19/04/2001

Caro Pelanda

Le avevo scritto qualche mese fa a proposito dei problemi dello sviluppo "insostenibile" della nostra civiltà, sollevando il problema delle scelte che avrebbero potuto o voluto fare i cosiddetti paesi in via di sviluppo (si possono ancora chiamare così?).
Mi sembra che gli eventi abbiano confermato e anzi anticipato i miei timori.
Come dovrei infatti interpretare l'incredibile decisione del presidente Bush di ripudiare gli accordi di Kyoto sulle emissioni nocive, se non nel senso, purtroppo chiarissimo, di una drammatica sconfitta delle ragioni di chi chiede maggiore buonsenso nello sfruttamento delle risorse a nostra disposizione.
Se nemmeno un paese ad altissimo sviluppo (e benessere...) come gli USA è disposto ad accettare qualche lieve sacrificio, possiamo ragionevolmente aspettarci che lo facciano paesi e popoli che a quel benessere aspirano e dal quale sono distanti anni luce (e migliaia di tonnellate di monossido.........)?.
Cordialmente
Fabio Thian