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 Caro Pelanda 
            Le avevo scritto qualche mese fa a
            proposito dei problemi dello sviluppo "insostenibile"
            della nostra civiltà, sollevando il problema delle scelte che
            avrebbero potuto o voluto fare i cosiddetti paesi in via di sviluppo
            (si possono ancora chiamare così?).
           
            Mi sembra che gli eventi abbiano
            confermato e anzi anticipato i miei timori.
           
            Come dovrei infatti interpretare
            l'incredibile decisione del presidente Bush di ripudiare gli accordi
            di Kyoto sulle emissioni nocive, se non nel senso, purtroppo
            chiarissimo, di una drammatica sconfitta delle ragioni di chi chiede
            maggiore buonsenso nello sfruttamento delle risorse a nostra
            disposizione.
           
            Se nemmeno un paese ad altissimo
            sviluppo (e benessere...) come gli USA è disposto ad accettare
            qualche lieve sacrificio, possiamo ragionevolmente aspettarci che lo
            facciano paesi e popoli che a quel benessere aspirano e dal quale
            sono distanti anni luce (e migliaia di tonnellate di
            monossido.........)?.
           
            Cordialmente
           
            Fabio Thian
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