva
 assolutamente comperare.Persino i vigili
 urbani,nonostante avessero invitato alcuni di questi
 venditori ambulanti ad andarsene, hanno avuto come
 risposta un "sì capo"  ed un sorriso di presa in giro.
 Scrivo a Lei ed alla Sua rubrica per far presente alle
 centinaia di persone che La contattano attraverso il
 sito questa situazione che deve essere risolta quanto
 prima per il bene della città,dei suoi abitanti e di
 chi, lì, lavora e produce onestamente .Ho intenzione
 di scrivere una lettera al sindaco per invitarlo a
 tutelare la sua città da chi non ha un lavoro,non
 viene aiutato a trovarlo e che, dovendo rispondere ad
 un capo che non penso sia molto gentile, sono
 costretti a dare fastidio a tutti quelli che passano
 pur di vendere, con le conseguenze che tutti
 immaginiamo.Invito tutti coloro i quali leggeranno
 questa lettera, condividendone le idee, a scrivere al
 sindaco per invitarlo a  darsi una svegliata e a
 rendere la più bella città del mondo (ancor più bella
 della mia amata Siena) socialmente più stabile.Un
 abbraccio,
 Cristiano Contri.