03/04/2002

Gentilissimo Prof. Pelanda

mi rivolgo a Lei, oltre che per la certezza che riceverò una risposta affidabile ed autorevole, anche per la Sua, per me già nota, disponibilità.
Vengo allo scopo del mio messaggio.
Mi ha segnalato mio figlio di aver ricevuto, sul suo computer, una mail circolare di questo tenore:
 
"tra le tante disgrazie che sta causando il governo Berlusconi è in arrivo quella della riforma fiscale che taglierà tasse ai ricchi e non darà benefici ai redditi modesti, che, anzi, in alcuni casi, saranno penalizzati."
Seguono esempi per vari scaglioni di reddito in cui si tenta di dimostrare queste verità. Mio figlio mi ha scongiurato di "rispondere a questo stupido" ma non l'ho ancora fatto perchè, se sono riuscito a coglierlo in fallo sui redditi fino a 20/22 milioni (non ha considerato che saranno esenti), non vedo come possa, la tesi dello stupido, essere contrastata per gli altri esempi. La mia ipotesi è che, se i redditi fino a 20 milioni (scusi se uso fare ancora riferimento alle vecchie lire), saranno esenti, questo limite dovrebbe essere una franchigia valida per tutti.
Mi spiego:  su 50 milioni di reddito l'aliquota del 23% si pagherà su tutto l'importo o su 30 milioni? Se così non fosse avremmo che chi guadagna 21 milioni pagherebbe 4.830.000 mentre chi ha la "fortuna" di guadagnarne solo 20, non pagherebbe nulla.
Mi scuso di nuovo per aver posto a Lei questo quesito, anzicchè al ministro Tremonti (meno raggiungibile) ma sono sicuro che Lei saprà chiarire e io possa svergognare lo stupido.
 
Cordialmente
 
Angelo Bonaventura
Forlì